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Notiziario Marketpress di
Venerdì 01 Luglio 2005
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A MARINA DI RAVENNA IL PORTO TURISTICO PIÙ GRANDE DELL'ADRATICO
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Si piange sul turismo che ristagna? Ma in Italia c'è una domanda inevasa di turismo nautico, con in più una forte richiesta dall'estero. Bisogna fare un salto di qualità nelle infrastrutture e nell'accoglienza, garantendo servizi efficienti nell'assoluta tutela dell'ambiente. Si parla tanto della necessità di innovazione per l'economia italiana. Nel turismo, innovazione significa anche offrire la vacanza nautica, intercettando un bacino d'utenza internazionale che va da chi si diverte col gommone a chi può permettersi un maxi-yatch. Si prevede che nel 2010 l'offerta di ormeggi nel nostro Paese sarà di 150 mila posti-barca (e nei prossimi 5 anni si realizzeranno circa 40 mila nuovi posti-barca, il 50% in Adriatico, di cui l'80% nel medio-alto Adriatico). La densità dell'offerta italiana, dopo la realizzazione di questo programma, sarà di 18 posti-barca ogni chilometro di costa, mentre la Francia ne ha 53 (e la Costa Azzurra 170). Le imbarcazioni immatricolate nei prossimi 5 anni, secondo le più recenti stime, saranno 1,3 milioni, modificando l'attuale rapporto popolazione-imbarcazioni che passerà da 70 a 43 abitanti per imbarcazione (mentre Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti registrano un rapporto che varia dai 20 ai 30 abitanti per imbarcazione). "La nautica dice –Bruno Caravita, presidente di Seaser, la società che gestisce Marinara, porto turistico– è un settore che da anni conosce una costante espansione, un fattore qualificante per il turismo, le località, la cantieristica, i servizi di supporto. Gli esperti assicurano che la sfida del turismo si gioca sulle reti di prodotti e sui sistemi integrati dei servizi. Il dibattito tra i principali soggetti impegnati sulla dotazione nautico-turistica del Paese fa incessantemente leva sulla necessità di disporre di un network di marine e di scali turistici per garantire al diportista non tanto il possesso di un posto-barca bensì la possibilità di usufruire di approdi e posti-barca a rete, rendendo fruibile turisticamente tutte le coste italiane". Ci sono segnali positivi. Con Sviluppo Italia il settore pubblico ha creato Italia Navigando, società per la realizzazione di nuove strutture nel Centro-Sud e per creare la rete nazionale della portualità turistica. A questo progetto intende contribuire Marinara, coinvolgendo il mondo cooperativo, il sistema creditizio, quello assicurativo, quindi una "forza" in grado di dare vita a una partnership con Italia Navigando per concorrere alla realizzazione di alcune strutture previste dal piano della portualità turistica e della rete che ne consentirà lo sviluppo. Un esempio di approccio costruttivo al problema è Marinara, la più grande marina per il diporto nautico italiano, prima esperienza di gestione unitaria dei servizi nautici, turistici, dell'ospitalità e del commercio. La cooperativa Cmr vi ha creduto, vi ha investito e oggi attraverso Sesaer gestirà Marinara, 1152 i posti-barca, 23 mila i metri quadrati di edificato a terra, 2.000 i posti-auto. In totale un bacino acque di 320.692 metri quadrati e di un'area a terra di 103.880 metri quadrati. "Un'esperienza destinata a fare scuola –aggiunge–. Infatti propone un modo nuovo di programmare e gestire un'attività nautica di diporto, nel rapporto pubblico-privato con quanto introduce un'importante innovazione nella gestione del demanio pubblico". Non a caso si parte dalla Romagna. Nell'area dell'Alto Adriatico vi sono due poli del diportismo, il primo in corrispondenza di Venezia ed Istria, il secondo della costa romagnola. L'Emilia-Romagna oggi dispone di cinquemila posti-barca, che diventeranno novemila nel 2010. Ma non basta. Perché questo segmento del mercato turistico abbia successo occorre passare da una discussione territoriale-urbanistica (il numero dei posti-barca e dove realizzarli) alla creazione di un'offerta organizzata tra le marine e tra queste e l'entroterra, sino a stabilire integrazioni con le località della Croazia, per creare i presupposti di una rete dell'offerta di questa parte dell'Adriatrico per un sistema competitivo e di qualità, utilizzando anche gli incentivi dell'Ue.
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