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Notiziario Marketpress di
Martedì 30 Marzo 2004
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EDWARD CURTIS L’EREDITÀ DEGLI INDIANI D’AMERICA DAL 18 APRILE ALL’11 LUGLIO |
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Reggio Emilia, 30 marzo 2004 - In Palazzo Magnani 150 immagini realizzate nel corso di trent’anni dal grande fotografo statunitense. Un eccezionale documento sulla vita e le tradizioni delle popolazioni native del Nord America, per la prima volta in Italia. Una straordinaria iniziativa d’arte e storia è in programma a Palazzo Magnani a Reggio Emilia dal 18 aprile all’11 luglio 2004. Promossa dalla Provincia di Reggio Emilia, con il contributo della Fondazione Pietro Manodori di Reggio Emilia, di Ccpl Reggio Emilia, la mostra Edward Curtis. L’eredità degli Indiani d’America presenta – per la prima volta in Italia - 150 fotografie originali, provenienti dalla più importante collezione privata americana, del fotografo che documentò tra la fine dell’Ottocento e i primissimi anni del Novecento, i volti di capi-tribù e di semplici uomini e donne, la vita quotidiana, gli ultimi villaggi degli Indiani d’America, quello che restava di un popolo e di una civiltà che stavano per scomparire. In trent'anni di spedizioni presso le tribù del nord degli Stati Uniti, Curtis raccoglie 40.000 fotografie e registra con un proto registratore a cilindri di cera 10.000 canti, oltre al complesso della tradizione orale, in 1.000 lingue diverse. Il suo lavoro ebbe come frutto la pubblicazione della enciclopedia in venti volumi intitolata The North American Indian e la costituzione di uno straordinario archivio fotografico di oltre 40 mila negativi. Il primo volume di 'The North American Indian' viene pubblicato nel 1907, il ventesimo nel 1930. Questo monumentale progetto venne definito da The New York Herald come “la più grandiosa impresa editoriale dopo la traduzione della Bibbia autorizzata da re Giacomo I all’inizio del 1600”. L'occhio attento di Edward Curtis (soprannominato "Shadow Catcher", cacciatore d'ombre) ha immortalato, tra gli altri, Nuvola Rossa, Chief Joseph, Medicine Crow. Edward Sheriff Curtis (1869-1952) è nato vicino a Whitewater nello stato americano del Winsconsin, una zona dove gli indiani erano ancora numerosi. Ha ventun anni quando il massacro di Wounded Knee segna il declino della cultura indiana. Inizia a riprendere gli Indiani della riserva di Puget Sound.nel 1891 si trasferisce a Seattle dove inizia a lavorare in uno studio fotografico del quale successivamente rileva l'attività. Esegue principalmente ritratti realizzati in studio e fotografie di paesaggi. Probabilmente l'idea di raccogliere un'ampia documentazione sulla vita e le tradizioni delle tribù indiane dell'America settentrionale nasce intorno ai primi anni del 1900. Si trattava di documentare con parole e foto la storia, lo stile di vita, le cerimonie, le leggende e i miti delle tribù indiane ancora raggiungibili. In seguito, realizza anche un film sulla vita degli indiani. Nel 1919 si trasferisce a Hollywood dove lavora come direttore della fotografia per gli Studios di Hollywood e realizza le fotografie per film quali l'epopea di Cecil B.de Mille "I Dieci Comandamenti". In contemporanea, dal 18 aprile al 4 luglio, ai Musei Civici di Reggio Emilia (via Spallanzani 1) si tiene la mostra “Lakota Sioux. Il mito e il paesaggio. Dalla Collezione Thomas C. Donaldson dell’University of Pennsylvania Museum”, che propone oltre 100 fotografie, delle quali 74 stampe originali d’epoca, che fanno parte dell’archivio del Mup. Inoltre, verrà esposta anche la raccolta di materiali Sioux e Cheyenne donata da Antonio Spagni al Comune di Reggio Emilia nel 1844 e che fa parte della collezione permanente dei Musei Civici della città reggiana. Infolinik: www.Palazzomagnani.it
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