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Notiziario Marketpress di
Martedì 07 Giugno 2005
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MOBILITÀ DEI PAZIENTI NELL'UNIONE EUROPEA |
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Bruxelles, 7 giugno 2005 - John Bowis (Ppe/de, Uk) presenterà all'Aula una relazione d'iniziativa adottata a larga maggioranza dalla commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, riguardo alla mobilità dei pazienti e agli sviluppi delle cure sanitarie nell'Unione europea. Secondo i deputati la sanità non può essere considerata un articolo commerciale, ma il mercato unico può sicuramente giovare ai pazienti che desiderino ricevere cure mediche in uno Stato membro diverso da quello di provenienza. Ogni governo è chiaramente responsabile del proprio sistema sanitario, non l'Unione. L'argomento, tuttavia, ha sollevato una serie di casi che sono stati presentati alla Corte di giustizia. Questa, a sua volta, ha stabilito, tramite diverse sentenze, che ai cittadini europei spetta il diritto di ricevere assistenza sanitaria anche in uno Stato membro diverso dal proprio, con un'autorizzazione preventiva per l'assistenza ospedaliera. I deputati ritengono che, comunque, tale autorizzazione non dovrebbe essere negata qualora un sistema nazionale non possa fornire le cure necessarie in un lasso di tempo ragionevole. Per chiarire le norme, la Commissione ha stilato la bozza di un documento consultativo e caldeggia una strategia europea. La relazione appoggia tale proposta e si rivolge all'Unione affinché sviluppi una politica coerente sulla mobilità dei pazienti. Invita poi l'Esecutivo a stabilire una tabella di marcia sulla base del metodo aperto di coordinamento, ritenendo che questo argomento richieda una proposta distinta della Commissione e «non debba essere inserita nella direttiva globale sui servizi». I deputati auspicano anche l'adozione di norme «in materia di emissione ed esecuzione delle ricette, ma anche per quanto riguarda il denaro versato dagli ammalati per l'acquisto di farmaci in un altro Stato membro». Sostengono infatti che la Commissione, nel rispetto delle norme nazionali, debba considerare «un'armonizzazione delle procedure del rimborso spese». Infine, i meccanismi di pagamento per l'assistenza sanitaria dovrebbero essere «uniformi ed imparziali onde evitare le disparità e l'insorgere di svantaggi per taluni pazienti». Criticando il fatto «che finora non si sia avuta un'armonizzazione delle diverse concezioni in materia di diritti e doveri dei pazienti» e che «è necessario fornire ai cittadini certezza giuridica e una chiara panoramica dei loro diritti e doveri» per quanto riguarda l'accesso alle cure sanitarie e il rimborso delle spese sostenute in un altro Stato membro, i deputati invitano Consiglio e Commissione a procedervi senza indugio. Esortano, inoltre, gli Stati membri ad adottare una legge o una Carta dei pazienti ove si riconoscano a questi ultimi alcuni diritti, tra cui quello di ricevere cure mediche adeguate da parte di personale qualificato, «il diritto ad essere informati e consigliati dal medico in modo comprensibile» nonché quello «alla documentazione del trattamento ricevuto», alla riservatezza e a presentare reclamo. L'esecutivo è poi invitato ad elaborare una relazione sul carattere e sulla prevalenza del turismo sanitario e la misura in cui è attualmente rimborsato dalle agenzie statutarie, dal settore dell'assicurazione privata o è a carico dei pazienti stessi. La relazione sottolinea che le cure sanitarie transfrontaliere non dovrebbero essere una prassi automatica, bensì essere prestate qualora risultino necessarie. Gli Stati membri, quindi, sono esortati a mantenere un servizio sanitario pubblico «che renda superflua la mobilità dei pazienti su vasta scala». Le modalità di cure, comunque, non dovrebbero essere motivo di discriminazione per i pazienti a basso reddito, evitando, per esempio, che questi debbano pagare il costo integrale del trattamento prima del relativo rimborso.
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