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Notiziario Marketpress di Lunedì 04 Luglio 2005
 
   
  Pagina4  
  L’INCONTRO DEI DUE GRANDI  
   
  Milano, 4 luglio 2005 - Sabato 25 giugno alle ore 21.00 presso la parrocchiale S. Gaetano da Thiene a Milano si è tenuto un duo in concert tra il milanese Roberto Bignoli e il romagnolo Claudio Chieffo che per un paio d’ore circa hanno fatto dimenticare ai 200 presenti di essere assediati dal caldo di questa torrida estate metropolitana. I due cantautori hanno dato vita ad una serie di canzoni tratte in rapida successione dai rispettivi repertori. S’inizia con C’è bisogno di te di Bignoli alla quale segue Non mi basta stasera (Liberazione n. 2) di Chieffo, canzoni diverse sul piano musicale ma che echeggiano lo stesso leit motiv: la vita come ricerca del senso. Non sono solo canzonette, tanto per parafrasare il grande Bennato ma ferite inferte dalla drammaticità del vivere che i due, coltivando l’arte e la musica, hanno visto trasfigurarsi secondo un misterioso disegno, in torrenti di grazia e di bene. Entrambi hanno vissuto i terribili e allucinati anni 70: come non cantare quindi gli anni dell’utopia, il delirio d’onnipotenza? Ed ecco allora Ballata del potere di Claudio e Roberto con Un uomo. Dall’utopia alla realtà il risveglio è doloroso ma altamente terapeutico: ecco Ho visto la croce (Bignoli) e L’opera (Chieffo). Il duo procede a ritmo serrato con un altro paio di brani a testa dopo i quali appare evidente il tratto distintivo di ciascuno. Molta più poesia in Chieffo, molta più musica e ritmo in Bignoli, identica però in entrambi la forza vitale: c’è un senso di festa qui, qui si canta la vita, si festeggia qualcosa, non s’indulge all’estetismo, alla goduria canterina. Ma come nascono le loro canzoni? Cos’è la loro voglia di far festa? Nelle discoteche di solito il problema è come riempire il vuoto, ci si sballa perché non si ha nulla (canta che ti passa!) invece qui si percepisce la letizia per essere stati trovati, la gioia della fede. Bignoli e Chieffo non fanno parte dei circuiti mediatici del gran business musicale di massa. Hanno avuto momenti di gloria, senz’altro, e anche collaborazioni artistico – professionali di tutto rispetto nell’elaborazione testuale e musicale dei propri repertori. Bignoli si è imposto con Concerto a Sarajevo e con la Ballata per Maria così come Chieffo è autore di tantissime canzoni d’ispirazione religiosa che sono diventate patrimonio del popolo cattolico tipo Canzone di Maria Chiara o I cieli. Ma nessuno dei due ha sfondato dal punto di vista commerciale. La ragione ce la spiegano così, con due canzoni: Diglielo tu (Bignoli) e Ballata dell’uomo vecchio (Chieffo) : il primo ha sempre cercato di affermare la verità e la passione per la musica e il suo talento non è mai stato in vendita, il secondo vuole cantare l’appartenenza alla vita di un popolo: realizzare se stessi è questo! Come dire, il successo è affermare altro da sé. Per il mondo, invece, realizzarsi è affermare se stessi… gulp! Ma sono due idee proprio opposte!! Il pubblico presente, ormai surriscaldato, anche per via della temperatura africana, si è coinvolto e ha cantato insieme : un popolo infatti conosce le proprie canzoni, quei brani musicali che i propri cantautori (e non già i propri idoli) compongono sapendo interpretare più di tutti la vita,gli eventi, le esperienze, i volti e gli incontri fatti non solo da loro ma da tutto un popolo. Siamo veramente lontani qui dalle kermesse televisive o da quelle passerelle alla Festival bar che sì, assolvono il compito di far conoscere al grande pubblico i talenti emergenti ma che spesso sono la fiera dell’effimero e della spersonalizzazione mitica di massa. La differenza tra questo duo in concert e le sfilate canzonettistiche è che con il primo si è vissuto un incontro, con il secondo è un attivare il jukebox e coprire la voce assordante dentro di sé di un di più, di un oltre che da sempre inquieta il mondo degli uomini e ne rende insoddisfatto il cuore. Ciò che il cuore umano cerca sotto ogni latitudine esiste ed è incominciato ad esistere quando una ragazzina di 16 anni in uno sperduto paese della Giudea ha dato alla luce la speranza degli uomini. Per dirlo Roberto ha scelto di cantare Canzone per Maria cui ha fatto eco Claudio con Ave Maria, splendore del mattino.  
     
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