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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 22 Giugno 2005
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ERNST & YOUNG: QUASI RADDOPPIATE LE IPO A LIVELLO GLOBALE NEL 2004 |
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Milano, 22 giugno 2005 - Il 2004 ha rappresentato un importante punto di svolta per le Ipo di tutto il mondo: per la prima volta dall’anno 2000, infatti, sono aumentati sia il numero di Ipo che il capitale totale raccolto, come ha riscontrato la Global Ipo Survey 2005, studio condotto Ernst & Young, leader mondiale nei servizi professionali. La ricerca, presentata a Montecarlo in occasione della consegna del Premio Ernst & Young World Entrepreneur Of The Year, ha evidenzato come il numero di offerte pubbliche iniziali sia pressoché raddoppiato rispetto all'anno precedente. I mercati emergenti hanno continuato a dominare la scena delle Ipo con particolare fermento nella regione Asia/pacifico dove, nel 2004, Giappone, Cina e Australia si sono affermate tra i primi cinque Paesi per capitale totale raccolto. Alcuni dati: - 124 miliardi di dollari sono stati raccolti in tutto il mondo nell'ambito di 1.516 iniziative: un dato che, escludendo la bolla del biennio 1999/2000, non si riscontrava dal 1997. - Favorite dalla crescita cinese, in Asia sono state condotte 721 Ipo per una raccolta totale di 40 miliardi di dollari. Le società cinesi hanno frequentemente preso parte a transazioni riguardanti altri Paesi, in particolare Hong Kong, Stati Uniti e Singapore. - L'india ha incrementato del 638% il capitale totale raccolto rispetto all'anno precedente. - Australia e Nuova Zelanda, con 185 Ipo e 8,4 miliardi di dollari raccolti, hanno concluso il 12% delle transazioni globali per il 5% del capitale totale raccolto a livello mondiale. - In Nord America sono stati raccolti 39,7 miliardi di dollari nel corso di 286 Ipo, per un incremento del 285% nel numero di transazioni e del 286% nel capitale raccolto. - In Europa le Ipo sono state 290 e la raccolta pari a 30 miliardi di dollari. Centro delle attività di Ipo europee è stato il Regno Unito con 191 offerte iniziali che hanno fruttato 6,8 miliardi di dollari. - L'attività è cresciuta anche nell'Europa orientale: nel 2004 la Russia ha condotto 6 Ipo per un totale di 859 milioni di dollari, contro un'unica Ipo dell'anno precedente. Un concreto senso di ottimismo “La maggior parte delle Ipo dello scorso anno riguarda società affermate, con un cash flow solido e utili in crescita, ricorse ai mercati per finanziare la loro espansione”, ha dichiarato Franco Carlo Papa, Presidente di Ernst & Young Financial Business Advisors. “Guardando al futuro vi sono altre aziende di successo pronte a entrare sul mercato, che stanno considerando una serie di opzioni come Ipo, vendita o venture capital/raccolta di capitali privati” - continua Papa - “e questo genera un certo ottimismo per il 2005”. “È significativo notare che, sebbene i mercati emergenti abbiano mostrato risultati davvero consistenti, tutte le aree geografiche abbiano comunque registrato un incremento delle Ipo per la prima volta dopo tanti anni. Altrettanto variegata è stata la gamma di società coinvolte, dalle aziende biotecnologiche australiane agli spedizionieri greci, e dalle miniere russe alle società tecnologiche o tradizionali statunitensi”, ha proseguito Papa. “Questa diversificazione è confermata dagli esponenti del mondo imprenditoriale, recentemente riunitisi a Montecarlo per l'Ernst & Young World Entrepreneur Of The Year Award, e rafforza il ruolo delle Ipo come importante stadio di crescita di qualsiasi azienda che desideri affermarsi in qualunque parte del mondo”. Dalla ricerca di Ernst & Young si evince inoltre come nel 2004 una quantità crescente di società abbia puntato a più di una fonte di finanziamento preparandosi simultaneamente per una Ipo, per una vendita o per una raccolta di venture capital o capitali privati scegliendo infine la strada più vantaggiosa. I cambiamenti normativi non frenano le Ipo Novità di tipo legislativo, quali l'implementazione del Sarbanes-oxley Act e la conversione all'Ifrs, non hanno rappresentato un deterrente alle Ipo, considerando che il numero di aziende che desiderano essere quotate negli Stati Uniti è pari a quello delle società che preferiscono mercati differenti. “L'attività nazionale statunitense, che da sola ha raccolto un terzo di tutto il capitale dello scorso anno, continua a essere in ripresa”, ha commentato Jackson Day, Global Director of Capital Market di Ernst & Young. “Sebbene la maggior parte degli osservatori sia concorde nel ritenere che alcune società straniere europee e australiane abbiano abbandonato i listini statunitensi a causa delle nuove normative, altre aziende hanno giudicato invece vantaggioso mettersi alla prova nel regime normativo più severo del mondo”. I cambiamenti non hanno tuttavia riguardato soltanto gli Stati Uniti e sembra essere in atto una precisa evoluzione. “Gli Stati Uniti sono stati i primi, ma riforme radicali stanno interessando anche Cina, Giappone ed Europa”, ha concluso Day. “Penso che i vari enti di controllo siano accomunati da una stessa opinione: e cioè, se questo è un mercato globale, allora occorre lavorare tutti insieme - non solo sul reporting finanziario ma anche sulla supervisione della professione contabile, e questo condurrà a ulteriori cambiamenti”.
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