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Notiziario Marketpress di
Lunedì 29 Marzo 2004
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AL TEATRO STREHLER, METTI, UNA SERA A CENA UNO STORICO SUCCESSO SCRITTO E DIRETTO DA GIUSEPPE PATRONI-GRIFFI |
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Milano, 29 marzo 2004 - Scritta nel 1967, Metti, una sera a cena è una commedia il cui titolo è diventato proverbiale, come è capitato solo alle opere di Pirandello o di Eduardo. Realizzata per la prima volta dalla Compagnia dei Giovani (Rossella Falk, Carlo Giuffrè, Romolo Valli, Elsa Albani, Umberto Orsini) per la quale questo testo fu scritto, la commedia fu replicata con grandissimo successo per due anni consecutivi e, nel 1969, ne fu tratto un film, (con Florinda Bolkan, Tony Musante, Jean-louis Trintignant, Lino Capolicchio, Annie Girardot) diretto dallo stesso Patroni Griffi. La storia, graffiante e sentimentale - non assente un compiaciuto libertinismo - ha al suo centro una donna affascinante che tesse i suoi molteplici legami amorosi all’interno di un “clan”, come Patroni Griffi ama definire un gruppo di amici coeso da rapporti stretti e ambivalenti, di cui la pièce registra un momento di crisi. Un “clan” che appare quale sostituto della famiglia tradizionale e dei suoi affetti, un reticolo relazionale rassicurante di cui non si riesce a fare a meno: allora perché lasciarsi, perché soffrire, se con molta intelligenza si può vivere uniti tutti insieme? “C’è nella storia la paura della solitudine, oppure la paura del mondo che induce la gente a chiudersi in piccoli gruppi”, annota l’autore. “Oggi viviamo tutti così. In cellule che non comunicano tra loro, in piccole società isolate: ciascuno con le sue regole, i suoi riti, le sue funzioni, le sue guerre. Gruppi, bande, consorterie: è naturale che nascano all’interno di questi gruppi complicazioni affettive, sentimentali, psicologiche. Un groviglio inestricabile, ma di cui non si riesce a fare a meno. E se qualcuno tradisce, se per esempio una donna non si accontenta di essere la moglie di suo marito, ma si innamora anche di un estraneo, se addirittura progetta di andarsene con lui… allora lo sgomento e l’infelicità degli altri è tale che l’unica soluzione consiste nel far finta di niente, nell’assorbire l’estraneo nel gruppo: pur di non rompere l’apparente equilibrio ”. Lo spettacolo, in scena fino all’8 aprile, è una produzione del Teatro Eliseo – Teatro Stabile di Roma e conclude a Milano una lunga e fortunata tournée italiana. Teatro Strehler fino all’8 aprile 2004. Infolink: www.Piccoloteatro.org
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