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Notiziario Marketpress di Martedì 24 Maggio 2005
 
   
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  DURO ALLARME SULLA PERDITA DI BIODIVERSITÀ  
   
  Bruxelles, 24 maggio 2005 - Una relazione elaborata con il contributo di oltre 1.300 scienziati di più di 90 paesi lancia l'allarme affermando che la biodiversità si sta estinguendo a un ritmo tale da rappresentare ormai una pesante minaccia per l'umanità. Dall'ultima di una serie di relazioni del Millennium Ecosystem Assessment (Ma), "Ecosystems and human wellbeing: the biodiversity synthesis report", emerge che le riserve di pesce globali sono diminuite del 90 per cento dall'avvento della pesca industriale. Inoltre, secondo la relazione sono minacciati di estinzione un terzo degli anfibi, oltre un quinto dei mammiferi e un quarto delle conifere del mondo. I cambiamenti in termini di biodiversità causati dalle attività umane sono stati più rapidi negli ultimi 50 anni che in qualsiasi altra epoca della storia umana, aggiunge il documento. "La nuova relazione dell'Ma sottolinea che anziché premere sul freno, il mondo continua a spingere sull'acceleratore, mettendoci tutti in rotta di collisione con un destino tutt'altro che roseo", ha risposto Klaus Töpfer, direttore esecutivo del programma delle Nazioni Unite per l'ambiente. "Se queste paludi, foreste, fiumi e barriere coralline fossero fabbriche, gallerie d'arte, università e strutture simili, danneggiarli come stiamo facendo noi sarebbe considerato un atto di palese vandalismo o un incendio doloso. Eppure la nostra condotta imprudente non si ferma qui", ha aggiunto Klaus Töpfer. La perdita di questi ambienti potrebbe anche generare difficoltà economiche per alcune popolazioni, si legge nella relazione. Il documento sottolinea, per esempio, che un ettaro incontaminato di mangrovie in un paese come la Tailandia vale più di 1.000 dollari statunitensi (792 euro). Se convertito in terreno destinato all'agricoltura intensiva, il valore precipita a circa 200 dollari americani (158 euro) per ettaro. Secondo il direttore dell'Ma Walter Reid, i messaggi contenuti nell'ultima relazione non sono tuttavia tutti scoraggianti. La relazione "rileva che esistono già strumenti di gestione, politiche e tecnologie in grado di rallentare significativamente tale perdita", ha dichiarato.  
     
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