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Notiziario Marketpress di Lunedì 05 Aprile 2004
 
   
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  MINIERE «ECOCOMPATIBILI»  
   
  Strasburgo, 5 aprile 2004 - Lo scopo della proposta è di stabilire prescrizioni minime volte a migliorare la gestione dei rifiuti provenienti dalle industrie estrattive e, in modo specifico, a ridurre i rischi per l'ambiente e la salute umana che potrebbero derivare dal trattamento e dallo smaltimento di tali rifiuti. Promuovendo in particolare il recupero dei rifiuti, la proposta mira a contribuire alla conservazione delle risorse e quindi ad allentare la pressione sullo sfruttamento dei materiali naturali vergini. L’incentivazione del recupero potrebbe anche diminuire l’impatto complessivo sull’ambiente, in quanto riduce la necessità di aprire nuove miniere. La proposta si applica ai rifiuti provenienti da tutti i settori dell’industria estrattiva in cui verosimilmente sono maggiori i pericoli per l’ambiente e la salute o i rischi di incidenti rilevanti (ad esempio il settore dell’estrazione dei metalli, specialmente allorché fa uso di sostanze pericolose). La commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la politica dei consumatori ha adottato, in prima lettura della procedura di codecisione, la relazione di Jonas Sjöstedt (Gue/ngl, S) che presenta 78 emendamenti alla proposta di direttiva relativa alla gestione dei rifiuti delle industrie estrattive. Uno degli aspetti della proposta che desta maggiore preoccupazione nei deputati e sul quale, di conseguenza, hanno introdotto una serie di emendamenti riguarda i rifiuti storici, ovvero derivanti da impianti oramai non più attivi. I deputati, in proposito, ritengono che l'operatore debba essere responsabile della manutenzione, del monitoraggio e del controllo della struttura anche nella fase successiva alla chiusura degli impianti, per tutto il tempo ritenuto necessario dall'autorità competente in base alla natura e alla durata del rischio. La relazione, inoltre, chiede agli Stati membri di realizzare, entro tre anni, un inventario dei siti chiusi ubicati sul proprio territorio. Tale inventario, peraltro, deve essere accessibile al pubblico e contenere una serie di informazioni minime elencate nell'emendamento. I siti devono essere classificati in due categorie - superiore e inferiore - in base al grado di impatto sulla saluta umana e sull'ambiente. Entro quattro anni dall'entrata in vigore della direttiva, inoltre, gli Stati membri devono procedere al ripristino dei siti classificati nella categoria superiore. I costi finanziari connessi al ripristino dovranno poi essere imputati al produttore dei rifiuti, qualora sia possibile individuarlo. Infine, secondo i deputati, tra gli obiettivi del piano di gestione dei rifiuti che deve essere predisposto da ogni operatore deve rientrare anche uno smaltimento sicuro dei rifiuti, da prendere in considerazione già nella fase di progettazione. In sede di preparazione alla chiusura, la necessità futura di monitoraggio e gestione deve influire sulla scelta del progetto.  
     
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