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Notiziario Marketpress di Mercoledì 07 Aprile 2004
 
   
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  IL REGNO UNITO NON È PIÙ ALLAVANGUARDIA DELLA NANOTECNOLOGIA A CAUSA DI UNINCAPACITÀ DI PREVISIONE, SOSTIENE UNA RELAZIONE  
   
  Bruxelles: 7 aprile 2004 - Una relazione commissionata dal governo britannico sostiene che la scarsa capacità dei politici e della comunità scientifica di guardare al futuro ha fatto perdere al Regno Unito la sua leadership nel campo della nanotecnologia. Il Regno Unito ha lanciato un programma di ricerca sulla nanotecnologia verso la metà degli anni 80, quando pochi altri paesi ne avevano riconosciuto il potenziale. Ma lattività è rallentata con lo scemare dellentusiasmo. La commercializzazione della ricerca sulla nanotecnologia nel Regno Unito presenta, sotto molti aspetti, un quadro tristemente familiare di ricerca eccellente, incapace di tradursi in vantaggi commerciali per il paese nella stessa misura in cui ciò avviene nei paesi concorrenti, afferma la relazione della Commissione Scienza e Tecnologia della Camera dei Comuni. La storia è ancor più avvilente perché il Regno Unito era riconosciuto allavanguardia quando fu avviato un programma di ricerca sulla nanotecnologia a metà degli anni 80. La Commissione attribuisce la responsabilità di questo scadimento a una mancanza di previsione e di leadership allinterno del Ministero del Commercio e dellIndustria del governo britannico e nella comunità scientifica. I vantaggi della nanotecnologia erano troppo incerti e remoti perché il settore si lasciasse coinvolgere senza uno stimolo dellinteresse da parte del governo e un aiuto per la fornitura di strutture costose. Questa perdita di leadership sullo scenario internazionale della nanotecnologia si è tradotta in un declino della partecipazione alle sezioni di nanotecnologia del programma quadro per la ricerca della Ue. Il Regno Unito ha destinato il 15 percento dei finanziamenti Ue disponibili a progetti di nanotecnologia in base al Quinto Programma Quadro (Pq5) e un terzo dei partecipanti proveniva dallindustria. Le statistiche sulla risposta al primo invito a presentare proposte per la priorità tematica nanotecnologia, tecnologia dei materiali e della produzione del Pq6 dimostrano che, anche se il Regno Unito ha rappresentato l11 percento dei partecipanti nelle proposte presentate (secondo solo alla Germania), la partecipazione industriale britannica ha costituito appena il 5,5 percento del finanziamento totale disponibile. Listituto di Fisica del Regno Unito ha risposto a questi dati confrontando la mancanza di partecipazione industriale al Pq6 con il coinvolgimento attivo del mondo accademico nel Regno Unito e dellindustria in Francia, Germania e Italia. Di conseguenza, listituto ha sostenuto che la scienza britannica viene sfruttata e sviluppata in altre parti dEuropa. La relazione non risparmia critiche, tuttavia, nemmeno al mondo accademico. Attualmente, solo dieci università britanniche offrono corsi in cui la nanotecnologia è messa in risalto come elemento specifico nel titolo del corso. Quattro di questi non sono a livello di specializzazione ma, afferma la relazione, A nostro parere, questi corsi in nanotecnologia rappresentano più un piano disperato per attirare le persone nei corsi scientifici, che un tentativo di fornire le giuste competenze per un futuro impiego. Le università dovrebbero invece coltivare queste competenze a livello di specializzazione post-laurea, in un ambiente interdisciplinare, afferma la Commissione Scienza e Tecnologia. Prima della laurea, la nanotecnologia dovrebbe costituire sempre più un componente dei corsi standard di fisica, chimica, biologia, medicina e ingegneria. La relazione invita inoltre il governo ad attuare una strategia più mirata per la commercializzazione della nanotecnologia. I finanziamenti attuali vanno principalmente alla ricerca e alle strutture di microtecnologia esistenti, sparse per il Regno Unito. Questa strategia è finalizzata a sostenere lo sviluppo regionale e molti dei finanziamenti sono forniti da agenzie di sviluppo regionali. La relazione definisce lo scenario una strategia confusa che cerca di comporre il conflitto tra gli interessi a lungo termine della politica scientifica e di innovazione del Ministero e lo sviluppo della politica regionale. Il tentativo di affrontare le due priorità contemporaneamente è servito a minare la posizione del Regno Unito in termini di commercializzazione, secondo quanto sostiene la relazione. La relazione è stata compilata a seguito di sedute di presentazione delle prove testimoniali con rappresentanti del governo, dei consigli per la ricerca, delle agenzie di sviluppo regionali, delle piccole e grandi imprese, del mondo accademico e delle società scientifiche. Infolink: http://www.Publications.parliament.uk/pa/cm/cmsctech.htm  
     
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