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Notiziario Marketpress di Giovedì 23 Giugno 2005
 
   
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  RICERCATORI DI MEDIO ORIENTE ED EUROPA COLLABORANO PER FRENARE IL DEGRADO DEL MAR MORTO  
   
  Bruxelles, 23 giugno 2005 - Benché Giordania, Israele e Palestina non siano noti per la reciproca collaborazione, la progressiva riduzione di una fonte comune di approvvigionamento idrico, il Mar Morto, ha riunito ricercatori di ciascuno di questi paesi che, insieme a due partner dell'Unione europea, stanno studiando come migliorare la gestione delle risorse idriche nella regione. I cinque gruppi di ricerca stanno tentando di progettare diversi scenari - il modo in cui differenti forme di interazione con il Mar Morto influiranno sulle risorse naturali - e auspicano di poterli presentare a parti interessate, tra cui responsabili politici, affinché le informazioni possano essere utilizzate per processi decisionali strategici. Il progetto è finanziato a titolo dell'azione Cooperazione internazionale (Inco) del Quinto programma quadro (5Pq). Il bacino del Mar Morto ha subito gli effetti dei cambiamenti economici e demografici che si sono verificati negli ultimi 50 anni. La riduzione dell'area superficiale di circa il 30 per cento fa sì che il degrado sia sotto gli occhi di tutti. Il progetto del Mar Morto si basa sui risultati del progetto Jowa, che ha analizzato il bacino inferiore del Giordano, e molti dei ricercatori auspicano di poter completare un terzo progetto sul bacino superiore. "Il mio obiettivo è esaminare l'intero bacino, e quindi anche la Siria. So che in questo momento è un'impresa difficile, ma vorrei comunque creare una banca dati che sia pronta per quando le persone potranno ricominciare a dialogare tra loro", ha detto al Notiziario Cordis Jad Issac, direttore generale dell'Istituto palestinese di ricerca applicata di Gerusalemme (Arij), uno dei partner di progetto, riferendosi alle tensioni che gravano sulla regione. "Quando termineremo il progetto nel 2008 o 2009, mi auguro che ci sia qualcuno disposto a adottare la gestione integrata del bacino nel suo complesso", ha aggiunto. "Stiamo cercando di capire chi sarebbero i vincitori e chi i vinti", ha affermato David Lehrer, direttore dell'Istituto israeliano di studi ambientali di Arava. "Ad esempio, un trattato di pace potrebbe essere deleterio", ha osservato, spiegando che un afflusso di profughi o eventuali pressioni a favore di uno sviluppo dell'area potrebbero danneggiare gravemente il Mar Morto. Ciò non significa naturalmente che i partner siano contrari a un trattato di pace tra Israele e Palestina. L'importanza del Mar Morto per la regione si fonda su una serie di motivi. L'ambiente unico che lo costituisce ospita centinaia di varietà di piante, specie di animali e uccelli, tra cui alcuni minacciati di estinzione. Il bacino è inoltre prezioso perché rappresenta il luogo in cui hanno avuto origine alcuni tra gli insediamenti umani più antichi del mondo, e ospita luoghi sacri per il cristianesimo, l'Islam e l'ebraismo. Lo stesso Mar Morto, oltre al clima della regione, è considerato un ambiente ideale per il trattamento delle malattie della pelle, e attira di conseguenza un gran numero di turisti, da cui dipendono molti operatori locali. L'abbassamento dei livelli dell'acqua produce inoltre altre implicazioni per la regione. Le rocce porose si stanno seccando e non sono più in grado si sostenere il peso delle altre rocce che poggiano su di esse. Ciò determina fenomeni di cedimento e la comparsa di affossamenti. Inoltre, un calo dell'acqua nel Mar Morto significa anche una diminuzione delle sorgenti di acqua potabile lungo le sue sponde. Un altro problema che affligge molte aree del bacino è l'inquinamento prodotto dallo scarico a cielo aperto di acque reflue, e molti ritengono che tale problema sia destinato ad acuirsi a causa dell'aumento demografico e dei cambiamenti dei