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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 06 Luglio 2005
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MODELLI DI BUSINESS VOIP: IMPATTI COMPETITIVI E “OPEN ISSUES” REGOLAMENTARI |
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Milano, 4 Luglio 2005 - Lo scenario delle telecomunicazioni è soggetto a trasformazioni epocali che vedono il tramonto di aziende che nel settore dei servizi hanno svolto un ruolo di primaria importanza, quale ad esempio l’americana At&t, oggetto di acquisizione da parte di operatori locali. La prevalenza del business dell’accesso rispetto a quello del trasporto a lunga distanza, il grande sviluppo e la ricchezza del settore mobile rispetto al settore delle comunicazioni fisse, lo sviluppo delle comunicazioni a larga banda e della convergenza sono tra i fenomeni che plasmano il nuovo scenario del mercato delle telecomunicazioni a livello mondiale. Il passaggio della telefonia da un modello a commutazione di circuito ad un paradigma a commutazione di pacchetto basato sul protocollo Ip, con la tecnologia Voice over Ip (Voip) o Ip telephony, è destinato a segnare pesantemente il futuro delle telecomunicazioni sia fisse che mobili, in ambito residenziale e business. La maturazione delle tecnologie e delle infrastrutture convergenti da un lato e l’assestamento del quadro normativo dall’altro, creano le condizioni affinché l’evoluzione verso il Voip avvenga in tempi relativamente rapidi. L’efficacia in termini di riduzione di costi si accompagna al potenziale derivante dall’integrazione con le piattaforme di comunicazione unificate in real-time (telefonia, videotelefonia, Instant Messaging, …) e in tempo differito (Posta elettronica, messaggistica vocale e unificata, …). Il passaggio dal modello a circuito al modello a pacchetto del Voip si sviluppa secondo una serie di varianti che promettono di impattare in maniera differente lo sviluppo del mercato delle telecomunicazioni del futuro. Il modello più tradizionale del Voip è quello che si basa sull’evoluzione delle norme dell’Itu della famiglia Isdn nella famiglia di norme che ricadono sotto il raggruppamento di standard H.323: secondo questo paradigma viene di fatto disegnata una trasposizione del modello della telefonia tradizionale in un modello che sfrutta le caratteristiche della rete Ip a pacchetto offrendo un modello di migrazione morbido dalla rete telefonica tradizionale con opportuni gateway e con integrazione con la struttura deputata all’erogazione dei servizi a valore aggiunto. La separazione della parte di controllo (segnalazione) dalla parte di rete che tratta il flusso dei dati delle comunicazioni telefoniche (ma anche videotelefoniche) viene mantenuta e vengono create le condizioni per separare, con protocolli ed interfacce standard, le diverse componenti di una classica centrale telefonica, sia in ambito privato che in ambito pubblico. Il modello della telefonia su Ip che si basa sull’adozione della famiglia dei protocolli basata sul Sip (Session Initiation Protocol), si propone con un piglio meno radicato nello spirito della telefonia tradizionale, e più ispirato al paradigma che ispira le soluzioni adatte all’impiego nella rete Internet. Il modello Sip è tra l’altro adottato dal 3Gpp nell’ambito dell’evoluzione verso le reti mobili di terza generazione. Entrambi i modelli citati sono stati disegnati senza pensare ad una destabilizzazione del ruolo svolto dai fornitori di servizi di telefonia di stampo tradizionale e comunque dalla presenza di sistemi centrali che ricoprono un ruolo importante dal punto di vista del controllo e della garanzia del livello di servizio erogato ad un bacino di clienti che per stabilire le proprie connessioni telefoniche prevedono un impiego di una segnalazione “utente-rete”. Il modello più rivoluzionario è quello del cosiddetto Peer-to-peer (P2p) Voip, imperniato su una forte decentralizzazione delle funzioni di controllo e di segnalazione che in larga parte avvengono direttamente tra le terminazioni della comunicazione telefonica. Il modello delle applicazioni P2p ha avuto il suo primo momento di ribalta e ha inciso pesantemente su un segmento di mercato verticale (il settore della musica e dei film), allorché si sono sviluppate iniziative come Napster e Kazaa, mirate alla condivisione di file tra utenti di Internet distribuiti sul pianeta. Il modello P2p sviluppato per il file sharing, attualmente ancora ampiamente