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Notiziario Marketpress di
Lunedì 04 Luglio 2005
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RADIO 1 RAI: PIERO CHIAMBRETTI AL “CONFESSIONALE DEL COMUNICATTIVO” PIERO CHIAMBRETTI: "MI MANCA UN PROGRAMMA POPOLARE" |
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Roma, 4 luglio 2005 - Venerdì 1° luglio alle 15.35 su Radio 1 Rai Piero Chiambretti, è stato l’ospite del “Confessionale del Comunicattivo”, laboratorio dei linguaggi della comunicazione ideato e condotto da Igor Righetti. Ecco un estratto dell’intervista realizzata da Igor Righetti. Da piccolo che cosa sognavi di diventare? Si dice sempre: “Qual è il tuo sogno nel cassetto?”. Il mio era stare nel cassetto, successivamente il pompiere, poi il giornalista sportivo. Com’è Piero Chiambretti nella vita privata? Quello che è dicibile in fascia protetta ovviamente... È difficile poterlo definire, bisognerebbe chiederlo alle persone che mi frequentano che spesso cambiano e qualche volta no. C’è un complimento che ti fa sciogliere? No, io non amo molto i complimenti tant’è vero che quando leggo un articolo che parla bene di me difficilmente arrivo oltre il titolo. Mentre invece sto molto attento a chi mi critica perché può essere costruttivo leggere persone che non la pensano come te. Ridi alle battute dei comici? Io rido molto dentro come si dice spesso in queste occasioni. Devo dire la verità non mi piacciono i comici perché lo fanno di professione. A me piacciono le persone che ti fanno ridere in modo istintivo quasi senza saperlo. Quindi, pur avendo molti amici comici, non vado pazzo per la categoria. Alle tue battute ridi? No mai, io non amo riguardarmi e, come diceva Marx “non mi iscriverei mai in un club dove fossi socio”. Quale personaggio che non fa il comico di professione ti fa più ridere? Diciamo la maggior parte della categoria dei politici senza voler diventare populista per forza, perché ci sono categorie alcune volte anche peggiori dei politici italiani. Però in linea generale il politico, che deve rappresentarsi come persona eticamente e politicamente corretta, seria, colta e rivolta al sociale, spesso mi fa ridere perché poi conoscendo le persone, nel loro controcampo, è difficile che qualcuno di loro non possa scagliare la fantomatica prima pietra. Che cosa pensi dei programmi televisivi attuali? La televisione è sempre peggio, però non si può chiedere alla tv di essere meglio della realtà quindi meritiamo la televisione che abbiamo. Ogni anno è peggio ma, ripercorrendo il nostro passato, la televisione dell’anno prima è sempre migliore. Se quella di quest’anno ci fa vomitare il prossimo anno comincerà a piacerci. Che cosa hanno scritto su dite che ti ha mandato su tutte le furie? Devo dire la verità: la cattiveria dei critici con me è sempre stata fin troppo bonaria. Nulla di rilevante ecco, qualche punto di vista magari un po’ spinto per problemi legati forse più alla persona che al programma ma nulla di rilevante. Ti sei mai pentito di qualcosa? No, devo dire che non ho né rimpianti né rimorsi. Ora sei a La7, ti manca mamma Rai? Moltissimo, però fin quando la Rai è quella che è meglio stare a La 7. Non hai mai lavorato a Mediaset. Hai paura dei biscioni? Beh, i rettili mi piacciono poco, i serpenti ancor meno. Di che cosa hai paura? Della morte. E basta? E basta. Che cos’è che non rifaresti? Ma forse nel corso della mia carriera ho commesso qualche errore di entusiasmo. Certi programmi li avrei dovuti tenere un po’ più a lungo e altre volte avrei dovuto contare fino a tre prima di parlare. Tutto qua. Quasi tutti i personaggi dello spettacolo ormai hanno un proprio sito Internet. Il tuo non l’ho trovato. Non esiste. Ma che rapporto hai con la tecnologia? Sei un tecnofobo? Quando accendo il computer si spegne il boiler. In amore sei preda o cacciatore? Io sono vittima, però preda e cacciatore. Qual è il tuo sogno erotico? Il mio sogno erotico è stare su un cavallo nudo. Con chi non vorresti mai lavorare? Non lo so. Io poi non parlo mai degli assenti, preferisco lavorare con persone che hanno grandissima esperienza o con sconosciute. Tutti gli altri per me non esistono. Costantino o Loredana Lecciso? Tra i due? La Lecciso, è una donna. Sempre meglio. Petto o coscia? Petto. Il petto nella donna, nel pollo la coscia. Quali ingredienti usi per far funzionare i tuoi programmi? Mah diciamo la coerenza, dire l’intelligenza sarebbe troppo. Da che cosa intuisci se una persona può diventare personaggio? Mi viene la pelle d’oca e capisco che c’è qualcosa. E poi quando incuriosisce me penso che possa incuriosire anche il pubblico. Hai un passato da dj. Che rapporto hai adesso con la musica? Sono sordo perché mettevo la musica a pompa. Come descriveresti le tue esperienze cinematografiche? Disastrose, però molto formative. Ho fatto un cinema pericoloso che mi ha migliorato la televisione. Che cosa vorresti alzare in aria, un Telegatto o un David di Donatello? Di Telegatti ne ho presi abbastanza, di David di Donatello ne ho presentato uno. Direi nessuno, forse quello di Piombi che un po’ mi manca. Alzerei Piombi, lui direttamente. Maria De Filippi, Bobo Vieri, Vittorio Sgarbi. Chi tra loro vorresti come spalla? Sgarbi è un amico. Siamo stati molto nemici negli anni, adesso siamo amici, quindi lui senz’altro. Se potessi riportare in vita un personaggio del passato, di qualsiasi epoca, chi sarebbe e perché? Einsteien, perché è un genio. Poi è un fisico e visto che va di moda il wrestilng… Qual è il tuo primo pensiero quando ti svegli la mattina? Se arriverò fino alla fine. Quali sono le tue manie? L’ordine e poi ogni giorno vorrei imparare qualcosa. Lo so che può essere noioso, però è importante. Hai quasi mezzo secolo. Sogni non realizzati? Sogni realizzati quasi tutti. Mi manca un programma popolare, mettere a posto la testa, sposarmi e avere diciotto figli. Cinque li vuole Pupone, Totti, undici-quindici li vorrei avere io. Che cosa pensi dei tanti flop televisivi di questi ultimi tempi? Bisogna fare attenzione. Quando si fa televisione è un terno a lotto, però se si fa con coerenza e con rispetto del pubblico difficilmente si sbaglia. Progetti? Bissare il successo di “Markette” che è un po’ il Chievo della televisione, cioè quel calcio che, però, sorprende e diverte. A chi devi dire grazie? Al pubblico.
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