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Notiziario Marketpress di
Martedì 12 Luglio 2005
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UNION INVESTMENT: IL SETTORE DEI MEDIA E IL MERCATO PUBBLICITARIO |
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Milano, 12 luglio 2005 - Nel trimestre scorso il settore dei media e della pubblicità ha potuto registrare una crescita alquanto sostenuta. Il mercato mondiale dei media e della pubblicità ha goduto di un duplice sostegno: da un lato, la stabilità della congiuntura mondiale, che ha determinato interessanti livelli di crescita del Pil, ha stimolato il settore dei media; dall’altro lato, il forte aumento della redditività delle imprese registrato negli anni passati si è ripercosso positivamente sulle spese pubblicitarie, che sono strettamene correlate con la redditività stessa. Le imprese, quindi, possono nuovamente permettersi di destinare somme considerevoli alla commercializzazione dei loro prodotti – con effetti favorevoli sul settore pubblicitario. Secondo valutazioni dei grandi gruppi di marketing, nel 2004 il mercato pubblicitario mondiale ha registrato una crescita tra il sei e il sette per cento, cui però hanno naturalmente contribuito grandi eventi mediatici come le Olimpiadi e le elezioni presidenziali negli Stati Uniti. In assenza di simili avvenimenti straordinari, il tasso di crescita previsto per il 2005, pari al cinque-sei per cento, va dunque considerato senz’altro come un dato positivo. L’andamento del settore è stato influenzato favorevolmente anche da programmi di riacquisto di azioni. A quanto sembra, negli anni scorsi si è diffuso anche in questo settore il convincimento che le imprese con buoni profitti ed elevati livelli di liquidità fanno bene ad aumentare i dividendi o ad avviare programmi di riacquisto di azioni, allo scopo di compiacere gli azionisti. Una quota notevole del mercato pubblicitario internazionale è ormai costituita dalla pubblicità su Internet, che registra tassi di crescita a due cifre. Tuttavia le valutazioni delle azioni delle società operanti in questa branca di mercato sono tutt’altro che positive. In occasione della presentazione dei dati aziendali relativi al 2004 però, John Wren, responsabile di gruppo della società di marketing più grande al mondo, la Omnicom Group, ha manifestato ottimismo riguardo alle prospettive future e ha affermato che lo scorso anno c’è stato un deciso aumento dei clienti disposti a investire in progetti di marketing e nelle Pr. In un’ottica regionale, osservando lo sviluppo in Europa si può constatare che i singoli mercati dei media hanno avuto andamenti diversi, dipendenti dalla rispettiva situazione congiunturale. Nei paesi in cui la ripresa economica è stata contenuta, come la Germania, il settore dei media ha avuto una tendenza debole, mentre in Gran Bretagna, Italia, Spagna e nei paesi scandinavi il mercato pubblicitario ha dimostrato già l’anno scorso una notevole dinamicità. La forte crescita del mercato pubblicitario spagnolo, che è attualmente al primo posto in Europa con tassi di crescita a due cifre, ha avuto effetti positivi sulle televisioni locali, come Antena 3 de Televisión e Gestevision Telecinco, le cui azioni hanno fatto segnare forti aumenti nel primo trimestre del 2005. Altrettanto positivo è stato l’andamento della società pubblicitaria britannica Wpp Group, con un sorprendente inizio d’anno che ha messo le ali alla quotazione in Borsa del titolo. In linea di massima si può rilevare che a livello europeo continua il consolidamento delle agenzie pubblicitarie. In particolare, le medie imprese con deficit strategici sono tuttora disponibili a farsi assorbire da conglomerati pubblicitari di dimensioni globali. Nonostante la pubblicazione di molti risultati aziendali, dal settore pubblicitario statunitense sono giunte relativamente poche novità. Il gestore televisivo Viacom, che ha acquisito di recente anche il canale musicale tedesco Viva, ha subìto nel 2004 perdite record, pari a 17,5 miliardi di dollari che però non hanno inciso negativamente sul corso delle azioni e sono state causate da correzioni di valore nei rami “Pubblicità estera” e “Pubblicità radiofonica”. L’utile operativo è invece aumentato del 19 per cento arrivando a 2,7 miliardi di dollari.
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