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Notiziario Marketpress di Lunedì 04 Luglio 2005
 
   
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  ROSSANA AMMIRATI, LA BOCCONIANA CHE VA VELOCELA 18ENNE STUDENTESSA DI ECONOMIA AZIENDALE È UNA DELLE MAGGIORI PROMESSE DELL’AUTOMOBILISMO ITALIANO. UNA VITA TRA I CIRCUITI E LE AULE UNIVERSITARIE  
   
  Milano, 4 luglio 2005 - In principio fu Lella Lombardi, pilota piemontese che a metà degli anni 70 collezionò 12 significative presenze in Formula 1, poi quasi più nulla fino ai nostri giorni quando Danica Patrick, 23enne driver americana, ha raggiunto uno straordinario quarto posto nella 500 miglia di Indianapolis mettendosi alle spalle molti titolati colleghi uomini. Fenomeno sportivo e mediatico, la Patrick, sponsorizzatissima e richiesta dalle tv, emblema Rossana Ammirati di un mondo dove i soldi, oltre all’abilità, sono un elemento fondamentale. Ma anche sport simbolo delle pari opportunità, l’automobilismo, dove uomini e donne si confrontano, senza distinzione di sesso, in una battaglia dove la testa conta molto più del fisico, “anche se”, confessa Rossana Ammirati, 18 anni, studentessa napoletana iscritta al primo anno del Corso di laurea in economia aziendale, “al termine delle gare io sono molto più provata dei miei colleghi maschi”. Perché Rossana, che a 9 anni ha ricevuto in regalo dal padre, ex pilota dilettante di rally, un kart, oggi è pilota per il team Europa corse in Formula Gloria, monoposto da 1.000 cc e 150 cavalli che raggiungono i 240 chilometri orari. “Il kart regalato da papà è stato l’inizio della fine”, dice scherzando Rossana, “perché l’automobilismo è un mondo che ti prende totalmente, dal quale si è assorbiti e quando inizi con le gare kart poi non riesci più a staccarti”. Dai kart il passaggio alle monoposto è una conseguenza naturale per chi fin da bambina ha respirato l’aria delle corse: “Non si può spiegare quale sia la molla che spinge una bambina verso uno sport così desueto, lasensazione che ti dà la velocità è impagabile, ma si tratta di uno sport crudele, dove quello che conta, oltre al talento, sono le possibilità economiche, la capacità di attrarre sponsor. E io non nego che, a parità di valore tecnico, il fatto di essere una ragazza mi dia qualche vantaggio sotto il profilo delle sponsorizzazioni”. Ma per Rossana, presa tra le piste e le aule dell’università, anche la vita scorre alla massima velocità: “Passo tutta la giornata in Bocconi, la sera studio per prepararmi agli esami, ma devo anche allenarmi due ore al giorno in palestra, inoltre ogni tanto ci sono i test in pista”. Per quanto riguarda il futuro, però, Rossana vede per sé la tuta da pilota più che il tailleur da donna-manager: “L’anno prossimo correrò in Formula Azzurra, un’evoluzione della Formula Gloria, poi, se tutto va bene, a 20 anni passerò in Formula 3. Questi sono obiettivi concreti, non voglio spingermi oltre, anche se nei sogni di ogni pilota c’è la Formula 1. Ma nell’automobilismo è possibile costruirsi una buona carriera professionistica anche senza arrivare per forza là dove sono adesso Schumacher e compagni. Per il dopo, quando si tratterà di mettere a frutto la laurea in Bocconi, mi piacerebbe restare nell’ambiente delle corse magari come team manager. Ma papà, che mi immagina nell’azienda di famiglia, ancora non lo sa...”.  
     
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