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Notiziario Marketpress di
Lunedì 13 Giugno 2005
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L’INDUSTRIA DELLA TECNOLOGIA PER CERAMICA IN CONTROTENDENZA. IL SETTORE SI È MOSTRATO PARTICOLARMENTE VITALE NEL 2004 CON UN FATTURATO DI 1.593,4 MILIONI DI EURO (+13,6% SUL 2003) |
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Modena, 9 giugno 2005 Con i risultati del 2004 si interrompe il trend negativo iniziato nel 2001. Registrano un importante risultato positivo soprattutto le vendite di macchinari verso l’industria italiana produttrice di piastrelle (+14,1%); anche le vendite verso l’industria dei laterizi segnano un confortante + 7,1%, derivante soprattutto dal fatturato estero (+13,8%) Si interrompe il processo di contrazione di mercato in Europa (+24,6% rispetto al 2003), derivante soprattutto dal perdurare della crisi del mercato spagnolo; registrano inoltre valori in crescita le vendite in Medio Oriente (con un significativo + 54,3%), Nord, Centro e Sud America, Cina e paesi dell’Europa orientale; si conferma invece in trend negativo delle esportazioni verso il Sud Est Asiatico dove le vendite scendono di un 32,1%. In leggero calo anche l’Africa (-6,6%) Alla vigilia dell’Assemblea Annuale di Acimac, svoltasi venerdì 10 giugno, presso il Castello di Spezzano (Modena), il Presidente Pierluigi Ponzoni ha presentato alla stampa i dati relativi all’andamento dell’industria italiana produttrice di macchine per ceramica nell’anno 2004, emersi dalla 13a Indagine Statistica Nazionale Annuale. Le imprese italiane fornitrici di macchine per ceramica nel 2004 sono risultate 175, rispetto alle 173 dell’anno precedente, rappresentando il saldo tra chiusure e creazione di nuove imprese, fusioni e incorporazioni. Il 2004 si è chiuso per il settore con un volume d’affari complessivo pari a 1.593,4 milioni di euro (+13,6% sul 2003) con un incremento in valori assoluti di 191 milioni di euro. Solo in parte recuperato il calo delle vendite sul mercato italiano registrato nel 2003 (-11,5%),il fatturato infatti si assesta a 448 milioni di euro con un incremento rispetto al 2003 di + 4,6% pari a 19,5 milioni di euro in valori assoluti. Al contrario, le esportazioni hanno registrato un sensibile incremento rispetto ai livelli del 2002 e 2003, passando da 974, del 2003, a 1.145,4 milioni di euro. L’incidenza dell’export sul fatturato totale del settore sale pertanto dal 69,4% al 71,9%. Il 2004 ha visto il recupero delle vendite anche sui mercati, come l’Unione Europea, che registravano un perdurante trend negativo; fa eccezione il Sud Est Asiatico dove le vendite continuano il processo di contrazione. Il Medio Oriente, che registra una crescita ininterrotta ormai dal 1999, supera nel 2004 l’Unione Europea, diventando la prima area geografica per esportazione di tecnologia ceramica italiana che qui raggiunge vendite pari a 280,3 milioni di euro (+54,3%).L’iran rimane il paese in cui è più forte la domanda di macchine ed impianti italiani. L’unione Europea ha registrato un parziale recupero delle vendite passando da 192 a 239,3 milioni di euro e risalendo a una quota del 20,9% del fatturato estero totale. Questi risultati non sono però sufficienti al mantenimento del primato come principale area di esportazione. La Ue infatti si colloca nel 2004 al secondo posto, dietro il Medio Oriente. Le difficoltà dell’industria spagnola produttrice di piastrelle rimangono la principale causa della minore domanda di tecnologia in quest’area Terzo mercato di esportazione diventano i paesi dell’Europa orientale nei quali, dopo un anno di calo fisiologico, riprende il trend positivo di crescita delle vendite che raggiungono il valore, in termini assoluti, di 150,1 milioni di euro, che significano un +39% di crescita rispetto al 2003. Riprendono anche le vendite in Cina, Hong Kong e Taiwan che si assestano nel 2004 a 97,9 milioni di euro (+20,3%), mentre il resto dell’Asia registra un segno negativo di -32,1%. Questo perdurante risultato in calo si deve soprattutto alla sensibile diminuzione delle vendite nel Sud Est Asiatico. In