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Notiziario Marketpress di
Lunedì 30 Maggio 2005
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Web e diritto per le nuove tecnologie |
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DECRETO URBANI: L’ITER DEI PROVVEDIMENTI |
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A seguito di un quesito pervenuto in redazione, precisiamo che con l’espressione Decreto urbani ci si riferisce al Decreto legge 22 marzo 2004, n. 72, contenente interventi per contrastare la diffusione telematica abusiva di materiale audiovisivo, nonché a sostegno delle attività cinematografiche e dello spettacolo, convertito poi nella Legge 21 maggio 2004, n. 128. Il provvedimento, come risulta dagli articoli allora pubblicati, aveva sollevato tante critiche, tanto che nel corso dell’iter parlamentare vari rappresentanti del cosiddetto popolo della rete avevano proposto di bloccarlo e dopo l’approvazione della legge aveva protestato intasando vari siti, compreso quello del Ministero dei Beni Culturali. Successivamente con il Decreto legge 31 gennaio 2005, n. 7, convertito nella Legge 31 marzo 2005, n. 43, il Governo ha cerato di completare la normativa. Ci risulta che ci siano proposte per intervenire sui tre punti più controversi del Decreto Urbani: la locuzione “trarne profitto”, il “bollino blu” e la questione relativa al compenso del 3% sul software di masterizzazione. La locuzione “per trarne profitto” è stata utilizzata per sostituire la locuzione “a fini di lucro” dell'art. 171-ter, comma 1, della Legge 22 aprile 1941, n. 633 in merito all’utilizzazione abusiva di opere dell’ingegno ed alle relative sanzioni. Il bollino è stato introdotto per promuovere la diffusione al pubblico e la fruizione per via telematica delle opere dell'ingegno e reprimere le violazioni del diritto d'autore: consiste in un avviso, adeguatamente visibile, contenente anche l'indicazione delle sanzioni previste in caso di violazione delle disposizioni, che deve affiancare ogni opera on line e che deve informare circa l'avvenuto assolvimento degli obblighi derivanti dalla normativa sul diritto d'autore e sui diritti connessi. Un successivo decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, sulla base di accordi tra la Siae e le associazioni delle categorie interessate avrebbe dovuto definirne le modalità tecniche. Allo stato non ci risulta che sia stato emanato.
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