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Notiziario Marketpress di Lunedì 30 Maggio 2005
 
   
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  LA POLITICA COMMERCIALE PER UNA “EUROPA SOCIALE” SINTESI DEL DISCORSO PRONUNCIATO DAL COMMISSARIO EUROPEO PETER MANDELSON IN OCCASIONE FORUM SU GLOBALIZZAZIONE E OCCUPAZIONE  
   
  Torino, 30 maggio 2005 - Nel discorso pronunciato il 26 maggio in occasione del Forum su globalizzazione e occupazione, promosso dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro in collaborazione con la Commissione europea, il Commissario per il commercio Peter Mandelson ha affermato che la politica commerciale dell’Unione europea deve avere una “dimensione sociale”, sostenendo che la progressiva apertura dei mercati e la liberalizzazione degli scambi commerciali non sono in contrasto con le norme sociali e del lavoro che l’Europa persegue a livello internazionale. Il Commissario ha inoltre affermato che la “preoccupazione per le norme del lavoro non è una forma di protezionismo dissimulato” e che l’Unione europea già utilizza la politica commerciale per promuovere il buon governo e le buone pratiche sociali, ad esempio mediante il sistema delle preferenze generalizzate e gli accordi di partenariato economico attualmente in corso di negoziazione con i paesi Acp. Mandelson ha auspicato un’Europa sociale capace di guardare al futuro: “L'europa sociale che costruiamo dovrebbe essere moderna e lungimirante, e non ancorata al passato, difensiva e protezionista; dovrebbe essere guidata dall’obiettivo di garantire la sicurezza promuovendo nuove opportunità, anziché tentare infruttuosamente di bloccare il cambiamento. È indispensabile accettare l'inevitabilità dei cambiamenti e delle riforme . L'europa non può fermare il mondo e scendere… Erigendo barriere tra l’Europa e i mercati mondiali, manteniamo posti di lavoro a breve termine, con la certezza che le nostre industrie non saranno globalmente competitive a più lungo termine.” Secondo Mandelson, “se l’Europa deve avere una dimensione sociale più forte, anche la sua politica commerciale deve essere più energica”. “Dal mio punto di vista, gli scambi commerciali possono contribuire all'obiettivo generale dello sviluppo sostenibile in tutte le sue dimensioni: economica, sociale ed ambientale. La liberalizzazione degli scambi multilaterali può costituire una solida politica sociale. Sfido chiunque a definire una strategia alternativa per un’ apertura progressiva e regolata dei mercati in grado di produrre risultati migliori per i paesi in via di sviluppo.” Mandelson ha poi aggiunto che “le preoccupazioni relative alle condizioni di lavoro non costituiscono una forma di protezionismo dissimulato”, sostenendo che l’attenzione ai diritti sociali e del lavoro si riflette in tutta la politica commerciale dell’Unione europea. “L'europa non ha alcuna esitazione ad affermare che la politica commerciale deve e può procedere di pari passo con la politica sociale. I nostri strumenti di politica commerciale ci consentono un maggiore margine di manovra per offrire incentivi positivi. Nell'ambito del nuovo sistema delle preferenze generalizzate (Spg+), i paesi più vulnerabili che hanno ratificato e attuato le principali convenzioni internazionali dell’Oil e delle Nazioni Unite su diritti del lavoro e diritti umani, sulla tutela dell’ambiente e sul buon governo avranno a disposizione nuove preferenze tariffarie.” Mandelson ha affermato che tutti i negoziati commerciali dell’Unione europea sono ora soggetti alle valutazioni di impatto, dichiarando però che queste ultime devono essere migliorate: "Abbiamo bisogno di maggiori conoscenze e competenze per comprendere l'impatto delle politiche commerciali sull’occupazione e sulle condizioni di lavoro, ad esempio come aumentare l’impatto positivo della crescita sull'occupazione e come adeguarci ai mutamenti attraverso politiche attive del mercato del lavoro. Senza un miglioramento di tali politiche, il rischio è che i paesi più deboli e più poveri siano lasciati ai margini della globalizzazione. Ecco perché la Commissione ha promosso insieme all’Oil un progetto volto ad elaborare una metodologia per misurare l’impatto della liberalizzazione degli scambi sull'occupazione nazionale e sugli indicatori sociali. Il mio obiettivo è renderlo uno strumento generale che i nostri partner commerciali dei paesi in via di sviluppo possano utilizzare in futuro per definire la loro politica commerciale.” Mandelson ha infine concluso dichiarando “Il mio impegno è volto a promuovere una dimensione sociale moderna nella politica commerciale e a dare forma ad un modello sociale moderno per l’Europa, che ci permetterà di far fronte all’attuale sfida della concorrenza.  
     
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