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Notiziario Marketpress di Mercoledì 31 Marzo 2004
 
   
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  CAPITALIA: APPROVATO IL PROGETTO DI BILANCIO 2003 FORTE AUMENTO DELLA REDDITIVITA’ RISULTATO LORDO DI GESTIONE € 1.459 MLN (+ 50,9%) UTILE NETTO € 31 MLN (PERDITA DI € 328 MLN NEL 2002)  
   
   Roma, 31 marzo 2004 – Il Consiglio di Amministrazione di Capitalia, riunitosi il 29 marzo in serata sotto la presidenza di Cesare Geronzi, ha esaminato e approvato il progetto di bilancio 2003, che sarà illustrato oggi a Milano dall’Amministratore Delegato Matteo Arpe, nel corso di un incontro con la comunità finanziaria. Il progetto di bilancio sarà sottoposto all’Assemblea degli Azionisti, già prevista per il 28 e 30 aprile prossimi, rispettivamente in prima e seconda convocazione. L’esercizio 2003, il primo di piena operatività del Gruppo, ha visto, grazie soprattutto all’impegno del nuovo team manageriale, il raggiungimento e, in alcuni casi, il superamento dei I dati consolidati 2003 non sono direttamente confrontabili con quelli del 2002. In particolare, sotto il profilo patrimoniale, i dati al 31 dicembre 2003 tengono conto, rispetto a quelli del 31 dicembre 2002, della cessione sia di Entrium Direct Bankers Ag, sia del 51% di Holding Banca della Rete S.p.a. I dati economici consolidati al 31 dicembre 2002 sono stati adeguati ai citati cambiamenti di perimetro e sono stati ricostruiti, anche con procedimenti di stima, per renderli omogenei con quelli del 2003. I dati del conto economico di Capitalia S.p.a. Al 31 dicembre 2003 non sono confrontabili con quelli del 2002, che risultano dalla somma di elementi non omogenei a causa della costituzione del Gruppo Capitalia il 1° luglio 2002. Più importanti obiettivi del Piano industriale sotto il profilo operativo, patrimoniale e finanziario. Un risultato ottenuto in un contesto di mercato particolarmente difficile, aggravato da un clima generalizzato di sfiducia accentuatosi nell’ultima parte dell’anno. In particolare, l’esercizio 2003 registra un forte recupero di redditività, evidenziato da un risultato lordo di gestione di € 1.459 milioni, salito del 50,9% rispetto al dato 2002 ricostruito. Tale dato, che migliora le stime di prechiusura comunicate al mercato a gennaio, riflette la notevole crescita dei ricavi (+7,8% il margine di intermediazione) e la contestuale sensibile riduzione dei costi operativi (-4,1%), segnatamente delle spese amministrative (- 9,6%). A fronte della notevole performance reddituale è significativamente diminuito (-33%) l’ammontare complessivo di rettifiche e accantonamenti (da € 2.330 milioni a € 1.562 milioni), nonostante l’impatto negativo sia della congiuntura economica, sia dei rilevanti accantonamenti a fronte dei crediti riconducibili al Gruppo Parmalat, pari a € 285 milioni, la cui copertura è stata portata al 70% del totale dei crediti concessi non garantiti. L’insieme degli eventi straordinari del quarto trimestre, che include, oltre a Parmalat, le risorse destinate al Programma Investimento (€ 40 milioni) e le plusvalenze derivanti dalla vendita di quote del capitale di Mcc (€ 50 milioni) e dalla cessione di immobili (€ 60 milioni), è negativo prima delle imposte per € 215 milioni. Il Gruppo chiude quindi il 2003 con un utile ante imposte di € 136 milioni, in netta controtendenza rispetto alla perdita di € 526 milioni nel 2002 e un utile netto consolidato di € 31 milioni, che si confronta a sua volta con la perdita di € 328 milioni del 2002. A livello di Capogruppo, Capitalia S.p.a. Ha chiuso l’esercizio con un utile netto di € 89 milioni, contro una perdita di € 161 milioni nel 2002. A fronte di tale risultato, il Consiglio di Amministrazione proporrà all’Assemblea degli Azionisti la distribuzione di un dividendo di € 0,02 per azione, per un importo complessivo pari a € 44 milioni. I risultati del Gruppo sono rilevanti anche sotto il profilo patrimoniale e finanziario. In particolare, il Tier 1 ratio, principale indicatore di solidità patrimoniale, è cresciuto dal 6,2% al 6,9%, raggiungendo con ampio anticipo il target fissato dal Piano per il 2005. Tale valore, fra i più elevati nell’ambito delle principali banche italiane, è stato conseguito attraverso un’ulteriore