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Notiziario Marketpress di Lunedì 27 Giugno 2005
 
   
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  L'OCSE SOSTIENE CHE I GOVERNI DOVREBBERO USARE LO SPAZIO IN MODO PIÙ EFFICACE PER RISPONDERE ALLE ESIGENZE DELLA SOCIETÀ  
   
  Bruxelles, 27 giugno 2005 - L'organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) ha pubblicato una relazione che raccomanda ai governi di utilizzare la tecnologia spaziale in modo più intelligente per rispondere alle esigenze civili. Secondo la relazione, la tecnologia spaziale può essere utilizzata in particolare per affrontare cinque sfide importanti: i problemi ambientali, tra cui i disastri naturali; l'uso di risorse naturali; la crescente mobilità di beni e persone; l'aumento di minacce alla sicurezza e lo sviluppo della società dell'informazione. Per sfruttare al massimo il potenziale di tale tecnologia si raccomanda che i governi si impegnino in tre settori, ovvero realizzino uninfrastruttura spaziale sostenibile, ne incoraggino lutilizzo pubblico e promuovano la partecipazione del settore privato. Secondo l'Ocse, la presente relazione è insolita per due aspetti: è redatta dal punto di vista della società e si rivolge ai governi piuttosto che al settore. Si concentra inoltre sul lato della domanda piuttosto che su quello dell'offerta della tecnologia spaziale. "Gran parte degli studi passati relativi al settore dello spazio si è concentrata sul fronte dell'offerta: i progressi tecnologici e il tipo di nuove competenze che possono essere sviluppate. Essi sostengono, spesso a torto, che alla fine di questi progressi segue lo sviluppo. La presente pubblicazione [Space 2030: Tackling Society's Challenges] esamina invece come i governi possano sfruttare al massimo i futuri investimenti pubblici e privati nel settore spaziale", sostiene l'Ocse. Affinché i governi possano usufruire dei benefici derivanti dallo spazio devono essere soddisfatte diverse condizioni. Innanzi tutto, si devono affrontare ostacoli quali le disposizioni e i regolamenti istituzionali. Il settore dello spazio in genere vede la partecipazione di tre categorie di attori: agenzie spaziali, operatori pubblici e privati di applicazioni spaziali ed il segmento a monte del settore (produttori di veicoli spaziali e lanciatori e fornitori di servizi di lancio). Secondo l'Ocse, i paesi devono chiarire il ruolo di ciascuno e definire inoltre le relazioni tra gli attori. La relazione aggiunge che i diversi paesi potrebbero adottare soluzioni differenti a seconda delle loro priorità, e in alcuni casi ciò potrebbe distorcere la concorrenza a livello internazionale. Spostandosi sul quadro giuridico che riguarda la tecnologia spaziale, la relazione rileva che diversi paesi sono tuttora privi di leggi nazionali relative allo spazio. Questo fatto costituisce "una fonte di incertezza per gli attori dello spazio, specialmente quelli del settore privato". Inoltre, dal momento che il diritto spaziale internazionale rappresenta un regime pubblico, non è adatto alle transazioni commerciali. Le leggi nazionali esistenti invece non sono sempre orientate alle imprese poiché spesso sono state sviluppate tenendo conto delle considerazioni strategiche e di quelle relative alla sicurezza piuttosto che di quelle aziendali. Il quadro normativo, sostiene l'Ocse, "dovrebbe idealmente fornire le regole fondamentali del gioco" che assicurino un ambiente stabile e prevedibile per le imprese, stimolino l'innovazione e incoraggino l'imprenditoria. "Siamo ben lungi da una situazione simile", sostiene la relazione, citando la procedura dell'Unione internazionale delle telecomunicazioni (Uit) per l'attribuzione delle frequenze e delle fasce orbitali, che, secondo l'Ocse, "solleva un numero di questioni ed è fonte di incertezze". La relazione sostiene che quella dei rifiuti spaziali rappresenta un'altra area che viene affrontata in modo inadeguato, mentre rimangono aperte numerose questioni di standardizzazione. L'ocse ha realizzato diversi studi prima di redigere la presente relazione e quindi non ha dubbi sullesattezza del suo avvertimento, secondo cui "il potenziale dello spazio non verrà sviluppato a meno che i governi non intraprendano un'azione decisiva per migliorare le condizioni quadro che governano le attività spaziali". Un altro problema sottolineato dall'Ocse è la mancanza di sensibilizzazione pubblica sulle attività spaziali. La relazione sostiene che le percezioni generali sono distorte perché i mass media si interessano esclusivamente di successi o insuccessi sensazionali. Conseguentemente i cittadini non comprendono a fondo l'importanza che i servizi basati sullo spazio rivestono per la loro vita quotidiana e quindi non sostengono pienamente ulteriori investimenti in questa tecnologia. Secondo l'Ocse le prospettive per il segmento a valle del settore - le applicazioni spaziali - sembrano molto più promettenti di quelle del settore a monte - servizi di lancio e produzione di capitale spaziale. Il segmento a monte soffre di un "eccesso cronico di offerta", a causa soprattutto del desiderio dei governi delle nazioni che svolgono attività spaziali di stabilire e mantenere un accesso indipendente allo spazio per ragioni di sovranità strategica e nazionale. L'ocse ritiene che, se per alcune applicazioni il futuro sembra roseo, non tutte dovrebbero essere portate avanti con la stessa intensità. La relazione indica che le applicazioni intensive dal punto di vista delle informazioni, come le telecomunicazioni via satellite, l'osservazione e la navigazione terrestri possiedono un enorme potenziale, ma getta dubbi sulle prospettive per le applicazioni relative al trasporto e al settore manifatturiero a causa dei minori costi di accesso allo spazio. Si consiglia ai governi di tenere maggiormente in considerazione le aree politiche che sono importanti per lo spazio. La relazione suggerisce che le politiche economiche, sociali, ambientali e di ricerca hanno tutte un impatto sulle attività spaziali, e gli organi decisionali dovrebbero esserne consapevoli. L'ocse ha elaborato la relazione per fornire raccomandazioni per le azioni a breve e medio termine guardando allo stesso tempo allo spazio dal punto di vista di una politica a lungo termine.  
     
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