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Notiziario Marketpress di
Lunedì 11 Luglio 2005
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AGLI ITALIANI PIACE PREMIUM: I CLIENTI DEI SERVIZI DI MOBILE BANKING ACQUISTANO 12 MESSAGGI A VALORE AGGIUNTO AL MESE |
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Milano, 5 luglio 2005 - Ubiquity, società italiana che progetta e sviluppa web application per l’ubiquitous computing, e Commstrategy, società specializzata nella analisi dei comportamenti dei consumatori sui media digitali, hanno rilasciato uno studio, relativo al primo semestre 2005, da cui emerge che tra gli italiani che utilizzano i servizi di mobile banking cresce la propensione verso servizi a valore aggiunto erogati via sms attraverso numerazione breve e addebitati direttamente sul conto telefonico dell’utente. Lo studio è stato condotto osservando i consumi di un campione pari a circa il 70% degli utenti di servizi a valore aggiunto in ambito bancario e include la clientela di alcuni dei principali gruppi e delle banche dirette del paese. La penetrazione dei servizi di mobile banking basati su numerazione breve raggiunge l’1,70% della clientela. Ogni cliente riceve in media dodici messaggi al mese, il cui prezzo varia tra i 15 e i 30 centesimi di euro in funzione dell’operazione scelta. “L’elevata frequenza con cui questi servizi sono utilizzati”, spiega Dario Calogero, amministratore delegato di Ubiquity, “mostra come molti dei clienti delle banche abbiano interesse a conoscere in tempo reale lo stato delle proprie finanze personali e desiderano avere a disposizione efficaci strumenti di monitoraggio con l'obiettivo di evitare le frodi”. La spesa media mensile per utente è compresa tra i 2-3 euro al lordo della quota di traffico trattenuta dall’operatore mobile, che oggi incide in media per il 65% del prezzo pagato per ogni sms. La clientela bancaria preferisce la modalità premium perché permette l’addebito diretto sul conto telefonico dell’utente, garantendo inoltre il controllo diretto della spesa e la flessibilità nella scelta delle modalità di erogazione. I servizi di mobile banking disponibili sono di due tipi. Quelli legati alla posizione del cliente nei confronti del proprio istituto di credito che comprendono servizi di saldo e movimenti, portafoglio titoli, movimenti della carta di credito e di ricarica del telefono cellulare. Quelli di informazione sui mercati finanziari per ottenere in tempo reale dati e notizie sull’andamento delle borse e dei titoli quotati. I servizi, attivabili da canali diversi (agenzie, call center, Internet, Atm), sono erogati in modalità push e/o pull. La prima è tipica dell’alert dove, impostati alcuni parametri, le informazioni sono veicolate automaticamente all’utente. I parametri possono essere temporali (per cui si imposta la frequenza con cui si desidera ricevere un aggiornamento) o di valore (si imposta una soglia oltre la quale si desidera che venga inviato un aggiornamento). La seconda, al contrario, prevede che sia l’utente a richiedere di volta in volta le informazioni attraverso il proprio dispositivo mobile. “Il mobile banking”, dice Calogero, “è ancora un servizio di nicchia, ma crescerà rapidamente. Si tratta infatti di servizi di grande utilità per la gestione delle proprie finanze personali basati su una tecnologia molto semplice con cui gli italiani hanno grande familiarità”. Fiamma Petrovich di Commstrategy osserva: “L’utilizzo delle informative push e pull sulla posizione finanziaria e sulle transazioni, oltre a portare ricavi marginali all’istituzione finanziaria, riduce significativamente il traffico sui canali tradizionali, che presentano costi superiori per l’erogazione di informazioni importanti per volumi ma poco significative nella relazione con il cliente”.
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