leggero calo le esportazioni in Africa (-6,6%) che però nel 2003 avevano registrato un incremento del 24,2%, mentre sia nell’area nordamericana del Nafta, dove le esportazione si concentrano principalmente in Messico, e che registra un +6,1%, e nel Centro e Sud America (+16,2%), le esportazioni continuano a registrare una progressiva crescita. Il 2004 conferma, senza particolari scostamenti, la ormai consolidata ripartizione delle vendite di macchine in riferimento alle sei diverse tipologie di industrie ceramiche clienti, ossia i settori produttori di piastrelle (l’82,8% del fatturato totale del comparto), di laterizi (l’8,3%), di sanitari (il 5,7%), di stoviglieria (il 2%), refrattari e ceramica varia (rispettivamente l’ 1.1% e lo 0,1%). Il valore delle vendite di impianti per la produzione di piastrelle, è salito sensibilmente da 1.156,6 a 1.319,9 milioni di euro (+14,1% sul 2003). Più contenuto l’aumento delle vendite in Italia che ha registrato un + 5,4% sul 2003 salendo a 361,9 milioni di euro. Significativo invece l’aumento delle esportazioni destinate a questo specifico comparto, pari a 958 milioni di euro (+17,8 % sul 2003, cioè 144,8 milioni di euro in valori assoluti). Per quanto riguarda le altre tipologie di macchine per ceramica, colmano solo parzialmente il calo registrato fra 2002 (160 milioni di euro) e 2003 (122,8 milioni di euro) le macchine per laterizi che registrano un fatturato di 131,6 milioni di euro, mentre registrano un notevole incremento le vendite di macchine per sanitari (da 65,5 a 91,11 milioni di euro), macchine per refrattari (da 12,2 a 17,3 milioni di euro); battuta d’arresto invece per macchine per stoviglieria (che ritornano quasi ai livelli del 2002 passando da 37,6 a 31.2 milioni di euro) e calano drasticamente le vendite di macchine destinate alla ceramica varia (da 7,8 a 2,3 milioni di euro). Come nel 2003 rispetto al 2002, l’incidenza delle singole tipologie di macchine sulla composizione del fatturato totale di settore non ha registrato nel 2004 scostamenti significativi rispetto a quella storica. La maggior parte dei settori regista una crescita, compresi anche quelli che erano in calo nel 2003, e cioè le macchine destinate alla formatura del prodotto (presse), che hanno registrato un aumento del 22,6% e quelle destinate alla cottura (+34,7%). In calo, invece, la vendite di stampi (-4,7%), di impianti per la scelta, confezionamento e pallettizzazione (-19,1%) e di strumenti di laboratorio (-53,1%). Il 2005 riflette in parte quanto già emerso in fase previsionale: il parziale recupero del mercato spagnolo e la crescita di Russia e Medio Oriente. Va rilevato comunque che, pur a fronte di un fatturato in sostanziale crescita, continuano a ridursi i margini di redditività per la maggior parte delle aziende del settore prevalentemente composto da piccole e medie imprese. A questo si aggiunge la persistente incertezza del quadro economico mondiale che influisce pesantemente su un comparto che storicamente ricava dalle esportazioni oltre i due terzi del proprio fatturato, con presenze consolidate su tutti i mercati mondiali. A dimostrazione di ciò, i primi sei mesi dell’anno in corso registrano un generalizzato calo della domanda. Per quanto riguarda i prossimi sei mesi le vendite dovrebbero vedere un parziale recupero, che comunque difficilmente consentirà di chiudere l’anno sugli stessi valori di fatturato del 2004 Per quanto riguarda i mercati si prevede che continui il trend positivo del paesi dell’Europa Orientale, mentre il Medio Oriente, in particolare l’Iran, potrà registrare una fisiologica flessione degli acquisti. Il comparto, per continuare ad essere competitivo in un quadro internazionale non stabile, dovrà proseguire nell’offerta di proposte tecnologiche sempre più innovative e di conseguenza continuare ad investire nella ricerca. Dovrà inoltre, per questo motivo, continuare sulla strada del già avviato, seppur lentamente, processo di aggregazione, quale elemento vitale, per riuscire ad assorbire i costi crescenti della ricerca e del presidio dei mercati.
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