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Notiziario Marketpress di Martedì 14 Giugno 2005
 
   
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  GIORGIO SQUINZI ELETTO PRESIDENTE DI FEDERCHIMICA: "DOBBIAMO TORNARE AD AVERE L'OSSESSIONE PER LA CRESCITA".  
   
  Milano, 14 giugno 2005 - L’assemblea Federchimica, riunitasi ieri, ha eletto Giorgio Squinzi alla Presidenza della Federazione Nazionale dell’Industria Chimica. Giorgio Squinzi è Amministratore Unico di Mapei, azienda leader mondiale nel settore della chimica per l’edilizia. Fa parte della Giunta di Confindustria, di cui ha ricoperto il ruolo di Vice Presidente con delega per la Ricerca. L’assemblea ha espresso un vivo apprezzamento per l’attività svolta da Diana Bracco, Presidente uscente, e un sentito ringraziamento per aver rafforzato l’autorevolezza e il prestigio della Federazione nel corso del suo mandato. Nella sua relazione, il Presidente Squinzi ha posto l’accento sui nodi che è necessario sciogliere per rilanciare la competitività, in un Paese, come l’Italia, dove “la presenza di una cultura anti-industriale è uno dei problemi più gravi”. “Nel mercato globale non sono solo le Imprese che si fanno concorrenza, ma anche le nazioni. E una nazione senza cultura industriale non può aiutare la competitività delle sue imprese”. Per l’industria chimica la priorità è una sola: imboccare tutti, con maggior decisione, la strada dello Sviluppo Sostenibile. Per fare questo ci vuole coraggio e impegno da parte delle imprese ma ci vuole anche un deciso cambiamento del rapporto Stato-impresa. “Ogni politica per la competitività - ha dichiarato Squinzi - sembra doversi infrangere contro il muro del deficit pubblico. Noi crediamo, invece, che una politica mirata ad un sistema normativo semplice e non penalizzante per la competitività non costi proprio nulla. Costa solo tanto coraggio politico, ed è questa la vera priorità nel confronto col Governo, in quanto normative efficienti e burocrazia al servizio delle imprese significano competitività e benessere”. C’è una grande opportunità per dimostrare che si vuole cambiare veramente, e definire “normative orientate alla competitività”; è il caso della Delega per il Riordino della Normativa Ambientale. “I tempi sono molto stretti per poterla portare a termine prima della ‘vacanza’ elettorale. Bisogna fare in fretta e bene”. La Delega Ambientale è l’occasione unica per dichiarare morta per sempre la moda assurda di “migliorare” con maggiori vincoli per le imprese le Direttive europee nel recepimento in Italia. I dati dimostrano che l’industria chimica in Italia ha saputo migliorare le proprie performance ambientali tra il 50 e il 90% negli ultimi 15 anni. Questo impegno deve essere finalmente apprezzato da tutti”. A proposito del Reach, la Nuova Politica Europea sulle Sostanze Chimiche, Squinzi ha dichiarato: “Forse siamo riusciti a far capire che non è una normativa che interessa solo il settore chimico, ma tutta l’industria. Se la versione finale accettasse inutili aggravi, vorrebbe dire che di ‘better regulation’ se ne parla solo nei salotti di Bruxelles, mentre nei fatti si lavora solo contro la competitività industriale. Ho fiducia, perchè siamo sempre più ascoltati e forse i rischi di declino industriale fanno aprire gli occhi anche ai ciechi”. In materia di Relazioni Industriali il Presidente Squinzi è stato determinato. Le parti sociali devono sostenere lo sforzo competitivo delle imprese. “Non consideriamo esaurito il ruolo del Contratto Chimico, che è stato soprattutto quello di cogliere esigenze, orientare scelte e comportamenti e favorire lo sviluppo di relazioni industriali adeguate a sostenere il cambiamento. Il Ccnl ha permesso al comparto di realizzare importanti obiettivi quali: bassissimi livelli di conflittualità, una dinamica retributiva coerente con l’inflazione, una significativa quota di retribuzione aziendale variabile, un’ampia flessibilità negli orari di lavoro e nelle assunzioni a termine, un importante impegno sul fronte della formazione continua ed una alleanza strategica con il sindacato sui temi ambientali e della sicurezza. Difendiamo e sosteniamo il nostro sistema perchè negli anni si è dimostrato adeguato e soddisfacente per le esigenze del settore Abbiamo poi, per primi, aperto la strada della previdenza complementare con Fonchim e più recentemente dell’assistenza sanitaria integrativa con Faschim.”. Le performance degli ultimi anni indicano che – nonostante un Sistema Paese che ha giocato contro – la chimica ha mostrato, almeno finora, risultati migliori di tanti altri settori italiani. Ad esempio per quanto riguarda l’export, l’industria chimica insieme alla farmaceutica, ha mostrato i migliori tassi di crescita da quando ci sono i cambi fissi. “Con questo non voglio nascondere – ha proseguito Squinzi - che per gran parte della chimica in Italia il momento attuale è il più difficile degli ultimi decenni. Quest’anno non cresceremo e di conseguenza saremo ancora sotto i livelli dell’anno 2000. Ma non ci dobbiamo piangere addosso. Quei piccoli segnali di tenuta dell’export ci dicono che la chimica è uno dei pochi settori che oltre a subire i rischi può cogliere le opportunità del mercato globale, dove non c’è alternativa a un impegno forte su internazionalizzazione e ricerca”. “Dobbiamo tornare ad avere l’ossessione per la crescita – ha concluso il Presidente di Federchimica - quella che avevano i nostri padri. Deve essere un’ossessione di molti, perchè l’Italia, e la chimica in Italia, non possono vivere di poche imprese ma devono avere una base forte di imprese e imprenditori di successo.” Alla parte pubblica dell’Assemblea, incentrata sul tema: “Cultura scientifica e competitività industriale”, hanno partecipato il Sottosegretario al Ministero del Welfare, Maurizio Sacconi, il Presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo, Lorenzo Ornaghi, Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Tito Boeri, Docente di Economia del Lavoro, Università Bocconi.  
     
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