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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 07 Aprile 2004
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UNA RICERCA TRIESTINA DANNI ACUSTICI: NUOVE PROSPETTIVE ALLO STUDIO PROTESI PIÙ SENSIBILI E COSTRUITE SU MISURA IN BASE AL DEFICIT DEL SINGOLO UTENTE |
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Trieste, 7 aprile 2004 - Aiutare a correggere i lievi problemi di sordità a chi dell’udito ne fa una professione socialmente molto importante: gli interpreti. Questo l’obiettivo che vuole raggiungere la tesi sperimentale “Valore dello screening audiometrico nell’interpretazione simultanea” realizzata da Elena Morello con il contributo di Area Science Park in collaborazione con l'Artificial Perception Laboratories del Dipartimento di Elettrotecnica, Elettronica ed Informatica (Deei) dell’Università degli Studi di Trieste. Il progetto rientra nel Programma Operativo della Regione Fvg per il “Miglioramento delle risorse umane nel settore della ricerca e sviluppo tecnologico” che prevede interventi finanziari a sostegno della realizzazione di tesi sperimentali da svolgersi in impresa. Lo studio condotto da Elena Morello, da poco laureatasi alla Scuola Superiore di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori, si è avvalso infatti della collaborazione della Audiolinea, un’azienda giuliana che oltre a produrrre apparecchiature acustiche e diagnostiche commercializza dal 1999 anche protesi acustiche per la Amplifon di Milano. Fulcro di questa ricerca uno strumento, realizzato degli ingegneri del Deei, in grado di porre rimedio alla difficoltà di percepire il suono di alcune consonanti di una lingua straniera comprendente frequenze uditive diverse da quelle della lingua madre. In pratica aiutare a correggere quei lievi problemi di udito che possono creare fraintendimenti nell’ascoltare suoni somiglianti tra loro, soprattutto se appartenenti a lingue straniere. Lo strumento, uno speciale filtro acustico posto tra la console e le cuffie usate dall’interprete, è stato messo a punto dal Deei tarandolo direttamente su alcuni potenziali utenti in base alle singole esigenze uditive, come si fa normalmente ad esempio con le lenti ottiche. Il filtro, va ad agire a livello delle frequenze colpite dal deficit portandole a una soglia idonea alla percezione, permettendo un miglioramento qualitativo della performance dell’interprete e una traduzione simultanea più fluida. «La responsabilità dell’interprete nel momento della traduzione è molto forte - spiega Elena Morello - soprattutto quando tratta argomenti di discipline delicate quali l’economia o la medicina. Gli risulta quindi indispensabile comprendere perfettamente, tramite una percezione ottimale, in modo da tradurre e poter restituire un messaggio corretto e fedele all’originale». I risultati di questo studio troverebbero applicazioni oltre che nell’ambito di alcune categorie professionali, come quella degli interpreti appunto, anche a livello sociale aprendo enormi possibilità alle persone affette da sordità. In Italia infatti il 12% della popolazione adulta presenta deficit uditivi tali da richiedere una terapia medico-chirurgica o l’utilizzo di protesi. In una Regione poi come il Friuli Venezia Giulia, in cui le persone in età avanzata rappresentano una percentuale piuttosto elevata, è sempre crescente la domanda e l’interesse verso nuovi strumenti diagnostici o terapeutici per i danni acustici permanenti. In quest’ambito si inserisce bene nel progetto il coinvolgimento di aziende come la Audiolinea e la Amplifon, che hanno fornito il supporto tecnico specializzato per i test audiometrici oggetto di tesi e che potrebbero rendere commerciabili gli ulteriori sviluppi di questa nuova strumentazione tuttora allo studio nei laboratori del Deei. «I primi risultati raggiunti con questo nuovo filtro - spiega Antonio Boscolo, ingegnere del Deei e responsabile del progetto -sono molto interessanti, ma la ricerca deve continuare coinvolgendo i medici otorinolaringoiatri, per studiarne gli effetti a lungo termine sulla salute del paziente, e le aziende stesse che potrebbero miniaturizzare lo strumento per renderlo fruibile come le attuali protesi acustiche».
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