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Notiziario Marketpress di Giovedì 09 Giugno 2005
 
   
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  UNA RICERCA DI BORSA ITALIANA: "GLI EFFETTI DELLA QUOTAZIONE EVIDENZE DALLE MID & SMALL CAPS ITALIANE"  
   
  Milano, 9 giugno 2005 - Borsa Italiana ha svolto una ricerca sull'evoluzione pre e post Ipo delle 127 mid & small caps che si sono quotate sul mercato azionario italiano fra il 1995 e il 2002. Lo studio ha approfondito i comportamenti delle società attraverso l'analisi dei principali indicatori di bilancio oltre a una survey condotta presso la proprietà e il management delle imprese. Quotazione e crescita - Esiste una relazione positiva tra quotazione e sviluppo aziendale. Lo dimostrano gli elevati tassi annui di crescita del fatturato delle matricole: +22% nei tre anni precedenti l'Ipo e +18% nei tre anni successivi all'Ipo, rispetto al 5% della media nazionale. Tutte le imprese hanno dichiarato che le risorse acquisite attraverso il mercato hanno permesso di attuare almeno un progetto di sviluppo; il 43,8% ha aggiunto che senza la quotazione tali progetti non sarebbero stati intrapresi e realizzati. Le risorse acquisite con l'Ipo sono principalmente destinate all'attività di M&a (36,7% di quanto raccolto) o alla realizzazione di nuovi impianti (17,8%). Oltre il 70% delle imprese effettua acquisizioni, con una media di 4 operazioni ciascuna. In corrispondenza dell'accesso al mercato azionario, le imprese effettuano significativi investimenti. Il tasso di investimento, il cui dato medio nel periodo pre Ipo è pari al 15% circa, supera il 23% in ciascuno dei tre anni successivi. Quotazione e scelte finanziarie - Altra conseguenza della quotazione è la netta riduzione del leverage (rapporto tra indebitamento e patrimonio). Il ricorso al finanziamento con capitale di rischio non diviene però un comportamento sistematico: il leverage tende a tornare progressivamente alla situazione pre-quotazione. È però da sottolineare che l'accesso al mercato migliora la relazione con il sistema bancario. Le imprese ritengono infatti che aumenti la capacità di aprire nuove linee di affidamento (effetto considerato importante dal 68,9% delle imprese) e che migliorino le condizioni di finanziamento (importante per il 55,7%). Quotazione e redditività operativa - Le matricole evidenziano buone performance operative anche dopo la quotazione. Dopo l'Ipo, gli indicatori registrano una lieve flessione, coerentemente con quanto accade negli altri mercati internazionali. Il Roi (return on investment, l'indicatore che misura la redditività del capitale investito) pari in media al 18,7% prima della quotazione, scende nei tre anni successivi in media all'11,2%. Il Roa (return on assets, l'indicatore che misura la redditività sul totale delle attività dell'impresa) scende al 7,3% rispetto a un livello medio pre Ipo del 10,1. Quotazione e organizzazione aziendale - L'apertura del capitale richiede relazioni trasparenti con nuovi stakeholders quali analisti, investitori istituzionali, azionariato diffuso e stampa finanziaria. La necessità di sostenere le nuove esigenze relazionali dà luogo a significativi cambiamenti nei sistemi organizzativi e di governance che, indotti dalla necessità di dialogare con l'esterno, acquisiscono una valenza autonoma, imprimendo una rapida accelerazione al processo di evoluzione interna. Il 91,9% delle imprese dichiara di aver apportato modifiche alla propria organizzazione nel periodo immediatamente precedente l'Ipo mentre il 100% lo ha fatto successivamente. Sui sistemi di controllo di gestione e di pianificazione strategica sono intervenute rispettivamente l'85,2% e l'84,7% delle imprese, con modifiche di natura prevalentemente incrementale. Oltre il 77,0% delle imprese ritiene che la quotazione abbia agito come "acceleratore" di un cambiamento che si sarebbe prodotto in tempi più dilatati, in quanto considerato necessario a supporto di una chiara volontà di crescita. Gli intervistati ritengono che, grazie ai cambiamenti avvenuti, tali sistemi siano meglio in grado di pianificare le strategie aziendali, definire gli obiettivi finanziari, controllare le performance, reagire tempestivamente al cambiamento e, come primo elemento, sostenere le esigenze della comunicazione finanziaria. Il sistema di comunicazione esterna è infatti quello maggiormente interessato dal processo di riorganizzazione. Tutte le imprese hanno dichiarato di aver modificato i loro sistemi di comunicazione, con elevati tassi di introduzione ex novo di sistemi formalizzati di comunicazione di informazioni price sensitive (85,7%) o di figure organizzative preposte alle relazioni con gli investitori (98,9%). In secondo piano, per ora, gli interventi finalizzati a una più efficiente condivisione dei flussi informativi all'interno della società. Anche il sistema di governance e controllo interno è stato interessato dalla riorganizzazione, in parte per gli obblighi regolamentari imposti dalla quotazione. Il 90,6% delle imprese ha dichiarato di aver costituito un Comitato di Controllo Interno e il 93,3% di aver inserito figure indipendenti nel proprio Consiglio di Amministrazione. Il maggior effetto attribuito a questi cambiamenti è un incremento di fiducia dei soggetti esterni sulla trasparenza della società. In seconda battuta, ha consentito di ottenere contributi indipendenti nella discussione delle strategie aziendali e un maggiore controllo dei rischi operativi. In quasi i due terzi dei casi (65% circa), le imprese hanno dichiarato che i sistemi di comunicazione e di governance, a differenza di quelli di controllo di gestione e di pianificazione strategica, non sarebbero stati introdotti o rafforzati in assenza della quotazione. Questo ambito di cambiamento assume quindi un carattere di rottura rispetto all'evoluzione pianificata dall'impresa in assenza di essa. Conclusioni - La quotazione in Borsa è un momento rilevante nella vita di un'impresa. Lo è dal punto di vista delle opportunità di crescita ma soprattutto per l'evoluzione dei comportamenti finanziari e per gli effetti che produce sull'organizzazione aziendale. L'accesso al mercato azionario fornisce infatti un importante strumento a supporto della crescita aziendale, anche per le società mature che operano nei settori tradizionali. Le imprese neoquotate, oltre a evidenziare una crescita del fatturato superiore alla media nazionale, hanno dichiarato (in 4 casi su 5) che in assenza della quotazione il tasso di sviluppo sarebbe stato inferiore. Per quanto riguarda i cambiamenti organizzativi collegati all'accesso al mercato, questi non sono vissuti come un momento di rottura nella vita aziendale, ma piuttosto come uno stimolo per accelerare il proprio processo di sviluppo. Le imprese hanno ben percepito il contributo generato dalla quotazione sulla propria struttura organizzativa: circa l'80% ritiene che questi cambiamenti abbiano - direttamente o indirettamente - creato valore. È dunque questo l'elemento che rappresenta il più importante beneficio nel medio-lungo termine. Quotarsi significa dunque affrontare un momento impegnativo e di ripensamento della struttura aziendale, che non costituisce però un investimento fine a se stesso, in quanto i benefici in termini di sviluppo ed efficienza ripagano pienamente i costi sostenuti.  
     
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