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Milano, 30 marzo 2004 - Anche se la vita non cambia, tra messaggi sottovoce di presunte minacce, parole calme per tranquillizzare, la paura c’è. Gli imprenditori milanesi, sentiti dalla Camera di Commercio di Milano sul dopo Madrid lo ammettono: il 39% l’attentato se lo aspetta, e pure presto. E comunque un 29% dice che comunque arriverà, magari in tempi più lunghi. I luoghi pubblici affollati, le stazioni, le metropolitane, i centri commerciali rappresentano un vero e proprio rischio per il 56% (a giugno scorso era il 43% mentre pensava all’11 settembre). E così la paura fa novanta. Cambia anche l’atteggiamento verso la comunità araba, operosa tra la città e la provincia. Diventa addirittura un pericolo forte per un imprenditore su quattro (25%): pochi mesi fa, a giugno 2003, alla stessa domanda i timorosi verso la comunità ospite erano solo l’8%. Si reagisce anche con l’intolleranza: il 71% vorrebbe un adeguamento alle nostre usanze, non che mantenessero le loro, contro il 42% di giugno scorso. Forse molti non vorrebbero davvero favorire l’integrazione, se la risposta prescelta è più sulla prevenzione: l’81,5% vorrebbe controllare l’immigrazione clandestina, contro il 13% di pochi mesi fa. Qualcuno tenta una mediazione con possibili luoghi di aggregazione con i milanesi (32,5% contro 16% nel passato) e un 5% penserebbe addirittura di costruire una moschea (1,6% nel passato). E poi c’è il danno economico che si aggiunge al sospetto: un 10% ha risentito moltissimo della crisi in medio Oriente e l’instabilità per il terrorismo in Europa, perché che alla fine va a incidere sull’economia in generale, un altro 10% comunque ne ha risentito molto, un 25% abbastanza. E in media la perdita sul fatturato è del 10%, che per l’area milanese sono 30 miliardi di euro. L’indagine della Camera di Commercio di Milano su 500 imprese milanesi è stata divulgata oggi al convegno “Marocco: un Paese di nuove opportunità”, organizzato da Promos, azienda speciale della Camera di commercio di Milano, in collaborazione con Formaper, azienda speciale della Camera di commercio di Milano e Gruppo San Paolo Imi. Nel corso dell’incontro è stata annunciata l’apertura di un ufficio di Promos a supporto delle imprese a Casablanca. Un Paese ben rappresentato anche in Italia, a partire dal lavoro (nel 2003) dei quasi 25mila imprenditori, titolari di ditte individuali, il 17% di tutti gli extracomunitari imprenditori in Italia, l’etnia più numerosa. E dalle quasi 4mila imprese italiane che commerciano con il Marocco, con un giro d'affari tra import e export col Paese nordafricano che ha superato il miliardo e i 350 milioni di euro. "È sul Mediterraneo - ha dichiarato Bruno Ermolli, Presidente di Promos, azienda speciale della Camera di Commercio di Milano per le Attività Internazionali - che si gioca la sfida per costruire una parte importante del nostro futuro. Non bisogna confondere una sparuta minoranza di estremisti con la vera identità dei Paesi Mediterranei: la convivenza civile e l’integrazione è possibile. Questa è l’unica strada per una stabilità dell’intera area mediterranea e per uno sviluppo dello stesso sistema imprenditoriale europeo. E Milano, grazie ad un solido tessuto sociale ed imprenditoriale, può davvero giocare un ruolo importante nel processo di integrazione, sviluppando le già buone collaborazioni culturali e commerciali fra le due sponde