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Notiziario Marketpress di
Martedì 06 Aprile 2004
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LE TENDENZE EMERSE AL VINITALY SEGNALI POSITIVI PER UNA RIPRESA DEI CONSUMI, MA DI QUALITÀ AL GIUSTO PREZZO
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Verona, 6 aprile 2004 - Il mondo del vino torna con i piedi per terra e per la prima volta al Vinitaly si parla di consumatori come di persone pensanti e non astrattamente di mercato. Così la manifestazione veronese dimostra ancora una volta di essere un appuntamento fondamentale nel panorama fieristico internazionale, perché per vendere occorre anche riflettere sui mutamenti in atto. Il dato più importante emerso è proprio che i consumatori non “bevono” tutto, nel senso che ormai in molti si sono affinati, hanno studiato, hanno imparato e non sono più disposti a credere che per bere un buon vino occorre spendere tanto. Possono anche comprare un vino costoso, ma devono percepire che il prezzo è adeguato alla qualità. A questo, non solo alla crisi economica, deve essere imputato il calo dei consumi su certi mercati, perché è proprio in questi momenti che i consumatori stanno più attenti. La Germania insegna: “In un mercato dove la contrazione dell’import di vini italiani è stata più pesante – afferma Mattia Hauser, della trentina La Vis - noi siamo in crescita, perché abbiamo sempre avuto presente il valore dei soldi anche per chi acquista”. “I segnali sono comunque per una ripresa - dice Stefano Capurso del Giv, Gruppo italiano vini - che interessa anche i vini di fascia medio-alta”. Dichiarazione analoga da parte di Jacopo Biondi Santi, che nella buona presenza pure di operatori stranieri legge una ripresa dopo un inizio d’anno non certo brillante. Vengono comunque premiati quelli che hanno lavorato in questi anni per la qualità senza esagerare con i prezzi e i contatti degli operatori con le regioni produttrici cosiddette emergenti lo confermano. È il caso della Sicilia, che nel padiglione più grande della fiera si trova ormai troppo stretta, ma anche delle altre regioni meridionali, dell’Emilia-romagna, del Lazio dell’Abruzzo e non solo, che vedono aprirsi nuove opportunità soprattutto sui mercati nazionali. Opportunità che alcuni produttori piccoli, ma che hanno lavorato bene, sono pronti a prendere al volo. “Può essere finalmente il nostro momento – afferma Francesco Montresor – dell’Azienda Agricola Ottella – purché si sappia approfittare del momento senza perdere di vista la realtà”. Un’altra tendenza manifestata dagli operatori in parte conferma la ricerca di un migliore rapporto qualità-prezzo, anche se coniugato alla ricerca di vini diversi dai “soliti” internazionali. È cresciuto notevolmente, infatti, l’interesse verso i vini diretta espressione di un territorio e tanto si è parlato di autoctoni. Forse anche con questa chiave di lettura vanno interpretate le sensazioni di alcuni espositori: per alcuni i contatti con i buyer tedeschi e americani sono stati confermati, mentre per altri la loro assenza si è fatta sentire. Riguardo ai Paesi emergenti, per qualcuno rappresentano per ora solo una grande potenzialità, perché – come dicono al Giv – “per ora manca un’adeguata rete distributiva e anche per la scarsa capacità di acquisto”. Per Marco Caprai, della umbra Caprai Arnaldo Val di Maggio, invece, c’è stato un aumento “delle presenze di operatori professionali russi e dell’Europa dell’Est in generale, ma anche dell’Estremo Oriente e dall’Asia dell’Est”. Impressione confermata da Lorenzo Boscaini della Masi e da Nadia Zenato della Zenato Azienda Agricola, che ha avuto contatti pure con operatori cinesi e coreani. Presente e interessata anche la Grande distribuzione organizzata, sempre più attenta ad offrire vini di qualità sugli scaffali dei supermercati. Ma non è tutto oro quello che luccica. Più si allunga la catena distributiva meno soddisfazione ha il produttore. Così aziende piccole con ottimi vini, ma il problema è stato sollevato anche da grandi cantine, devono sottostare a un gioco al ribasso fatto dai buyer, pur sapendo che le loro bottiglie verranno vendute con un prezzo di almeno 10 volte superiore. Infolink: www.Vinitaly.com
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