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Notiziario Marketpress di Giovedì 26 Maggio 2005
 
   
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  DA OPERATORI ATIPICI A PLAYER DEL SETTORE CREDITIZIO, QUALE IL RUOLO DEI MEDIATORI CREDITIZI?  
   
  Milano, 26 maggio 2005 – Risponde Giancarlo Cupane, Presidente del Gruppo Prometeo Spa Presidente dell’Associazione di categoria degli operatori del credito civiltà e finanza. “Da molti anni esiste, nei confronti del mediatore creditizio, una polemica generalizzata e spesso ingiustificata: i motivi si possono individuare probabilmente nella poca fiducia verso la competenza della categoria. Questo difetto di fiducia si può forse imputare alla relativa "giovinezza" della figura professionale, che è stata regolarizzata dal legislatore in modo definitivo solo nel 2000 con il Dpr 287, decreto di attuazione della legge 108 del 7 marzo 1996, la famosa legge antiusura. In precedenza, gli operatori del credito erano considerati una categoria atipica, senza una normativa di regolarizzazione. In assenza di leggi chiare e specifiche, il settore restava vittima di pregiudizi culturali. Con l'ordinamento giuridico, la professione è cresciuta fino ad accogliere più di 40.000 soggetti, regolarmente iscritti all'albo dei mediatori creditizi nel frattempo costituitosi presso l'Ufficio Italiano Cambi. L'evoluzione normativa ha il merito di aver avviato il consolidamento della reputazione degli operatori onesti e preparati, emarginando i soggetti scorretti, che si muovevano senza le necessarie garanzie e danneggiavano l'intera categoria. Inoltre, ha definito il ruolo e la figura del mediatore, che è "colui che professionalmente oppure abitualmente mette in relazione, anche attraverso attività di consulenza, banche o intermediari finanziari con la potenziale clientela al fine della concessione di finanziamenti sotto qualsiasi forma". Partendo da questa definizione, si delinea la figura del mediatore creditizio, che è caratterizzata da tre caratteristiche essenziali e distintive: l'autonomia giuridica, l'imparzialità rispetto alle parti del contratto di prestito e l'indipendenza di ruolo e di giudizio. Si amplia così l'offerta sul mercato dei finanziamenti, nell'interesse della clientela ma anche degli istituti di credito. Per questi ultimi il canale mediatori è di grandissima utilità, poiché rende variabili i costi commerciali, oltretutto ridotti dalla possibilità di preselezione delle richieste. E per i consumatori? Un bravo mediatore, oggi, ha la possibilità di fungere da "centrale acquisti": grazie alle proprie competenze e in forza del numero di richieste che può presentare, negozia con gli interlocutori finanziari per ottenere condizioni particolarmente favorevoli da offrire ai propri clienti. Mentre c'è ancora chi, magari in buona fede, non trova di meglio che suggerire ai consumatori di evitare i mediatori, se non vogliono veder crescere i costi del loro finanziamento; come se una rete di vendita indiretta dovesse necessariamente costare più di una diretta. Ancora nell'interesse dei consumatori, grazie alla varietà di convenzioni stipulate con gli istituti di credito, un buon mediatore ha la possibilità di offrire un'ampia gamma di prodotti finanziari, e proporre agli interessati diverse forme di finanziamento, anche su misura. Ciò permette di accrescere la percentuale di approvazione. Alcuni credono che i mediatori, per questa loro assistenza, applichino tariffe troppo alte. In realtà, vedo che anche questa osservazione si sta rivelando infondata. Infatti, il trend di quasi tutti i mediatori è quello di abolire sia i fondi spese che la provvigione pagata dal cliente all'erogazione, anche se il codice civile ne imporrebbe il pagamento da parte di entrambi i contraenti del finanziamento, proprio a garanzia dell'imparzialità del mediatore. L'attuazione di questa politica si può leggere come una scelta più che come una rinuncia: si tratta di un'azione di riposizionamento della mediazione nell'immaginario comune, a tutto vantaggio dell'intera categoria. “  
     
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