del Mediterraneo e favorendo con strumenti efficaci l'ingresso delle imprese italiane in quest'area, insieme allo sviluppo delle imprese locali. Anche grazie alla creazione di nuove strutture per favorire i rapporti internazionali come l’ufficio che presentiamo e che nascerà a Casablanca ". Le imprese milanesi e il terrorismo in Europa La crisi in medio oriente e il terrorismo in Europa stanno incidendo in modo negativo sui suoi affari? Sì, moltissimo(10%), sì, molto (10,3%), sì, abbastanza (25,4%), non molto (27,1%), per nulla (21,9%), non so (5,4%). Se sì, perché: (Risposta Multipla). Nell’import/export con i paesi arabi del nord Africa e del Medio Oriente (6.8%), negli investimenti nei paesi arabi del nord Africa e del Medio Oriente (1.7%), la crisi sta incidendo su tutta l'economia in generale (51.3%), non so (1.4%). Se sì, con quale percentuale sta incidendo sul suo fatturato? Meno del 5% (47,3%), tra il 5 e il 10% (6,6%), tra il 10 e il 20% (16.5%), tra il 20 e il 30% (12%), tra il 30 e il 40% (5,4%), oltre il 40% (3,7%), non so (8,5%). Secondo lei, gli immigrati provenienti dai paesi arabi, anche sul lavoro, dovrebbero adeguarsi alle nostre usanze o ritiene sia giusto che per loro motivi religiosi mantengano le loro tradizioni anche nel nostro Paese? Dovrebbero adeguarsi alle nostre usanze (70,9%), è giusto che mantengano le loro (27.1%), non so (2%). Alcuni dicono che la comunità islamica che vive e lavora a Milano in questo momento rappresenti un pericolo per la città e le sue imprese. Lei, quanto è d'accordo con questa opinione? Molto (24,8%), abbastanza (30,8%), poco (31,1%), per nulla (9,4%), non so (4%). Secondo lei cosa si dovrebbe fare a Milano per favorire l’integrazione degli immigrati a partire dalle imprese? (Risposta Multipla). Creare nuovi posti di lavoro (14,8%), controllare l’immigrazione clandestina (81,5%), costruire nuove abitazioni per gli immigrati (9,7%), costruire più asili e scuole per i figli degli immigrati (6,6%), costruire centri di accoglienza (8,5%), costruire una moschea (5,1%), fornire più servizi di assistenza socio-sanitaria (16%), creare luoghi di aggregazione con i cittadini milanesi (32,5%), quello che si fa è sufficiente (5,7%), non so (2,6%). Dopo l’attentato a Madrid teme un attentato anche a Milano? Si, presto (39%), si ma in tempi lunghi (28.8%), no (14%), non so (18,2%). Rispetto al periodo precedente all’11 marzo di Madrid come cambia la percezione per le imprese in prossimità di luoghi pubblici affollati come le stazioni, le metropolitane, i centri commerciali? Più sicuro (6,3%), meno sicuro (55,8%), sicuro come prima (27,4%), non so (10,5%). Italia e i rapporti col Marocco Import, export in Italia per principali settori (in euro, dati quarto trimestre 2003). Prodotti alimentari, bevande e tabacco (import 99.287.654, 21,6% del totale dell'import italiano col Marocco, export 11.163.471, 1,3% del totale export italiano col Marocco), prodotti delle industrie tessili e dell'abbigliamento (import 96.576.826, 21,0%, export 180.797.849, 20,3%), cuoio e prodotti in cuoio, pelle e similari (import 20.104.488, 4,4%, export 18.244.472, 2,0%), coke, prodotti petroliferi raffinati e combustibili nucleari (import 13.944.432, 3,0%, export 59.738.356, 6,7%), prodotti chimici e fibre sintetiche e artificiali (import 44.217.194, 9,6%, export 72.542.191, 8,1%), macchine ed apparecchi meccanici (import 4.003.981, 0,9%, export 251.886.237, 28,2%), macchine