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Notiziario Marketpress di
Martedì 05 Luglio 2005
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GIOCATTOLI PIÙ SICURI PER I BAMBINI |
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Bruxelles, 5 luglio 2005 - La Plenaria è chiamata a pronunciarsi in seconda lettura della procedura di codecisione sulla modifica della direttiva concernente il ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari ed amministrative degli Stati membri relative alle restrizioni in materia di immissione sul mercato e di uso degli ftalati nei giocattoli e negli articoli di puericultura. La raccomandazione contenuta nella relazione di Antonios Trakatellis (Ppe/de, El), adottata a larga maggioranza dalla commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, presenta 17 emendamenti alla posizione comune del Consiglio. Da allora, peraltro, Parlamento e Consiglio hanno intrapreso dei negoziati che potrebbero condurre a un divieto totale di sei ftalati. In questa prospettiva, saranno presentati in Plenaria degli emendamenti di compromesso, sostenuti dai gruppi Ppe/de, Pse, Verdi e Gue/ngl che, se adottati dall'Aula, porranno termine alla procedura legislativa. E' dal 1999 che, in virtù delle norme europee sulla sicurezza dei prodotti, è temporaneamente vietata l'utilizzazione di sei tipi di ftalati nella fabbricazione di giocattoli e di articoli per puericultura destinati ai bambini di meno di tre anni, in attesa di una vera e propria direttiva. Gli ftalati sono dei prodotti chimici plastificanti aggiunti al Pvc per renderlo più malleabile. Studi condotti sin dagli anni '90 indicavano che taluni di essi possono avere degli effetti cancerogeni, mutageni e tossici per la riproduzione. Questi prodotti non sono chimicamente assorbiti dal Pvc e possono liberarsi, per esempio, nella bocca di un bambino che mordicchia un giocattolo e, quindi, essere assorbiti dall'organismo. Il Parlamento s'era pronunciato in prima lettura nel luglio 2000 e aveva auspicato il divieto di tutti gli ftalati nei giochi e negli articoli destinati ai bambini di meno di tre anni, così come delle avvertenze in etichetta per i giocattoli destinati ai bambini da tre a sei anni, ma suscettibili di essere messi in bocca dai più giovani. Il Consiglio, nell'aprile 2005, ha poi adottato una posizione comune basata sugli ultimi dati scientifici disponibili e sui pareri del Comitato scientifico della tossicità, dell'ecotossicità e dell'ambiente. Il Consiglio ha quindi classificato i sei ftalati in questione in due categorie. Quelli rientranti nella prima (Dehp, Dbp e Bbp) sarebbero vietati in tutti i giocattoli e articoli di puericultura, quelli cha fanno parte della seconda (Dinp, Didp e Dnop) sarebbero vietati unicamente negli articoli destinati ai bambini di età inferiore ai tre anni. Nel corso del dibattito tenutosi in commissione, il relatore ha stigmatizzato tale suddivisione sottolineando, tra la altre cose, il problema delle famiglie in cui coabitano bambini di età inferiore e superiore ai tre anni e chiedendo, almeno, una etichettatura chiara sui rischi potenziali, come era stato chiesto in prima lettura dal Parlamento. La posizione comune, tuttavia, non condivide tale approccio. I deputati ritenevano ragionevole applicare il principio di precauzione agli ultimi tipi di ftalati, visto che le ricerche scientifiche avevano portato a dei risultati contradditori o insufficienti. Sulla base di emendamenti di compromesso, la commissione parlamentare aveva adottato il divieto totale degli ftalati Dehp, Dbp e Bbp per tutti i giocattoli e articoli di puericultura e il divieto degli ftalati Dinp, Didp e Dnop in quelli per i bambini di età inferiore ai tre anni. Il divieto, va precisato, riguarda delle concentrazioni che non eccedano lo 0,1%. I deputati, inoltre, auspicavano che giocattoli e articoli di puericultura fossero, almeno, debitamente etichettati. Prima della sessione plenaria, è stato possibile raggiungere un compromesso con il Consiglio che porterebbe al divieto definitivo dei sei prodotti, qualunque sia la categoria di età. Aldilà dei giocattoli e degli articoli di puericultura, i deputati chiedono alla Commissione di esaminare anche altri tipi di materiali che contengono ftalati, in particolare nel campo delle cure mediche, degli imballaggi alimentari e dei rivestimenti dei pavimenti. L'auspicio, inoltre, è di limitare allo 0,05% delle masse plastificate l'utilizzazione di componenti aromatici cui si fa ricorso per mascherare l'odore sgradevole degli ftalati, al fine di non incoraggiare a mettere in bocca gli oggetti in questione. I deputati, infine, chiedono alla Commissione di valutare la nuova direttiva tre anni dopo la sua entrata in vigore.
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