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Notiziario Marketpress di Venerdì 08 Luglio 2005
 
   
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  ESPLORARE ABISSI MARINI IN TUTTA SICUREZZA. PUBBLICATA LA NORMA UNI EN 14153 SUI SERVIZI PER IL DIVING, L’IMMERSIONE RICREATIVA SEMPRE PIU’ DIFFUSA SOPRATTUTTO NEI VILLAGGI TURISTICI  
   
  Negli ultimi anni le immersioni subacquee si sono trasformate sempre di più da sport d’élite, praticato da pochi appassionati dopo un addestramento speciale che talvolta durava anche anni, a un’attività ricreativa accessibile praticamente a tutti. Sono sempre più diffusi, soprattutto nei villaggi turistici, corsi di diving (termine inglese con cui viene ora comunemente definita la pratica sportiva dell’immersione subacquea dal verbo to dive, tuffarsi) dove chiunque, purché in buona salute, può, in breve tempo, imparare a fare le immersioni sotto la guida di istruttori qualificati. Ma come possiamo essere certi che l’apprendimento di questo affascinante sport avvenga in conformità a tutte le regole di sicurezza? La risposta è contenuta nella norma UNI EN 14153 “Servizi per l’immersione ricreativa - Requisiti minimi di sicurezza richiesti per l’addestramento di subacquei ricreativi”, pubblicata recentemente dall’UNI, Ente Nazionale Italiano di Unificazione. Secondo la norma UNI EN 14153, gli allievi devono essere in possesso di tutti i pre-requisiti necessari per poter partecipare ai corsi (documentazione medica adeguata e, in caso di minore l’autorizzazione dei genitori o di chi ne ha la tutela legale, ecc.) e, in base alle competenze e ai vari livelli di preparazione li suddivide in: “Subacqueo non autonomo e/o guidato” (può immergersi solo sotto la diretta sorveglianza di una guida subacquea, a una profondità massima di 12 metri); “Subacqueo autonomo” (può immergersi sino a una profondità massima di 20 metri se insieme con altri subacquei dello stesso livello); ”Guida subacquea” (conduce tutte le attività di diving ricreativo per le quali ha ricevuto un’adeguata preparazione, pianifica ed esegue procedure di emergenza appropriate per l’ambiente e le attività subacquee, può aiutare a controllare gli studenti e a migliorarne la sicurezza, ma non può valutare o insegnare alcuna tecnica). A seconda del livello che vogliono conseguire, agli allievi viene richiesta un’adeguata conoscenza delle caratteristiche e dei principi di funzionamento delle attrezzature (maschera, pinne, muta, erogatore, fonti d’aria alternative, dispositivi di controllo dell’assetto, dispositivi di segnale di pericolo, ecc.) dei principi fisici (suoni, luci, temperatura, pressione ecc.), dell’utilizzo delle tabelle di decompressione, della pianificazione di un’immersione (preparazione, procedure di emergenza, prevenzione/gestione degli incidenti, comunicazione sott’acqua e in superficie, etc.) delle tecniche di primo soccorso e dei problemi medici collegati alla pratica del diving (compresi quelli di tipo psicologico come stress mentale, panico, eccessiva sicurezza). Ai fini del rilascio della certificazione e a seconda del livello che si vuole conseguire, gli allievi devono superare un esame (che prevede anche prove orali) per dimostrare le abilità pratiche raggiunte e le conoscenze teoriche. Tutte le attività subacquee effettuate in acque confinate (ad esempio piscine con profondità adeguata al tipo di attività) devono svolgersi sotto la diretta sorveglianza di un istruttore che dovrà trovarsi fisicamente in acqua con gli studenti durante ciascuna immersione. Per poter effettuare la prima immersione in acque aperte è indispensabile che l’allievo dia effettivamente prova di essere in grado (senza utilizzare alcuna attrezzatura - maschera, pinne, aeratore, ecc.) di coprire a nuoto una distanza di almeno 50 metri e di riuscire a restare a galla per 5 minuti (Livello 1) o 10 minuti (Livello 2). La sorveglianza degli allievi è di esclusiva responsabilità dell’istruttore il quale può decidere di limitare il numero dei partecipanti nel caso le condizioni ambientali non siano ideali (per esempio in caso di scarsa visibilità sott’acqua) o anche di utilizzare strumenti addizionali per migliorare il livello di sicurezza (come ad esempio cime per la risalita, ecc.). Per ottenere la certificazione di ‘subacqueo non autonomo’, gli allievi dovranno portare a termine con successo almeno due immersioni in acque aperte sotto la supervisione di un istruttore (preparazione, controllo pre-immersione, entrata in acqua, procedure di discesa, attività subacquea, procedure di risalita, emersione). Per ottenere la certificazione di ‘subacqueo autonomo’, gli allievi oltre a dover riconoscere il sistema più adatto a un determinato ambiente, ed essere in grado di pianificare e preparare un’immersione, effettuando una valutazione delle condizioni ambientali, considerando il consumo di aria, i metodi di entrata e di uscita dall’acqua, lo stato di preparazione (fisico e mentale) personale e dei propri compagni, la preparazione dell’attrezzatura necessaria, la gestione delle eventuali emergenze, dovrà portare e termine con successo almeno quattro immersioni in acque aperte, della durata di 15 minuti ciascuna, alla presenza di un istruttore. Per diventare ‘Guida subacquea’ l’allievo deve avere al proprio attivo almeno 60 immersioni in acque aperte, delle quali 40 devono essere state effettuate dopo il conseguimento del livello di “subacqueo autonomo”. In ogni caso, per garantire il più alto livello possibile di preparazione, metà delle quali devono essere effettuate in condizioni ambientali critiche: scarsa visibilità (meno di due metri in orizzontale), presenza di correnti (più di 0,25 m/s), acque fredde (temperatura inferiore ai 10°C). Inoltre dovrà dimostrare una perfetta conoscenza dei sistemi di erogazione e dimostrare di essere in grado di pianificare e preparare un’immersione, comprensiva della valutazione ambientale e della preparazione di un piano d’emergenza. Per avere un’idea dell’importanza che l’addestramento di diving avvenga nel rispetto delle norme di sicurezza UNI EN 14153, basti pensare che, secondo recenti stime internazionali, il 60% di tutti gli incidenti avvenga durante le prime 30 immersioni; ciò significa che una buona preparazione sia pratica sia teorica potrebbe diminuire sensibilmente la percentuale di pericolo per i subacquei. Per tranquillizzare i sempre più numerosi appassionati di sport subacquei, vale la pena sottolineare che le metodologie didattiche diffuse in tutto il mondo (ad esempio PADI, ESA, SSI) essendo conformi ai requisiti di sicurezza hanno già ottenuto la certificazione.  
     
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