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Notiziario Marketpress di
Lunedì 27 Giugno 2005
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IL FUTURO È NEL “NANO” NEL CORSO DEL MEETING MMD, ILLUSTRATE LE NUOVE PROSPETTIVE DELLA FISICA DELLA MATERIA: DALLE “NANOPINZETTE” IN GRADO DI STUDIARE LA CONTRAZIONE MUSCOLARE AI SUPERPOTENTI COMPUTER QUANTISTICI. |
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Genova, 27 giugno 2005 - Oltre seicento fisici provenienti da tutto il mondo hanno “invaso” i Magazzini del Cotone di Genova, dov’è in corso fino a domani il congresso “Mmd Meeting – Matter, Materials and Devices”. L’appuntamento riunisce per la prima volta la comunità scientifica dell’Infm-istituto Nazionale per la Fisica della Materia e del Cnr-consiglio Nazionale per le Ricerche, in cui l’Infm è ora confluito, ed è organizzato congiuntamente con il Cnism, il nuovo Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Scienze Fisiche della Materia. L’mmd è anche la prima occasione pubblica di presentazione di uno dei nuovi Dipartimenti del Cnr, quello dedicato appunto ai Materiali e ai Dispositivi. “Dalla confluenza dell’Infm nel Cnr nasceranno nuovi Istituti sulle aree di ricerca sviluppate dall’Infm, così da valorizzare e non disperdere l’esperienza di questi anni” ha spiegato al riguardo il presidente del Cnr, Fabio Pistella, che ha anche definito “essenziale il rapporto con il sistema universitario nel quale si inquadra il nostro accordo con il Cnism, ormai prossimo alla definizione”. In tale quadro, “Genova è e continuerà ad essere un centro scientifico di grande dinamicità e vitalità, abituato a occupare posizioni di punta nella ricerca internazionale e ad essere riconosciuto come un interlocutore di valore per il sistema produttivo. L’attenzione che la città dimostra verso la valorizzazione della ricerca deve essere mantenuta e fatta crescere”. Un’attenzione dimostrata tra l’altro con il contributo della Fondazione Carige per la realizzazione dell’Mmd Meeting. “Nei prossimi anni si punterà a valorizzare le eccellenze e fare network a livello internazionale, anche con iniziative di ricerca congiunte pubblico-privato” ha proseguito il Presidente del Cnr. Il convegno è presieduto da Elisa Molinari (Cnr-infm-s3, Modena). Per quanto riguarda la parte scientifica la sessione dedicata alle nanobioscienze coordinata da Paolo Facci (Cnr-infm-s3, Modena) e Ross Rinaldi (Cnr-infm-nnl e Università di Lecce) ha rivolto particolare attenzione allo studio dei motori molecolari che determinano la contrazione muscolare, partendo dall’osservazione delle singole molecole, oggi possibile grazie all’utilizzo di particolari “nano-pinzette ottiche”. Non si tratta di un oggetto fisico, ma di uno o più raggi laser in grado di “intrappolare” e studiare i comportamenti di microsfere, nanosfere, biomolecole, applicando le più piccole forze oggi raggiungibili dalla tecnologia, nell’ordine di pico-newton. Claudia Veigel, del Nimr di Londra, ha ideato una di queste nano-pinzette che, con un solo raggio laser e un deflettore acusto-ottico, “intrappola” contemporaneamente più “oggetti” coinvolti nel meccanismo molecolare. E ha così scoperto che la miosina, proteina responsabile della contrazione, si “muove” lungo la fibra di actina presente nei nostri muscoli con “passi” di 36 nanometri. All’avanguardia nello studio dello stesso sistema biologico nelle fibre muscolari, anche il Laboratorio Lens dell’Università di Firenze. Su fronte della computazione quantistica, la giovane Irene Marzoli (Università di Camerino) ha prospettato la possibilità di una nuova generazione di calcolatori basati sugli algoritmi quantistici, che, spiega, “potranno consentire di risolvere in tempi assai più rapidi, scendendo dalla dimensione esponenziale a quella polinomiale, problemi quali la fattorizzazione, cioè la ricerca dei fattori primi di numeri molto grandi che sono alla base degli attuali codici di sicurezza, dai bancomat ai sistemi di protezione informatici”. Un progetto di ricerca finanziato dal Vi programma quadro dell’Unione Euopea, a cui partecipano strutture di Italia, Germania, Polonia e Repubblica Ceca, punta a realizzare “un prototipo di computer quantistico basato su elettroni ‘intrappolati’” che servirà tra l’altro a “combattere le intrusioni nei sistemi di sicurezza con misure di protezione più efficaci”. A fare il punto sulla possibilita’ di realizzare questa nuova generazione di calcolatori è stato poi Gerhard Abstreiter, direttore del Walter Schottky Institut di Monaco, spiegando che la computazione quantistica potrebbe portare a realizzare computer dotati di potenze incredibili rispetto agli attuali, basati sui transistor al silicio. Dal Bit, basato sul dualismo 1/0, si passa al Qbit, che “sovrappone” O e 1: la novità è che i materiali semiconduttori, gli stessi che si usano per l’elettronica tradizionale, se nanostrutturati sotto forma di quantum-dots possono portare alla realizzazione di Qbit. “Questa strada ha dato ottimi risultati aprendo insieme a nuove conoscenze e a nuove applicazioni. Riteniamo che un computer quantistico di interesse si potrebbe realizzare con alcune centinaia di Qbit accoppiati e con questo sistema possiamo già gestirne alcuni” ha affermato Abstreiter.
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