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Notiziario Marketpress di Giovedì 09 Giugno 2005
 
   
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  FERMATO L'INVIATO DI PEACEREPORTER UNICO GIORNALISTA ITALIANO NELL'INFERNO DI ADDIS ABEBA  
   
  Milano, 9 giugno 2005 - Dalle pagine del sito del sito di informazione internazionale, Emilio Manfredi racconta minuto per minuto la drammatica situazione di queste ore in Etiopia "Etiopia, strage di manifestanti. Testimoni oculari: 'I soldati hanno finito i feriti con un colpo alla testa'". Emilio Manfredi, inviato di Peacereporter, racconta la drammatica situazione che si sta vivendo in queste ore ad Addis Abeba, la capitale dell'Etiopia. Emilio Manfredi è l'unico giornalista italiano sul posto e dalle pagine di Peacereporter (www.Peacereporter.net) aggiorna costantemente i lettori su ciò che accade nella capitale nel giorno della manifestazione studentesca repressa dalle forze di polizia che finora è costata la vita a 24 persone. Manfredi racconta con dovizia di particolari la drammaticità della vicenda: dai primi scontri con i soldati alla repressione vera e propria, il tutto corredato da immagini fotografiche di grande impatto. Manfredi parla anche della vicenda che, nel pomeriggio, lo ha visto protagonista. Il giornalista è infatti stato arrestato mentre si trovava a Mexico Square ed è stato rilasciato solo dopo un'ora. Spiega Manfredi: "Quando siamo arrivati a Mexico Square la zona era completamente presidiata dalla Federal Police. Non sparavano più. Abbiamo visto centinaia di manifestanti feriti, colpiti alla testa durante gli scontri con i militari che hanno caricato la folla picchiando con i calci dei fucili. Altre centinaia di persone arrestate venivano caricate sui camion militari e portati verso una vicina base dell'esercito. Mentre fotografavamo uno di questi camion siamo stati arrestati dalla polizia e portati in un commissariato. Volevano sequestrarci la macchina fotografica. Dopo un'ora di fermo, grazie al tempestivo intervento della diplomazia italiana siamo stati rilasciati". Su www.Peacereporter.net  tutti gli aggiornamenti minuto per minuto.  
     
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