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Notiziario Marketpress di
Venerdì 15 Luglio 2005
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LOMBARDIA / GRANDE INTERESSE PER “ANTICHE COLORATE TRASPARENZE” ALLA ROCCA DI ANGERA. LA MOSTRA APERTA FINO AL 23 OTTOBRE
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Perle veneziane antiche e vetri della collezione Borromeo sono al centro della mostra “Antiche, colorate trasparenze”, inaugurata (lo scorso 29 maggio) dalla principessa Bona Borromeo e aperta presso la Rocca di Angera fino al 23 ottobre. Un famoso collezionista, Arnaldo De Gasperi, espone la sua collezione di perle veneziane storiche in una mostra dedicata al vetro e all’arte del vetro. Con le perle veneziane, simbolo dell’abilità artigianale degli antichi maestri, sono per la prima volta esposti i vetri storici di casa Borromeo, con oggetti appartenuti a San Carlo e al Cardinal Federigo e ad altri storici personaggi. LE ORIGINI DEL VETRO E DELLE “MURRINE” VENEZIANE - Sulle origini del vetro ci sono alcune ipotesi, la più accreditata delle quali, raccontata da Plinio il Vecchio (25-79 d.C.) parla di caso fortuito: su una spiaggia alcuni marinai fenici accesero un fuoco con blocchi di soda e alcuni legni, la sabbia si fuse con la soda e ne uscì una materia vitrea. Nella preparazione del vetro è infatti presente la soda che abbassa il punto di fusione della silice, nonché il calcio che rende stabile il vetro. I Fenici fabbricarono per primi nel V, VI millennio a.C. le perle, antenate di quelle veneziane, facendo colare la pasta di vetro su un nucleo di osso o pietra e aggiungendo strati di colore. La diffusione delle perle arrivò in Mesopotamia 1500 anni prima di Cristo. In Egitto fu trovata una pasta vitrea che serviva alla fabbricazione di perle, ottenute rivestendo con colatura a caldo un nucleo di quarzo con smalto vitreo di vari colori. Qui vennero fabbricate perle piccolissime a comporre una sorta di tessuto, tecnica in uso ancora adesso nelle tribù del deserto. Ad Alessandria furono prodotte le più belle perle dell’antichità. In Grecia nel periodo ellenistico la produzione di perle divenne importante per quantità, varietà e vivacità di colori. Con l’estendersi delle conquiste romane nuovi centri di produzione vetraria si diffusero nella penisola iberica, in Gallia, Scandinavia e soprattutto nei confini italici. Le “murrine” diventate famose nell’area veneziana furono prodotte già nel 400 a.C. ad Alessandria con canne di vetro forate o massicce. I Romani diffusero barrette a mosaico prefabbricate; tagliandole a pezzetti e forandole si ricavavano le perle. Venezia divenne nel Trecento capitale mondiale del vetro e delle perle, reinventando tecniche antiche grazie anche al trasferimento in città di maestri vetrai bizantini. I vetrai si raccolsero nella Scuola di mestiere, ma nel 1292 vennero espulsi da Venezia per motivi di sicurezza (pericolo di incendio e inquinamento) e si rifugiarono a Murano, dove sono in attività ancora oggi con una lavorazione nota in tutto il mondo.Info per la Rocca Borromeo tel. 0331.931300, roccaborromeo@libero.it
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