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Notiziario Marketpress di Giovedì 16 Giugno 2005
 
   
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  OSSERVATORIO DEL SALONE DEL VINO: IL CONSUMO IN LEGGERA RIPRESA, TIRANO I VINI ALIMENTO O QUELLI DA SOGNO, I PREZZI SI RAFFREDDANO E RISALE L’EXPORT  
   
  Resta bassa la fiducia degli operatori. Chi beve sta attentissimo al rapporto qualità prezzo che è diventato, anche nei mercati esteri, il fattore decisivo. Lčexport si orienta verso lčEuropa dellčEst e dà segni di risveglio. Leggero progresso anche nei consumi. Questi temi saranno dal 27 al 30 ottobre al centro della quinta edizione del Salone del Vino di Torino. Ma il vino è davvero in crisi? Eč questa la domanda a cui ha cercato risposte la prima analisi del 2005 condotta dallčOsservatorio del Salone del Vino, il centro studi no profit di Promotor International al servizio del Salone del Vino che questčanno tiene la sua quinta edizione dal 27 al 30 ottobre al Lingotto di Torino. Pur rimanendo bassa, la fiducia degli operatori è tuttavia in risalita dal picco negativo toccato nel primo semestre del 2004. Eč il primo sintomo di una leggera ripresa del settore che beneficia sostanzialmente di due fattori: il moderato recupero dei consumi sul mercato interno e i sintomi di risveglio nellčexport con la sostituzione del principale mercato, la Germania, con quello dei paesi dellčEst. Le cantine italiane dopo un periodo di forte contrazione della domanda dallčestero hanno cominciato ad esplorare nuovi mercati che stanno consentendo al sistema vino di non arretrare in volumi e in valore nel bilancio delle esportazioni. In particolare tra il primo trimestre 2005 e il quarto trimestre 2004 hanno dato soddisfazione agli operatori il mercato russo (+ 18%) il mercato statunitense (+ 8%), in generale i mercati dei paesi dellčEst (+ 9%). Lčanalisi condotta dallčOsservatorio del Salone del Vino evidenzia una sostanziale tenuta dei consumi interni che danno segni di ripresa. Il fattore decisivo rimane comunque il rapporto prezzo qualità. I consumi Sul mercato interno si registra una tenuta nel 2004 e una lieve ripresa nel primo trimestre del 2005. Nel secondo semestre del 2004 e nel primo trimestre del 2005 a fronte di una caduta di consumi delle bevande alcoliche di oltre 6 punti percentuali il vino ha registrato una sostanziale tenuta. I volumi si sono incrementatati di quasi un punto percentuale in quantità (+0,7% sul finire del 2004 e +0,2% nei primi tre mesi del 2005), ma con una perdita di valore dello 0,7% (frutto di un -0,5% nel secondo semestre 2004 e di un ulteriore arretramento dello 0,2% nel primo trimestre del 2005). I prezzi - Secondo i dati dellčIsmea, che lčOsservatorio del Salone del Vino ha rielaborato, gli andamenti dei prezzi allčorigine dei vini sfusi da tavola bianchi sono in discesa passando dai 3,52 euro a grado nel maggio di un anno fa ai 2,62 euro di maggio 2005 e per i rossi si è passati, nellčarco di un anno, da 3,71 a 2,74 euro a grado. Ancora più marcata la flessione dei prezzi, allčorigine e sfusi, dei vini a denominazione passati in unanno da 100,37 euro a 88,81 euro al quintale e per i rossi da 129,93 euro a 101,39 euro al quintale. La riduzione della forbice di prezzo tra bianchi e rossi (per i vini da tavola si è passati da uno spread di 25 a uno di 5 punti percentuale sui prezzi allčorigine tra le due tipologie) è unčaltra spia della mutazione della domanda che va alla ricerca di vini buoni di prezzo basso e di consumo immediato. Lčexport - Il saldo del 2004 si è chiuso con un incremento di importazioni del 29,32% di vini a denominazione e con un incremento di vini da tavola del 6,06% per un totale complessivo dčincremento in valore del 5,37%. Ma i vini importati in Italia non rappresentano in valore neppure lč8% delle nostre esportazioni che, sempre in valore, sono cresciute complessivamente del 5,43%. I vini da tavola in valore sono cresciuti nellčexport del 6,26%, i vini a denominazione hanno messo a segno un modesto +4,35% invertendo una tendenza, che è durata dal 1997 al 2002, di continua crescita delle esportazioni italiane di vini di qualità contro un sostanziale arretramento dei vini da tavola. Dei 16 milioni di ettolitri di vino che abbiamo spedito oltre frontiera, ben 4,5 milioni sono ancora oggi rappresentati da vino sfuso ed è opinione sia di Ismea, che di Ice, che degli operatori interpellati dallčOsservatorio del Salone del Vino, che il prezzo sia il fattore decisivo per questa sostanziale stasi nellčexport del vino di qualità che ha sostituito parzialmente il primo mercato, la Germania, con una impennata di domanda da parte dei mercati dellčEst Europeo e una sostanziale tenuta del mercato nordamericano, dove si segnala un cauto risveglio di domanda. Ma proprio sul mercato Usa il fattore prezzo è diventato decisivo. Le tendenze - Le tendenze di mercato e di consumo indicano che cčè un riavvicinamento del bianco rispetto al rosso con un significativo incremento delle bollicine e una ripresa di attenzione di consumo dei rosati (in Gran Bretagna il consumo di rosati è passato dal 2,8% al 5,7 % del mercato). Si conferma anche che la piramide del vino è stata ridisegnata dai consumatori. Oggi i livelli sono così strutturati: il vino quotidiano o alimento, il vino leisure o di piacevolezza, il vino ostentazione e infine il vino da sogno. La base e il vertice di questa nuova piramide dei consumi sembrano già fuori dalla crisi mentre i due livelli intermedi, che corrispondono anche ad una fascia di prezzo compresa tra i 15 e i 30 euro, sono quelli che maggiormente stentano non solo sul mercato interno, ma anche su quelli internazionali. Le sfide - Ripensare il mercato, rifare lčimmagine del vino. Alla filiera enologica serve uno scatto in avanti per agganciare la ripresina dei consumi, per difendersi dallčaggressione dei vini di basso prezzo che vengono dai paesi emergenti, per conquistare nuovi spazi commerciali, cercando di superare lčappeal che in questo momento tra le produzioni europee- sembrano aver guadagnato le bottiglie spagnole. Le strategie vincenti sono: concentrare lčattenzione sul consumatore, innovare la comunicazione e passare, sui mercati esteri, dallčaffermazione dellčidentità alla strategia territoriale agganciando il vino allčimmagine dellčItalian Style e al Made in Italy, anche attraverso una forte valorizzazione delle produzioni di qualità da vitigni autoctoni. Esattamente i temi che saranno, dal 27 al 30 ottobre, al centro della quinta edizione del Salone del Vino di Torino: prezzi, difesa degli autoctoni, strategia commerciale e di comunicazione, apertura di nuovi mercati.  
     
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