rilevante riduzione (9% su base annua, dopo quella già ottenuta nella prima fase di operatività del Gruppo) dei Risk Weighted Asset connessi ad attività con redditività nulla o negativa. E’ proseguito, pur in contesto economico di sostanziale stagnazione, il miglioramento dell’asset quality, elemento strategico del Piano di Gruppo. Le sofferenze nette, infatti, hanno registrato un’ulteriore lieve flessione, nonostante il pesante impatto dei crediti del conglomerato Parmalat. Escludendo l’effetto Parmalat, le sofferenze nette sono diminuite del 4,7% e i crediti dubbi netti del 5,4%. Il grado di copertura delle sofferenze nette è significativamente aumentato, passando dal 52,9% al 55,3%, mentre quella dei crediti dubbi è aumentata di 2 punti percentuali a 48,5%. Dal punto di vista operativo, il 2003 ha rappresentato per il Gruppo l’anno di piena attuazione di un nuovo modello organizzativo e manageriale che ha consentito: • lo sviluppo della redditività commerciale, attraverso rilevanti interventi innovativi sull’intera gamma di prodotti e servizi (risparmio amministrato, risparmio gestito e wealth management) e la definizione di nuovi processi e strumenti di gestione delle reti di vendita; · l’applicazione delle più avanzate modalità di gestione del credito, a livello sia centrale sia periferico; · il recupero di produttività, anche attraverso interventi sulle procedure operative e sui sistemi informativi. Prospettive per il 2004 Il focus per il 2004 è concentrato sulla completa attuazione del Piano industriale 2003-2005, nonostante lo scenario di perdurante debolezza della congiuntura, con le conseguenti difficoltà per gli operatori economici. Le priorità del management sono centrate su: il completamento delle innovazioni di processo e di prodotto, finalizzate alla crescita dei ricavi, all’aumento della produttività e dell’efficienza; l’ulteriore sviluppo delle competenze professionali e manageriali del Gruppo; la gestione delle sofferenze e, in particolare, di quelle cartolarizzate nei veicoli Trevi. Dopo gli importanti traguardi conseguiti nel primo anno di attuazione del Piano, il 2004 si presenta come l’anno nel quale gli effetti dei rilevanti interventi di razionalizzazione e di ristrutturazione organizzativa, manageriale e di governance, effettuati ad ogni livello del Gruppo, potranno generare risultati importanti sul piano reddituale e patrimoniale. Dati economici consolidati Il margine d’interesse è pari a € 2.444 milioni, in diminuzione del 3,5% rispetto al dato ricostruito per il 2002 (€ 2.532 milioni), soprattutto a causa del calo dei tassi di interesse e della conseguente compressione degli spread, non compensata dai volumi di intermediazione. Le commissioni nette ammontano a € 1.374 milioni, in crescita del 6,7%, grazie, in particolare, alle attività di gestione, intermediazione e consulenza. Nel quarto trimestre le commissioni nette sono cresciute del 11,1% rispetto al precedente trimestre 2003. I dividendi e gli utili delle società valutate a patrimonio netto sono sostanzialmente stazionari (€ 67 milioni), anche per effetto delle disposizioni di legge che non hanno consentito di iscrivere a bilancio i crediti d’imposta sui dividendi deliberati dopo il 30 settembre 2003. I profitti da operazioni finanziarie, pari a € 457 milioni, registrano un notevole aumento rispetto a € 53 milioni nel 2002, dovuto, fra l’altro, al notevole incremento delle attività ricorrenti con clientela e a altri proventi non ricorrenti (€ 70 milioni). Gli altri proventi netti, pari a € 459 milioni, sono in flessione del 10,7%. Il margine di intermediazione si attesta a € 4.801 milioni, in crescita del 7,8% sul 2002. Tale dato si confronta con la performance dei principali gruppi bancari italiani, che hanno registrato nel 2003 una crescita media del 2,6%. Nel quarto trimestre il margine di intermediazione è cresciuto del 15,1% rispetto al trimestre precedente. I costi operativi inclusi gli ammortamenti sono pari a 3.342 milioni, in riduzione del 4,1% rispetto al 2002. La diminuzione è particolarmente rilevante (-9,6%) nell’ambito delle spese amministrative. Il risultato lordo di gestione segna, come già ricordato, una forte crescita rispetto al 2002 (+50,9%), attestandosi a € 1.459 milioni. Si tratta dell’incremento