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Notiziario Marketpress di
Lunedì 20 Giugno 2005
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UN MAESTRO E LA POESIA DIPINTI DI FRANCESCO PAGLIAZZI (1910 - 1988) IN MOSTRA A PALAZZUOLO SUL SENIO 2 LUGLIO – 11 SETTEMBRE 2005 |
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Palazzuolo sul Senio (Fi), 20 giugno 2005 - Sabato 2 luglio 2005 verrà inaugurata la mostra “Un Maestro e la Poesia. Dipinti di Francesco Pagliazzi (1910-1988) in mostra a Palazzuolo sul Senio”. La mostra, a cura di Silvestra Bietoletti e Barbara Montevecchi, è promossa dall’Assessorato alla Cultura di Palazzuolo sul Senio in collaborazione con il Consiglio Regionale della Toscana e con il patrocinio della Regione Toscana, Provincia di Firenze, Comunità Montana del Mugello e Apt di Firenze. La mostra vuole rendere omaggio al pittore Francesco Pagliazzi nel luogo che più di altri ha ispirato la sua opera fin dagli anni della prima maturità, Palazzuolo sul Senio, paese d'antica storia ai confini fra la Toscana e l'Emilia Romagna. Una rassegna di circa sessanta opere tra dipinti e bozzetti, allestita nelle sale espositive di Palazzo Strigelli e nella dimora palazzuolese del pittore, che ripercorre la carriera artistica di Pagliazzi a partire dagli anni del dopoguerra, agli anni 50-60 che lo vedono attivo a Firenze, Parigi, Venezia, New York, fino alla vecchiaia, quando Palazzuolo, come inesauribile fonte ispiratrice, diviene la residenza prediletta dell'artista. Formatosi all'Istituto d'Arte di Firenze sotto la guida di Libero Andreotti e di Giuseppe Lunardi, Francesco Pagliazzi esordisce appena ventenne con opere che, pur dettate dal predominante interesse per la figura umana, suggeriscono l'inflessione intimista che caratterizzerà l’intera sua opera. Ha lo studio al Conventino, e in quell'edificio defilato dagli ambienti mondani, adibito a bottega artigiana oltre che a studio per artisti, Pagliazzi si dedica al paesaggio e alla natura morta, più confacenti ad esprimere il sentimento di cordiale affabilità verso la natura e gli uomini che sempre distinguerà la sua arte. Nel 1935 è invitato alla Ii Quadriennale romana dove ha l'occasione di conoscere la pittura di Filippo De Pisis. Partendo da questo nuovo linguaggio, Pagliazzi riesce a tradurre l'immediatezza dell'ispirazione e il tempo necessario a sedimentarla in una compiutezza espressiva utilizzando la luminosità e i colori della pittura come materia di meditate riflessioni. Oltre alla partecipazione a rassegne nazionali e internazionali, fra cui la Biennale di Venezia nel 1936, partecipa a numerose esposizioni e personali a Parigi, Zurigo, Montevideo, New York, e nelle principali città italiane. Nascono allora le vedute di Parigi, Venezia, Roma, Milano, quelle della campagna che attornia il paese, fragrante d'aria e di sole, le nature morte composte di pochi oggetti modesti - ortaggi, utensili di cucina, fiori di campo -, i ritratti di persone amate, fra cui risalteranno per bellezza e poesia quelli della figlioletta Adelina. Le ascendenze impressioniste e dell’Ecole de Paris danno vita a una pittura pastosa, ricca di colore, che tuttavia rivela, sotto la guizzante vivacità della pennellata, la meditata sapienza compositiva di origine macchiaiola. "Pitture veementi, genialmente sintetiche" avrebbe scritto in proposito Pietro Annigoni - amico di lunga data e compagno dell'artista in importanti esposizioni - in grado di rendere "l'evidenza dei soggetti", o meglio di rivelarne l'intima essenza. Una maniera cui Pagliazzi resterà fedele nel tempo, dipingendo con immutabile sincerità d'ispirazione, con la consapevolezza di quanto le qualità formali e l'emozione superino la transitorietà delle mode, dimostrando così il suo gran talento di poeta del quotidiano, di pittore virtuoso e sensibile. I dipinti di Pagliazzi, sia su tela sia su tavola, rispettano precisi canoni dimensionali come lo stesso artista tiene a precisare: “Ho mantenuto le misure standard francesi non senza un motivo che forse merita di essere brevemente spiegato. Infatti, in quella proporzione, in quel rapporto, ho avuto una certa armonia, tutta propria della spiritualità francese, che mi ha piacevolmente conquistato fin dal primo momento della mia permanenza parigina". Www.palazzuolo.it
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