comportamenti in termini di consumo. Sfruttare tali acque reflue potrebbe tuttavia migliorare l'efficienza dell'impiego idrico della regione. L'agricoltura, anziché utilizzare acqua "nuova", potrebbe ricorrere alle acque reflue trattate, riducendo pertanto il consumo di acqua di sorgente. Questo è uno degli scenari possibili attualmente in fase di studio da parte del consorzio per il Mar Morto. "L'agricoltura assorbe così tanta acqua da lasciare la natura completamente a secco", ha affermato Rudolf Orthofer dell'istituto che coordina il progetto, l'Arc Seibersdorf Research in Austria. I partner sono tuttavia consapevoli delle implicazioni sociali di qualsiasi decisione in materia di gestione delle acque. Anche se l'agricoltura prosciuga le risorse idriche, in alcune regioni potrebbe essere l'unico mezzo di sussistenza. La difficile situazione politica della regione ha inoltre comportato un'altra serie di problemi per il Mar Morto. Sul fronte palestinese dell'area di studio, lo sfruttamento eccessivo dei pascoli di pecore e capre ha avuto un impatto significativo sulla vegetazione. Lo sradicamento eccessivo ha comportato una riduzione del processo di semina e quindi di rigenerazione. La cattiva gestione è una delle ragioni alla base dello sfruttamento eccessivo dei pascoli, ma la restrizione dei movimenti delle greggi in aree che Israele ha dichiarato zone militari chiuse ha aggravato il problema. L'acqua riveste inoltre un'importanza strategica. "è indispensabile conoscere il proprio paese per poterlo amministrare", ha osservato Rudolf Orthofer. I partner reputano inoltre che quest'attività di ricerca sia piuttosto urgente, non solo per il degrado rapido dell'area, ma anche perché la Banca mondiale sta finanziando uno studio di fattibilità sul pompaggio dell'acqua dal Mar Rosso al Mar Morto. Poiché l'acqua dovrebbe essere pompata in salita, si tratta di una soluzione molto costosa e che non incontra il favore del consorzio. Come puntualizzano i partner, lo studio della Banca mondiale è teso a valutare la fattibilità di tale progetto e non il probabile impatto ambientale della proposta. L'importanza di questa ricerca per il Mar Morto è facile da intuire. Ma perché è altrettanto rilevante per l'Europa? Perché la Commissione europea ha deciso di mettere a disposizione 740.000 euro per la realizzazione di questo progetto? Alcuni dei partner del progetto hanno espresso il proprio parere al riguardo. L'aspetto di collaborazione internazionale del progetto è importante, così come l'agevolazione dei contatti tra ricercatori europei e non europei rappresenta una priorità per l'Unione europea. Rudolf Orthofer ha suggerito che l'Europa avverte anche un certo senso di responsabilità nei confronti della regione. A livello scientifico, l'Europa ha molto da imparare da Giordania, Israele e Palestina sulla gestione delle risorse idriche. Questi paesi hanno alle spalle una lunga storia di irrigazione dei terreni, nonché informazioni e metodologie che l'Europa non possiede, ha ricordato Jad Issac. Il progetto potrebbe anche essere considerato un contributo europeo alla creazione di un forum in cui i cittadini di questi paesi, così frequentemente in conflitto tra loro, hanno la possibilità di incontrarsi a livelli diversi, hanno convenuto molti dei partner del progetto. In effetti, i partner del Mar Morto stanno iniziando solo ora a rendersi conto di tutti i legami che esistono tra i paesi della regione, e che in passato il progetto Jowa ha contribuito a instaurare. Jowa si è concluso nel 2001, ma l'esistenza di nuove reti e collaborazioni derivate da questo lavoro di ricerca è emersa solo di recente. Come ha sintetizzato Jad Issac, i vantaggi di questo tipo di progetto potrebbero emergere solo in un futuro lontano. Per ulteriori informazioni sui progetti Jowa e per il Mar Morto consultare: http://www.Deadseaproject.org  http://systemforschung.Arcs.ac.at/jowapubl/  
     
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