|
|
|
|
|
|
|
Notiziario Marketpress di
Giovedì 16 Giugno 2005
|
|
|
|
|
|
Pagina4 |
|
|
LA NATURA NEL TEMPO SOSPESO MOSTRA PERSONALE DI ROMANO BERTUZZI A CURA DI VALERIO DEHÒ |
|
|
|
|
|
Bologna, 16 giugno 2005 - Martedì 14 giugno è stata inaugurata presso la Dipaolo Arte a Bologna la mostra “La natura nel tempo sospeso” a cura di Valerio Dehò. La mostra vede come protagonista un artista singolare e intrigante che ha al proprio attivo numerose mostre e performances altretanto singolari e intriganti: Romano Bertuzzi. In mostra ci saranno 10 disegni di varie dimensioni. Tutte le opere, inedite e sviluppate appositamente per questa mostra, sono eseguite con la tecnica matita su carta. La storia artistica di Romano Bertuzzi, piacentino, ha una sua atipicità che va rimarcata perché il suo lavoro attuale va compreso all’interno di una poetica estremamente rigorosa e particolare. Negli anni ‘90 l’artista sceglie di dedicarsi ad una forma di ragionata opposizione alla civiltà tecnologica e dei consumi. La sua preoccupazione consisteva nel tentativo di preservare alcune coordinate speciali della sua condizione antropologica e in primo luogo il sapere materno. L’arte per Bertuzzi, e per gli artisti che hanno fatto una scelta analoga, è stato un momento importante non di ricerca del nuovo a tutti i costi, ma un recinto in cui coltivare i frutti della tradizione, i saperi di una cultura contadina tra Emilia e Lombardia, che continuano ad avere un senso, nonostante i tentativi di metterli da parte. L’arte contemporanea vive anche di questi momenti in cui essere conservatori vuol dire proporre nuove modalità di comportamento. Bertuzzi ha fatto realizzare vere e proprie performance anche alla madre, facendola cucinare o fare il pane, cioè compiendo atti che ripristinano un legame tra l’uomo e i suoi alimenti e che costituiscono una provocazione perché siamo chiamati a riflettere sul rapporto che abbiamo non solo con i prodotti, con le opere dell’uomo e con la natura, ma principalmente con noi stessi. Inoltre l’artista ha “recitato” anche in prima persona il ruolo di un uomo della pietra, di un rude e semplice abitante delle pianure primordiali. La sua provocazione portata in tutta Europa, aveva un senso preciso nel proporsi come diverso, come colui che non vuole scindere i legami con la terra e la sua tradizione. Madre e Terra sono le parole chiave della sua poetica e muse ispiratrici del suo lavoro. Nel suo lavoro attuale, un ritorno all’opera, ha saputo conservare la freschezza e l’originalità del suo lavoro performativo. L’artista piacentino è passato infatti a una meticolosa tecnica del disegno in cui rappresenta fondamentalmente alberi o mucchi di sassi. L’estrema capacità tecnica, in cui Bertuzzi eccelle come pochissimi in Italia e che richiama gli erbari rinascimentali per l’acutezza del dettaglio, fa di questi lavori un unicum che va compreso e non solo ammirato. Quello che si deve tener presente per comprendere questi disegni di una natura ipostatizzata, è che l’artista in questo modo recupera con intelligenza un altro dato antropologico fondamentale: il tempo. Le ore e i giorni di lavoro che impiega per realizzare queste composizioni chiare e metafisiche, diventano una componente dell’opera perché il tempo è ciò che manca sempre ad una cultura basata sulla velocità e sugli affari. Www.dipaoloarte.it
|
|
|
|
|
|
<<BACK
|
|
|
|
|
|
|
|