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Notiziario Marketpress di Mercoledì 15 Giugno 2005
 
   
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  PRIMO RAPPORTO SESSUALE, A RIMINI I PIÙ PRECOCI I LUOGHI DELLE VACANZE, RIVIERA ROMAGNOLA IN TESTA, SONO QUELLI IN CUI IL DEBUTTO SESSUALE AVVIENE PRIMA SOPRATTUTTO PER LE RAGAZZE, CHE SOLO IN ESTATE E DURANTE LE VACANZE VEDONO RIDURSI LE PRESSIONI SOCIALI  
   
  Milano, 15 giugno 2005 - L’età del primo rapporto sessuale è più alta in Italia che in gran parte dell’occidente, con la frequenza maggiore che si attesta intorno ai 18-19 anni per i maschi e i 20-21 per le femmine, ma è più bassa tra i giovani che vivono nelle aree legate al turismo estivo. In una scomposizione territoriale condotta da Francesco Billari, demografo dell’Università Bocconi, e Riccardo Borgoni della Bicocca risulta che la latitudine alla quale vi sono le maggiori probabilità di avere il primo rapporto sessuale prima dei 19 anni è quella di Rimini. Il legame tra la geografia e l’età del primo rapporto è più forte per le femmine che per i maschi, perché è sulle ragazze che pesano di più le pressioni sociali, che spesso tendono a indebolirsi in estate e nei periodi di vacanza. “Per le ragazze è evidentissimo un gradiente che va da Sud, dove l’età del primo rapporto è tardiva, a Nord, dove si abbassa, mentre la distribuzione dei maschi è più a macchia di leopardo”, dice Billari. “In molte regioni la pressione delle norme sociali è forte per le ragazze, mentre è sostanzialmente assente per i ragazzi”. Lo stesso Billari e Letizia Mencarini dell’Università di Firenze hanno evidenziato l’esistenza di una doppia morale in uno studio condotto tra gli studenti universitari italiani. In un questionario è stato chiesto se ritenessero che un ipotetico gruppo di amici avrebbe o meno approvato il comportamento di una ragazza che aveva avuto il primo rapporto sessuale in età precoce e di un maschio che aveva fatto lo stesso. Ebbene, solo nel 16% dei casi gli studenti ritengono che il gruppo di amici disapproverebbe il maschio, ma l’87% di loro sono sicuri che stigmatizzerebbe lo stesso comportamento femminile. “Quella sulla morale sessuale, è la prima, con l’ineguale divisione del lavoro domestico tra i genitori, e una delle più persistenti disuguaglianze di genere che ci si trova ancora ad affrontare nella vita. Ciò in un mondo in cui lo sbilanciamento nella divisione del lavoro in famiglia va diminuendo, le possibilità di accesso agli studi superiori si stanno avvicinando e i risultati scolastici parlano, ormai, a favore delle donne”, sostiene ancora Billari. Il suo riflesso sulle disuguaglianze di genere è uno dei motivi che rendono scientificamente rilevante il comportamento sessuale dei giovani, insieme ai motivi connessi alla salute riproduttiva e sessuale. Non è un caso, allora, che una terza ricerca, condotta ancora da Billari e Borgoni, faccia pensare a una possibile relazione tra le pressioni sociali e la salute sessuale. La diffusione dei metodi contraccettivi nel primo rapporto ricalca, infatti, quella dell’età del debutto sessuale delle ragazze, con un uso scarso al Sud, medio al Centro e alto al Nord. L’utilizzo dei metodi contraccettivi va, comunque, diffondendosi con il tempo. Li hanno utilizzati, alla loro prima esperienza sessuale, il 33% degli italiani nati tra il 1946 e il 1955, il 44,7% di quelli nati tra il 1956 e il 1965 e il 67,7% di quelli nati tra il 1966 e il 1976.  
     
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