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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 08 Giugno 2005
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SVIZZERA, LEGGE SULLE TELECOMUNICAZIONI: IL CONSIGLIO DEGLI STATI È IN DISACCORDO CON IL CONSIGLIO NAZIONALE |
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Berna, 8 giugno 2005 - Swisscom deplora la decisione del Consiglio degli Stati di rafforzare considerevolmente la regolamentazione in materia di telecomunicazioni. In tal modo il Consiglio degli Stati dà la preferenza a un intervento globale dello Stato rispetto alla libera concorrenza che vige attualmente a livello di infrastruttura. Un ulteriore inasprimento della regolamentazione provocherebbe delle incertezze a livello giuridico per i fornitori di infrastrutture e ridurrebbe l’attrattiva degli investimenti. Con questa decisione, il Consiglio degli Stati è in netto disaccordo con il Consiglio nazionale, che riprenderà le consultazioni in merito alla revisione della legge presumibilmente nel mese di settembre 2005. L’ulteriore rafforzamento della regolamentazione statale sul mercato delle telecomunicazioni viene operato senza che sia necessario. Infatti, la concorrenza nel settore svizzero delle telecomunicazioni funziona già oggi e i prezzi sono in calo. Rispetto agli altri Paesi europei, la popolazione svizzera beneficia di un ottimo rapporto prezzo/prestazioni. Sul mercato di internet a banda larga, in Europa la Svizzera occupa una posizione di spicco in termini di utilizzo, alta qualità e prezzi ridotti, di cui usufruiscono in particolare le regioni periferiche. Già oltre il 40% delle economie domestiche dispone di un accesso rapido a internet attraverso la linea telefonica o la rete della televisione via cavo. Questa buona posizione è riconducibile soprattutto alla forte concorrenza esistente a livello di infrastrutture tra Swisscom e i gestori delle reti via cavo. Quali alternative all’accesso a internet a banda larga attraverso la rete fissa esistono già oggi offerte forfettarie interessanti, come ad esempio l’accesso tramite la rete mobile Umts e Wireless Lan (Hotspot). Gli interventi statali alterano il mercato – i concorrenti ne approfittano In questo scenario competitivo è inutile e dannoso procedere a ulteriori interventi statali, dal momento che essi alterano il mercato e generano stimoli fasulli. Gli effetti negativi di una regolamentazione di ampia portata si sono manifestati, ad esempio, negli Stati Uniti, dove hanno fatto sì che la liberalizzazione venisse limitata al settore dei cavi di rame. In caso di liberalizzazione, Swisscom si accollerebbe da sola il rischio di eventuali investimenti nelle infrastrutture, mentre i concorrenti che non investono di tasca propria potrebbero approfittarne. Questo ridurrebbe l’interesse per Swisscom a operare ulteriori investimenti. Un obbligo di accesso indipendente dalla tecnologia utilizzata, che secondo la decisione del Consiglio degli Stati potrebbe essere ancora ampliato a piacimento dall’Assemblea federale senza possibilità di referendum, comporterebbe – oltre a un’incertezza giuridica – il fatto che reti non ancora costruite o nuove potrebbero essere regolamentate in qualsiasi momento, ossia che tali reti dovrebbero essere messe a disposizione di terzi a condizioni stabilite dallo Stato. Una simile regolamentazione interesserebbe sia le reti fisse che quelle di telefonia mobile. Condizioni quadro di questo tipo comportano l’impossibilità di ammortizzare le reti alle usuali condizioni di mercato. E persino i concorrenti favoriti dalla regolamentazione tenderanno a ridurre i loro investimenti, visto che potranno beneficiare delle reti esistenti a condizioni stabilite dallo Stato. Questa situazione non cambierà nemmeno con la possibilità decisa dal Consiglio degli Stati di prevedere un obbligo d’investimento per l’accesso a flusso di bit ad alta velocità dopo un periodo di transizione di tre anni, durante il quale i beneficiari non sono tenuti a investire in nuove reti e – come dimostrano le esperienze all’estero – nemmeno lo faranno. Con la sua decisione, il Consiglio degli Stati è in netto disaccordo con quella presa dal Consiglio nazionale il 7 ottobre 2004. La revisione della legge sulle telecomunicazioni sarà nuovamente dibattuta in seno al Consiglio nazionale nel settembre 2005, nell’ambito della procedura di eliminazione delle divergenze. L’entrata in vigore della nuova legge sulle telecomunicazioni avverrà presumibilmente soltanto nel corso del 2006.
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