più significativo tra le maggiori banche italiane, che hanno registrato nel 2003 un aumento medio del risultato di gestione dell’11,7%. Le rettifiche nette e gli accantonamenti ammontano a € 1.562 milioni, rispetto a € 2.330 del 2002. In particolare, le rettifiche nette di valore su crediti e gli accantonamenti per garanzie e impegni sono pari a € 1.081 milioni. Significativo, sul totale delle rettifiche su crediti, l’ammontare di quelle riconducibili a Parmalat (€ 285 milioni). Gli accantonamenti per rischi ed oneri sono pari a € 294 milioni, inclusi quelli legati al programma “Protezione investimento”. Il risultato netto della gestione straordinaria è positivo per € 239 milioni, largamente inferiore agli € 837 milioni del 2002, e riflette cessioni di partecipazioni e immobilizzazioni materiali, cessioni di titoli e contratti derivati immobilizzati e rettifiche di componenti economiche pregresse. Il risultato ante imposte, positivo per € 136 milioni, è in netta controtendenza rispetto al dato, negativo per 526 milioni, del 2002. Dopo imposte per € 89 milioni (€ 66 milioni nel 2002) e utili di pertinenza terzi per € 20 milioni, l’esercizio si chiude con un utile netto di € 31 milioni, a fronte di una perdita di € 328 milioni nel 2002. Dati patrimoniali consolidati I crediti complessivi ammontano a € 92.348 milioni, a fronte di € 95.020 milioni (dato ricostruito) al 31 dicembre 2002. I crediti a clientela sono € 75.227 milioni, in marginale flessione rispetto al dato di fine 2002, grazie principalmente alla rigorosa selezione del merito di credito operata dal gruppo. I crediti dubbi netti ammontano € 6.447 milioni, in diminuzione rispetto al dato di fine 2002; escludendo l’effetto Parmalat la diminuzione è pari al 5,4%. Il grado di copertura è cresciuto di 2 punti percentuali, attestandosi a 48,5%. Le sofferenze nette ammontano a € 4.543 milioni, in lieve riduzione rispetto a € 4.556 milioni di fine 2002, rappresentano il 6% dei crediti per cassa. Il grado di copertura è aumentato nell’anno dal 52,9% al 55,3%. Sull’andamento delle sofferenze nette hanno inciso i crediti riferiti al conglomerato Parmalat. I crediti incagliati sono pari a € 1.904 milioni, in significativa riduzione (-7%) rispetto a € 2.045 milioni di fine 2002. Al 31 dicembre 2003 la provvista complessiva, incluse le passività subordinate, ammonta a € 103.257 milioni, in lieve calo sul dato ricostruito a fine 2002 (€ 109.251 milioni). Al dato contribuisce la raccolta da clientela per € 72.913 milioni (-2,8% rispetto al 2002) milioni, pari ad una quota del 6,8% del mercato. La Raccolta Indiretta è cresciuta di oltre 2 punti percentuale rispetto al dato di fine 2002, portandosi a € 90.6 miliardi. Segnatamente, le vendite di prodotti di Wealth Management ammontano a € 4.811 milioni, con una crescita di oltre il 200% rispetto al 2002. In particolare, nel quarto trimestre i prodotti di Wealth Management sono aumentati del 10% rispetto al terzo trimestre 2003. La raccolta da banche si attesta a € 27.017 milioni, in calo rispetto ai € 30.663 milioni a fine 2002, coerentemente con la strategia del Gruppo di riduzione della dipendenza dall’interbancario. L’indebitamento netto verso banche diminuisce del 16% circa da € 11.813 milioni al 31 dicembre 2002 a € 9.897 milioni al 31 dicembre 2003. Le partecipazioni non consolidate sono pari a € 3.070 milioni. La crescita rispetto a dicembre 2002 è attribuibile essenzialmente all’investimento in Assicurazioni Generali per € 870 milioni. Il patrimonio netto consolidato del Gruppo al 31 dicembre 2003 è di € 6.618 milioni, contro € 6.740 milioni al 31 dicembre 2002; la riduzione deriva dall’affrancamento del valore fiscale degli immobili. I Risk Weighted Asset sono in ulteriore calo (9%) da 98,5 miliardi al 31 dicembre 2002 a 89,5 al 31 dicembre 2003, nel quadro di un vasto programma di riqualificazione delle attività del Gruppo, volto a ridurre quelle con contributo nullo o negativo alla creazione di valore. Il Tier 1 ratio, il principale indicatore della solidità patrimoniale, si è attestato al 6,9%, in crescita rispetto al 6,2% di fine 2002, superando gli obiettivi stabiliti dal Piano per l’esercizio (6,5%). La Capogruppo Capitalia S.p.a. L’operatività di holding di Capitalia ha quali elementi