elettriche ed apparecchiature elettriche, elettroniche ed ottiche (import 85.826.601, 18,7%, export 103.971.963,11,7%). Imprese con titolare marocchino in Italia (dati al quarto trimestre 2003). Ci sono in Italia 24.772 imprese individuali con titolare marocchino. Sono i più numerosi: il 17% delle ditte individuali extracomunitarie in Italia appartiene a un titolare marocchino. Per regione: Lombardia (13,0% 3.209), Piemonte (10,5%, 2.596), Calabria (9,8%, 2.421), Sicilia (9,2%, 290), Emilia-romagna (8,0%, 1.975), Toscana (7,4%, 1.821), Campania (7,0%, 1.725), Veneto (6,8%, 1.693), Lazio (5,6%, 1.377), Puglia (5,3%, 1.322), Liguria (4,1%, 1.007), Sardegna (3,6%,895), Marche (2,4%,605), Umbria (2,0%, 496), Trentino-alto Adige (1,4%, 348), Abruzzo (1,3%, 329), Basilicata (1,2%, 285), Molise (0,7%, 185), Friuli-venezia Giulia (0,6%, 155), Valle D'aosta (0,2%, 38). Per settore: attivita' manifatturiere (790, 3,2%), costruzioni (3.032, 12,2%), comm.Ingr.e dett.-rip.Beni pers.E per la casa (19.301, 77,9%),trasporti,magazzinaggio e comunicaz. (881, 3,6%). Interscambio Italia – Marocco- Iv trimestre 2003 - euro Fonte: Elaborazione Camera di Commercio di Milano su dati Istat
| 2.002 | | 2.003 | | % var.02-03 import | % var.02-03 export | % su tot Italia 03 | % su tot.Italia 03 | | import | export | import | export | | | import | Export | Piemonte | 121.414.297,0 | 121.586.626,0 | 108.100.672,0 | 117.806.018,0 | -11% | -3% | 24% | 13% | Valle d'Aosta | 1.003,0 | 575.345,0 | 1.385,0 | 960.692,0 | 38% | 67% | 0% | 0% | Lombardia | 66.223.031,0 | 263.665.839,0 | 45.552.082,0 | 271.680.540,0 | -31% | 3% | 10% | 30% | Liguria | 16.205.326,0 | 11.453.655,0 | 20.330.712,0 | 10.566.388,0 | 25% | -8% | 4% | 1% | Trentino-alto Adige | 5.920.709,0 | 3.859.887,0 | 3.875.340,0 | 3.175.916,0 | -35% | -18% | 1% | 0% | Veneto | 87.402.301,0 | 115.649.438,0 | 81.839.028,0 | 106.514.023,0 | -6% | -8% | 18% | 12% | Friuli-venezia Giulia | 3.196.764,0 | 28.237.601,0 | 2.838.081,0 | 13.908.976,0 | -11% | -51% | 1% | 2% | Emilia Romagna | 39.363.360,0 | 76.649.651,0 | 48.048.893,0 | 92.618.015,0 | 22% | 21% | 10% | 10% | Toscana | 49.919.145,0 | 54.955.941,0 | 39.358.995,0 | 56.573.274,0 | -21% | 3% | 9% | 6% | Umbria | 1.294.330,0 | 2.814.993,0 | 474.584,0 | 3.450.436,0 | -63% | 23% | 0% | 0% | Marche | 9.185.376,0 | 20.624.933,0 | 9.133.092,0 | 18.757.452,0 | -1% | -9% | 2% | 2% | Lazio | 12.475.635,0 | 39.834.696,0 | 10.594.329,0 | 35.930.849,0 | -15% | -10% | 2% | 4% | Abruzzo | 10.236.423,0 | 9.614.422,0 | 11.612.697,0 | 12.136.534,0 | 13% | 26% | 3% | 1% | Molise | 11.988,0 | 367.884,0 | 1.334.658,0 | 2.091.945,0 | 11033% | 469% | 0% | 0% | Campania | 27.404.441,0 | 19.580.923,0 | 13.099.643,0 | 26.384.656,0 | -52% | 35% | 3% | 3% | Puglia | 14.731.776,0 | 4.537.510,0 | 18.758.868,0 | 11.600.660,0 | 27% | 156% | 4% | 1% | Basilicata | 2.916.715,0 | 1.342.601,0 | 182.919,0 | 992.157,0 | -94% | -26% | 0% | 0% | Calabria | 720.475,0 | 218.943,0 | 539.279,0 | 350.567,0 | -25% | 60% | 0% | 0% | Sicilia | 53.359.799,0 | 42.273.250,0 | 37.557.981,0 | 85.456.562,0 | -30% | 102% | 8% | 10% | Sardegna | 6.492.634,0 | 5.039.807,0 | 6.419.481,0 | 20.475.286,0 | -1% | 306% | 1% | 2% | Diverse o non specificate | 0,0 | 866.015,0 | 0,0 | 677.611,0 | | -22% | 0% | 0% | Italia | 528.475.528, | 823.749.960,0 | 459.652.719,0 | 892.108.557,0 | -13% | 8% | 100% | 100% |
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