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Notiziario Marketpress di
Giovedì 23 Giugno 2005
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Web alimentazione e benessere |
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MANGIARE IN DICIOTTO LINGUE DIZIONARIO PRATICO PER MANGIARE IL TUTTO IL MONDO |
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È stato appena pubblicato un nuovo dizionario multilingue che consente di tradurre simultaneamente circa 700 termini gastronomici in 7 lingue. Per ogni singolo termine vi è la traduzione simultanea dall’Italiano in Inglese, Francese, Tedesco, Spagnolo, Portoghese e Russo. I vocaboli sono riuniti, per una più facile consultazione, in ‘famiglie’: bevande, antipasti, carni ecc. A questa prima parte ne segue una più descrittiva che analizza, complessivamente 18 cucine del mondo, fornisce, per ogni paese, le abitudini alimentari, le bevande principali, le ricette in lingua originale con la spiegazione in Italiano e la traduzione dei termini utili al ristorante. Dice l’autore, Guido Bernardi: “L’idea di scrivere questo dizionario mi è venuta durante i miei numerosi viaggi intorno al mondo. Spessissimo mi accade di accompagnare amici della stampa in Tailandia o Inghilterra, Francia o Svizzera, Maldive o Egitto, Marocco o Carabi e, spessissimo, mi accade di dover tradurre interminabili e, spesso, poco decifrabili menu. È un compito arduo, oltre che noioso, poiché non solo bisogna tradurre, ma bisogna anche ‘interpretare’; per fare un esempio semplicissimo: la spagnola erba buena potrebbe tradursi con menta, ma la traduzione è ‘approssimativa’ poiché, per quanto piante e aromi molto simili, non sono esattamente la stessa cosa, è necessario quindi spiegare la sottile differenza. E l’esempio potrebbe essere ripetuto migliaia di volte.” “È per questo che nel dizionario, oltre alla traduzione simultanea in 7 lingue dei singoli vocaboli, ho inserito la spiegazione delle principali ricette delle 18 lingue prese in considerazione: molto spesso la traduzione letterale dei singoli termini non spiega un piatto. Ho lasciato il nome della ricetta nella lingua originale per l’ovvia ragione che così la si troverà sui menu, mentre la spiegazione è in italiano. Ho poi inserito, quando e dove ne era il caso, alcune informazioni su prodotti particolari: il porto e il madera in Portogallo, lo champagne in Francia ecc. Ovviamente si potrà criticare la scelta di alcuni paesi: perché ad esempio è presente la cucina svedese e non quella finlandese? La scelta è legata a varie ragioni: la prima è la conoscenza personale, la seconda è la rilevanza del paese in questione per i visitatori italiani, la terza è legata all’importanza della cucina stessa.” “Ci sono due importanti assenze: la cucina cinese e la cucina indiana; la ragione è dovuta al fatto che ambedue i paesi sono veri e propri continenti, con ricette, abitudini, ingredienti che variano moltissimo da regione a regione. Sarebbe un po’ come dire ‘cucina europea’, semplificando e ‘omogeneizzando’ le differenze fra il modo di mangiare in Sicilia e in Scozia, in Estremadura e in Ungheria. I puristi potrebbero obiettare che anche ‘omogeneizzare e semplificare’ la cucina spagnola o quella tedesca è scorretto. Ritengo, tuttavia, che per ragioni di chiarezza e semplicità, l’operazione sia lecita per uno spazio contenuto, sia meno lecita per uno spazio grande in cui le differenze siano enormi.” “Rinvio a future edizioni l’inserimento della cucina indiana e cinese, così come altre ‘chicche’; sarebbe per esempio interessante una sezione sulle ‘cucine cugine’ indicando affinità e differenze concrete e linguistiche di tutte le cucine, per così dire, spagnole: la cubana e la colombiana, l’argentina e la catalana, o di tutte le cucine inglesi: l’americana e la scozzese, l’irlandese e la neozelandese. Spero di aver fornito, comunque, uno strumento utile non solo per il viaggiatore ma anche per il gourmet, il curioso, l’operatore del settore.” www.Ibs.it
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