caratterizzanti un margine d’interesse negativo, flussi rilevanti di dividendi e, quindi, fiscalità strutturalmente positiva. Il margine di interesse, negativo per € 302 milioni, è coerente con la struttura di holding di Capitalia, la cui fonte prevalente di ricavi sono i dividendi. I dividendi nell’anno, sia per cassa sia per competenza, provenienti dalle Società controllate, ammontano a € 406 milioni. Per legge, i dividendi contabilizzati per competenza e i dividendi deliberati dopo il 30 settembre 2003 non includono il credito d’imposta. Il margine di intermediazione si attesta a € 480 milioni, con un calo nel secondo semestre rispetto al primo, a causa del minor apporto di dividendi per competenza delle principali banche del Gruppo per effetto dei significativi accantonamenti a fronte dei crediti erogati al Gruppo Parmalat. I costi operativi ammontano a € 244 milioni, di cui € 79 milioni per il personale, € 139 milioni per altre spese amministrative, € 26 milioni per rettifiche di valore sulle immobilizzazioni materiali e immateriali. Il risultato lordo di gestione è positivo per € 237 milioni. L’esercizio chiude con un utile netto di € 89 milioni, che tiene conto di un risultato netto della gestione straordinaria positivo per € 47 milioni e di un contributo positivo delle imposte per € 434 milioni. Nel 2002 si era registrata una perdita di € 161 milioni. Eventi successivi alla chiusura dell’esercizio Capitalia ha varato, all’inizio di quest’anno, un programma denominato “Protezione Investimento”, un’importante iniziativa promossa per tutelare gli investimenti dei clienti retail del Gruppo in obbligazioni emesse da gruppi industriali italiani. In particolare, ai clienti non professionali che avessero investito in obbligazioni corporate emesse da Cirio, Parmalat e Giacomelli, è offerto un ristoro delle perdite, totale o parziale secondo il coinvolgimento del Gruppo stesso nel collocamento delle obbligazioni in questione. L’importo complessivo stimato per la copertura finanziaria di tale piano è di circa € 40 milioni. Inoltre, il Gruppo offre ai propri clienti la possibilità di trasformare gli investimenti in obbligazioni corporate in un fondo specializzato di risparmio (Fineco Impiego), a condizioni particolarmente vantaggiose. Il 7 gennaio Capitalia ha acquistato da Parmalat S.p.a. In amministrazione straordinaria, per € 22 milioni, la partecipazione, pari all’1,5%, da questa detenuta in Mcc. Con questa operazione, specificamente autorizzata dal Ministro delle Attività Produttive d’intesa con il Ministro delle Politiche Agricole e Forestali, il Gruppo contribuisce, come parte del sistema bancario, agli interventi di supporto al gruppo Parmalat. All’inizio di febbraio è stato formalizzato il contratto per l’acquisto del 100% di Cofiri S.p.a., il cui closing è previsto per la fine del mese di marzo. Lo scorso 18 marzo il Consiglio di Amministrazione ha proceduto a nuove nomine manageriali: Silvio Sperzani è stato nominato a capo dell’Area Organizzazione e Sistemi, Giuseppina Baffi dell’Area Risorse, Paolo Rella della nuova Area Funzionamento, che accentra varie attività precedentemente svolte da Società controllate. Inoltre, il Consiglio ha nominato Raffaele Zippel, già responsabile di Standard & Poor’s Italia, Direttore Generale di Capitalia Service Jv, la joint venture costituita con Archon (Gruppo Goldman Sachs). Il Consiglio ha infine approvato la relazione sul sistema di Corporate Governance e sull’adesione al Codice di Autodisciplina, verificando l’esistenza di sei consiglieri indipendenti. Sempre in materia di Governance il Consiglio ha assunto due altre decisioni: con la prima ha modificato la composizione del Comitato per il controllo interno, al fine di riservare la partecipazione a tale Comitato solo ad amministratori in maggioranza indipendenti e che non facciano parte del Comitato Esecutivo; con la seconda ha modificato la composizione dell’Organismo di Vigilanza del D.lgs 231/01 chiamando a presiederlo il Dottor Renato Granata, Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Primo Presidente Aggiunto Onorario della Corte di Cassazione. Gli altri componenti sono il responsabile dell’Audit Interno e il responsabile dell’Area Legale.  
     
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