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Notiziario Marketpress di Venerdì 10 Giugno 2005
 
   
  Web moda & tendenze  
  FARE SHOPPING E ANDARE A TEATRO NELLO STESSO LUOGO GRAZIE A UN PROGETTO FIRMATO ZARA  
   
  L’ultima iniziativa di Zara porta un negozio d’abbigliamento all’interno di un luogo storico: il torinese Cinema della Vittoria, in via Gramsci, una delle prime sale cinematografiche della città sabauda. Un decisione, quella di Inditex, classificabile come progetto di marketing socio-culturale: recuperare un luogo ormai dismesso ma di alta valenza civica, dedicarne una parte allo store Zara e riqualificarne la restante attraverso la costituzione di un teatro, il Teatro Vittoria. Un proscenio all’ultimo piano della struttura, ove si alterneranno prosa, musica, poesia, filosofia. In piena sintonia con l’intuizione che ha portato il gruppo fondato da Amancio Ortega Gaona a democratizzare la moda, creando un modello di business che rifiuta il concetto elitario di stile per tradurre tendenze altrimenti esclusive in modelli fruibili da tutti. Così è nato un impero che conta oltre duemila negozi in 50 paesi del mondo. Ora, questa attitudine supera la moda per salire di un gradino e abbracciare la cultura in senso lato. Per Zara, non è una novità. Nel 2001 fu proprio Amancio Ortega a inaugurare una fondazione che porta il suo nome, un’istituzione privata senza scopo di lucro che ha come obbiettivo la promozione di ogni tipo di attività nei campi della cultura, dell’istruzione, della ricerca e della scienza. Nel corso della sua attività imprenditoriale, inoltre, il gruppo spagnolo è stato definito impresa responsabile e socialmente impegnata. In primis, per una strategia commerciale che concilia interessi complessi, quelli della clientela, dei fornitori, dei dipendenti e degli azionisti della società. In secondo luogo, per la trasparenza delle proprie attività e per lo sviluppo di obbiettivi sostenibili. In questi anni, Inditex ha elaborato politiche di gestione capaci di compenetrare i vari livelli d’impresa: economico, sociale, ambientale. Ogni negozio, del resto, esprime attraverso il proprio merchandising e l’approccio del personale la centralità del consumatore, il suo rapporto diretto con la proposta merceologica e la totale libertà di scelta, replicabile di settimana in settimana grazie alla velocissima rotazione dei capi. A Torino, il desiderio di creare valore aggiunto va ben oltre la facciata commerciale. Grazie a professionisti che hanno trasformato l’estetica del Teatro: gli architetti Origlia d’Isola e Marsan, l’ingegner Alessandro Ferri per l’allestimento degli interni, il professor Enrico Moretti per l’acustica della Sala. Nasce così una nuova realtà, un riuscito esperimento di marketing territoriale che, grazie alla collaborazione del Comune di Torino, offrirà a 200 spettatori alla volta una programmazione varia. Per la prima volta, lo schema di teatro “chiuso” su se stesso, slegato dal mondo esterno, si rompe a favore di una sinergia tra commercio e cultura. Ma, quel che è più importante, grazie a questo Torino ritrova, vicino a un tempio dello shopping, uno dei suoi luoghi più cari.  
     
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