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Notiziario Marketpress di
Lunedì 30 Maggio 2005
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INCHIESTA DELLA PROCURA DI BRESCIA SULLE PISTOLE BERETTA ALLA GUERRIGLIA IRACHENA PERQUISITA LA SEDE DEL "CORRIERE DELLA SERA": MA LA CORTE DI STRASBURGO VIETA AI PM I CONTROLLI NELLE REDAZIONI E AI GIORNALISTI. ABRUZZO: "ATTO GRAVE CONTRO I DIRITTI DEI CITTADINI ALL'INFORMAZIONE. SI IMPONE UN INTERVENTO DEL CSM" |
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Milano, 30 maggio 2005 - Sulla vicenda della perquisizione della sede del "Corriere della Sera", Franco Abruzzo, presidente dell'Ordine dei Giornalisti della Lombardia, ha rilasciato questa dichiarazione: "La decisione della Procura di Brescia è una pagina nera nella storia della magistratura italiana: la Corte di Strasburgo, con le sentenze Goodwin e Roemn, ha vietato chiaramente le perquisizioni nelle sedi dei giornali e ha tutelato il segreto professionale dei giornalisti. Tutto ciò al fine di proteggere il diritto dei cittadini a una informazione libera e completa. Anche la Vi sezione penale della Cassazione, con la sentenza n. 85 del 21 gennaio 2004, ha stabilito che il segreto professionale sulle fonti, si estende <a tutte le indicazioni che possono condurre all'identificazione di coloro che hanno fornito fiduciariamente le notizie>. Il Pm di Brescia, invece, ha interrogato il giornalista, che ha scritto l'articolo sulle pistole Beretta fornite alla guerriglia irachena. La Cassazione ha scritto ancora che "l'attività giornalistica è tutelata dal segreto professionale per cui il giornalista professionista iscritto all'albo non può essere obbligato a deporre relativamente ai nomi delle persone dalle quali ha ricevuto notizie di carattere fiduciario nell'esercizio della sua professione". Le autorità italiane - ha affermato Abruzzo - sono tenute a essere fedeli alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo e alle interpretazioni che degli articoli della convenzione dà soltanto la corte di Strasburgo. La decisione del Pm di Brescia è grave anche perché pone l'Italia fuori dalla Convenzione. A questo punto si impone un intervento del Csm".
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