diffuso soprattutto presso i giovani, è stato poi trasposto, proprio da uno dei fondatori di Kazaa, Niklas Zennstrom, al settore del Voip con l’iniziativa Skype. In breve, Skype ha conosciuto un tasso di sviluppo e di successo tali da essere riconosciuto come un vero e proprio fenomeno e, come tale, è sotto osservazione da parte di costruttori, operatori e clienti. Nato per offrire telefonia gratuita su Internet con un client software gratuito tra gli utenti che aderivano al sistema Skype, basato su un directory centrale che rende reperibili gli utenti registrati non appena avviene la connessione in rete, Skype ha fondato inizialmente i propri introiti su ricavi prodotti dal servizio break-out (uscita per terminazione di chiamata Voip sulla Pstn o Plmn). Tramite la sottoscrizione di accordi con operatori internazionali, Skype è in grado di praticare tariffe di break-out assolutamente competitive rispetto a quelle praticate dai concorrenti tradizionali e dai nuovi operatori Voip (tipo Vonage). Il modello di Skype si è poi arricchito ulteriormente, con l’introduzione del break-in (ovvero la possibilità di abilitare gli utenti Skype a ricevere chiamate da un qualunque utente appartenente alle reti telefoniche tradizionali acquistando un numero telefonico geografico) e del voice mail (casella vocale). Un altro elemento di interesse è la disponibilità di client Skype per sistemi portabili (cordless, sistemi mobili con sistema operativo Windows Ce e, già annunciato, su sistema operativo Symbian). Il tasso di crescita degli utenti Skype (aprile 2005) I tassi di adesione al modello Skype e di utilizzo dello strumento, soprattutto per le comunicazioni su Internet, confortato da livelli di qualità delle comunicazioni lusinghieri e da semplicità di uso e installazione anche in presenza di barriere tipiche del Voip secondo i modelli più tradizionali (firewall e Nat), sono impressionanti e sicuramente intaccano il business della telefonia tradizionale sia fissa che mobile. Ad aprile 2005, la Skype festeggiava il traguardo dei 100.000.000 di download del software. L’orientamento a modelli di tariffazione flat, tranne per il caso ove si esce su Pstn/plnm, avrà la sua influenza nel determinare il grado di convenienza del modello Skype e il business dell’operatore europeo più famoso di P2p Voip. Ovviamente Skype non offre l’unica tecnologia, peraltro proprietaria e largamente basata sugli sviluppi fatti per Kazaa, per il P2p Voip, e non è l’unico operatore che punta su questo modello di offerta dei servizi. Da un lato nuove start-up company hanno deciso di seguire questo modello di business: Popular Telephony ha lanciato ad aprile 2005 un’applicazione P2p Voip (denominata Poerio) destinata al segmento affari del mercato che integra la maggior parte dei servizi a valore aggiunto tipici di tale area di mercato quali il la trattenuta e il trasferimento di chiamata, la casella vocale. Le aziende che intendono migrare la loro rete di fonia privata verso la tecnologia Voip, utilizzando Poerio devono semplicemente dotarsi di un software da installare sui Personal Computer, piuttosto che su Ip Phones predisposti. Popular Telephony mette anche a disposizione un gateway verso la rete Skype per utilizzarne i servizi di break-out e break-in. Dall’altro lato, l’interesse suscitato dal modello P2p Voip ha suscitato la reazione dei principali sostenitori del modello Sip, che si sono affrettati a mostrare come il caso P2p possa essere tranquillamente basato sulla famiglia dei protocolli standard Ietf (Sip). I risvolti regolatori rappresentano tutt’ora un tema di grandissimo interesse per valutare le barriere allo sviluppo del Voip e del Voip P2p in particolare. Tra i temi “critici”si evidenziano: le regole di interconnessione tradizionale – Ip, la numerazione geografica e non, la tracciabilità delle comunicazioni, le funzioni obbligatorie per il servizio universale. Gli operatori tradizionali, soprattutto gli Incumbent fissi e mobili, devono senza dubbio mettere sotto attenta osservazione un fenomeno che potrebbe intaccare significativamente il profili degli introiti per la telefonia e che potrebbe stabilire nuovi equilibri di mercato. Tuttavia proprio gli Incumbent potranno essere i protagonisti della rivoluzione Voip, se avranno il coraggio di cavalcare l’innovazione e gestire la transizione dalla Pstn, ossia fare leva sui loro veri asset: ampia base di clienti e controllo dell’accesso.
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