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Notiziario Marketpress di Giovedì 16 Giugno 2005
 
   
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  SCATTA L’ALLARME NEL SETTORE BIETICOLO-SACCARIFERO: MOBILITAZIONE PER DIRE “NO” ALLA NUOVA PROPOSTA OCM ZUCCHERO.  
   
  Associazioni bieticole e società saccarifere in agitazione contro la nuova proposta Ocm (Organizzazione Comune di Mercato) che sarà presentata alla Commissione Ue il prossimo 22 giugno. In Italia a rischio 46 mila bieticoltori, 19 zuccherifici, 77.000 posti di lavoro, per un valore agricolo di 600 milioni di euro e un fatturato industriale pari a 1,3 miliardi. È mobilitazione generale nel settore bieticolo-saccarifero contro i tagli della nuova proposta Ocm zucchero del Commissario Europeo all’Agricoltura Marianne Fischer Boel, che sarà presentata ufficialmente alla Commissione Ue il prossimo 22 giugno. In risposta alla riforma comunitaria, associazioni bieticole, società saccarifere e organizzazioni professionali agricole hanno pianificato nei prossimi giorni una mobilitazione generale con manifestazioni diffuse sul piano nazionale ed europeo. L’obiettivo è dire “no” al piano di riforma, nella convinzione che se l’Unione Europea lo approvasse con l’impostazione attuale gli effetti sul futuro del settore sarebbero devastanti, con il rischio più che attuale di causare la scomparsa della bieticultura e dell’industria saccarifera italiana, con pesanti ricadute negative sull’occupazione diretta e dell’indotto. In questo contesto, tutti i rappresentanti della filiera bieticolo-saccarifera scenderanno in piazza nei prossimi giorni per manifestare la grande preoccupazione verso la riforma che l’Unione Europea si appresta ad approvare, ponendo nel contempo all’attenzione dell’opinione pubblica i gravi pericoli che incombono su un settore di rilevante importanza per l’intera economia del Paese. Una grande iniziativa nazionale volta a portare all’attenzione dell’opinione pubblica le tematiche e i rischi per l’intero settore della riforma comunitaria zucchero. I punti più contestati della nuova Ocm sono la riduzione del 39% del prezzo dello zucchero nel giro di due campagne e del 42,6 % di quello delle bietole, nonché un regime di riduzione delle quote comunitarie, che, se messo in atto, porterebbero al tracollo l’intero sistema nazionale. Come contropartita gli agricoltori avrebbero un aiuto disaccoppiato che compenserebbe solo del 60% il taglio dei prezzi. Per quanto riguarda le industrie che volessero cessare la propria attività, la riforma prevede un piano volontario di abbandono delle quote in quattro anni, incentivato tramite un aiuto a decrescere (da 730 euro a tonnellata nel 2006–2007 a 370 euro nel 2009-2010). Il regime delle quote e dei prezzi verrebbe poi prorogato fino al 2014-15. Inoltre, rispetto alle condizioni fino ad oggi esistenti, si aggiunge l’impossibilità di esportare le eccedenze verso Paesi extracomunitari, visto che l’Unione Europea sta perseguendo una politica di continua riduzione delle restituzioni alle esportazioni. Una situazione questa che, tra l’altro, incentiva un sempre maggiore afflusso di zucchero sul mercato italiano proveniente dai Paesi comunitari tradizionalmente esportatori, quali Francia e Germania che prima esportavano fuori Europa. Con queste condizioni l’Italia scomparirebbe dal settore in qualità di Paese produttore, per divenire solo un mercato di consumo.  
     
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