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Notiziario Marketpress di Martedì 28 Giugno 2005
 
   
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  ANCORA AMPI SPAZI DI CRESCITA PER L’AUTOMAZIONE DEL TRADING IN ITALIA  
   
  Milano, 28 giugno 2005 - Solo il 30-40% degli intermediari dell’industria dei securities italiana ha automatizzato oltre il 70% delle attività di back office nelle negoziazioni, secondo una ricerca dell’I-lab Bocconi in collaborazione con Omgeo. Spinto però dal desiderio di ridurre i rischi operativi, migliorare il servizio al cliente e contenere i costi, due terzi del campione di banche, Sgr e Sim dichiarano di volere aumentare la propria automazione. Sono ancora notevoli gli spazi per innalzare l’efficienza operativa delle fasi di trading delle transazioni finanziarie in Italia, sia a favore dell’intermediario che del mercato finale. È questo ciò che emerge dalla ricerca condotta dall’I-lab, il Centro di ricerche sull'economia digitale dell’università Bocconi, in collaborazione con Omgeo, che ha voluto comprendere in quali termini gli intermediari italiani abbiano saputo adeguarsi alla ‘electronic revolution’ che ha impattato sul sistema finanziario internazionale negli ultimi anni. Dai risultati, per esempio, emerge che molti intermediari utilizzano ancora strumenti manuali per l’inoltro degli ordini ai broker o controparti negoziatrici, con il 59,6% del campione che adotta il telefono e il 28,5% il fax e con il 38,8% delle Sgr che dichiara di non utilizzare alcuna forma di automazione nell’inoltro. Dalla ricerca si constata che sono ancora molte le operazioni manuali a basso valore aggiunto (controllo e verifica, per esempio) e che, inoltre, impiegano risorse rilevanti. Percentuali maggiori di livelli di automazione sono, comunque, osservabili presso le banche intervistate. Con riferimento alla fase di inoltro ordini, il 55% delle banche dichiara di avere automatizzato tra il 70-90% delle operazioni contro il 37% delle Sim e il 25% delle Sgr. Il 36% delle banche dichiara, inoltre, di avere raggiunto il 100% di automazione nella fase di raccolta ordini, contro il 25% raggiunto dalle Sim e il 10% dalle Sgr. Per quanto riguarda le prospettive di incremento, il 67% del campione è intenzionato ad accrescere il livello di automazione interna. Sono soprattutto le banche e le Sgr che si orientano in questa direzione, rispettivamente nel 76% e 67% dei casi, mentre solo il 50% delle Sim si è dichiarato favorevole. Tra le principali motivazioni di questo interesse risultano il desiderio di ridurre i rischi operativi (81,4%), di migliorare il servizio al cliente (55,9%) e contenere i costi di gestione delle transazioni finanziarie (43,1%). “Va assumendo una crescente importanza la natura del mercato, come impresa, che offre servizi a condizioni di maggiore efficienza ed efficacia per i fruitori finali e che pone una maggiore attenzione verso l’economicità e il rischio delle transazioni,” spiega Anna Omarini, docente di Economia dei mercati e degli intermediari finanziari alla Bocconi e coordinatrice della ricerca. “In tale ottica, un’automazione crescente delle attività di back office non solo avvantaggerebbe l’intermediario, che beneficerebbe della riduzione dei costi di gestione delle attività di trading, ma costituirebbe anche la premessa per innalzare il tasso di automazione allo sportello e quello di operatività dei clienti retail ai propri domicili. ” www.Omgeo.com  
     
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