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Notiziario Marketpress di
Lunedì 05 Aprile 2004
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RESPONSABILITÀ AMBIENTALE: CHI INQUINA, PULISCE O PAGA |
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Strasburgo, 5 aprile 2004 - Le disposizioni comunitarie in materia di riparazione dei danni all'ambiente stanno per attraversare una nuova tappa, in virtù dell'accordo tra Parlamento e Consiglio, in sede di conciliazione, sulla direttiva in materia di responsabilità ambientale. In futuro, i Governi dell'Unione dovranno vigilare per evitare i danni all'ambiente o per sanarli prima possibile. Sono stati introdotti dei progressi significativi nell'attuazione del principio «chi inquina paga». I costi delle operazioni di riparazione del danno ambientale saranno a carico dell'impresa - o ogni altro operatore - responsabile. Qualora non fosse possibile determinare l'autore del danno, le autorità competenti potranno, in ultima analisi, adottare esse stesse le misure necessarie per porvi rimedio. La legislazione sulla responsabilità ambientale sarà così armonizzata in tutta l'Unione, in modo che le società e gli altri operatori debbano rispettare in tutti i Paesi le stesse norme in merito alla loro responsabilità, sia che si tratti di prevenire una catastrofe, sia che si tratti di farsi carico dei costi di ripristino dell'ambiente. Le società le cui attività rappresentano un pericolo per l'ambiente saranno in questo modo dissuase dal fare «turismo giuridico», vale a dire cercare il punto debole della legislazione dei diversi Stati membri dell'Unione. Questa nuova legislazione arriva dopo una serie di disastri ecologici che hanno caratterizzato gli ultimi decenni, da Seveso al Prestige, passando per l'Amoco Cadiz, l'Erika o l'incendio che ha devastato la fabbrica di Sandoz a Basilea nel 1986. Un punto chiave era rappresentato dalle modalità con le quali l'inquinante deve pagare il conto dei danni. Le imprese possono mettersi al riparo dalle conseguenze di queste spese stipulando un'assicurazione o ricorrendo ad altre forme di garanzia finanziaria. A seguito delle pressioni esercitate dal Parlamento, per il quale è relatore Toine Manders (Eldr, Nl), allorché la Commissione procederà al riesame della legislazione, sei anni dopo l'entrata in vigore della direttiva, dovrà valutare la disponibilità sul mercato di assicurazioni di questo tipo ad un costo ragionevole. Qualora l'Esecutivo non verifichi la presenza di queste condizioni, potrà presentare proposte per un sistema di garanzia finanziaria obbligatoria armonizzata. L'inquinamento petrolifero rappresenta un caso a parte. Nel 2003, un Fondo internazionale di compensazione è stato creato per coprire i danni all'ambiente dovuti al petrolio. Esso è alimentato dagli acquirenti di prodotti petroliferi e non anche dagli armatori. I deputati hanno ritenuto che questa situazione possa diminuire lo spirito di responsabilità degli armatori riguardo l'ambiente e hanno ottenuto che la Commissione cerchi di aumentare questa responsabilità al momento del riesame della direttiva dopo dieci anni dall'entrata in vigore.
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