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Notiziario Marketpress di Mercoledì 07 Aprile 2004
 
   
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  A BERGAMO DALL’ 9 APRILE AL 23 MAGGIO 2004 LA MOSTRA TRENTO LONGARETTI OPERE STORICHE E NUOVI PERCORSI  
   
  Bergamo, 7 aprile 2004 - La Sala delle Capriate del Palazzo della Ragione di Bergamo, accoglierà dall’8 aprile al 23 maggio la mostra “Trento Longaretti. Opere storiche e nuovi percorsi”, che si presenta come un omaggio della città al professore che per tanti anni ha diretto l’Accademia Carrara. L’iniziativa è promossa dalla “Scuola di Bergamo”, Associazione Culturale Allievi e Sostenitori dell’Accademia di Belle Arti - Onlus, con il sostegno e il patrocinio della Provincia di Bergamo – Assessorato alla Cultura e con il patrocinio e la collaborazione del Comune di Bergamo. La mostra, curata da Gianfranco Bruno, presenta 50 opere di un protagonista dell’arte italiana del secondo Novecento che testimoniano soprattutto la vitalità dell’artista negli ultimi dieci anni. Il tema dell’esposizione si concentra su due cicli di dipinti: Fuggiaschi e Paesaggi bruciati e una nuova serie, di recente realizzazione, composta da una decina di opere che affrontano la solitudine del vivere. Organizzata da Giovanni Bonelli, Stefania Giazzi e Serena Longaretti, l’esposizione vede la presenza anche di opere di grandi dimensioni e di dipinti, molti dei quali inediti, che rappresentano un significativo excursus antologico. Trento Longaretti. Cenni biografici Trento Longaretti (Treviglio, Bergamo, 1916) si è diplomato al Liceo Artistico di Brera a Milano dopodiché si è iscritto alla Facoltà di Architettura del Politecnico e all’Accademia di Brera scegliendo poi quest’ultima. A Brera è stato allievo di Aldo Carpi. Nel suo corso vi sono anche Cassinari, Bergolli, Morlotti, Dobrzansky, Valenti e Kodra. Nel 1936 inizia la carriera espositiva partecipando ai “Littoriali dell’Arte” e a numerose collettive a Milano, Genova, Bergamo. Nel 1939 (anno del diploma a Brera) si aggiudica il Premio Mylius e il Premio Stanga. Sono di quegli anni le frequentazioni dell'àmbito di “Corrente” (dove entra in contatto con Guttuso, Morlotti, Birolli, Sassu, Vedova), ma sono anche gli anni della guerra passata tra Slovenia, Sicilia e Albania (le immagini belliche e il profondo rifiuto della violenza sono temi che l'artista non abbondonerà più). Nel 1942 è invitato alla Biennale di Venezia (vi ritornerà nel 1948, nel 1950, nel 1956) e partecipa alla “Mostra degli artisti in armi” al Palazzo delle Esposizioni di Roma. La prima personale è dell'anno seguente alla Galleria La Rotonda di Bergamo, con presentazione di Raffaello Giolli. Nel 1945 si dedica all'insegnamento e alla realizzazione di opere sacre. Nel 1952 è invitato alla Quadriennale Nazionale di Roma. L'anno seguente vince il concorso nazionale per la direzione dell'Accademia Carrara di Bergamo nonché la Cattedra di Pittura divenendo così il successore di Achille Funi. Per venticinque anni dirige l’Accademia e nel 1978 lascia spontaneamente l’incarico. Le sue opere sono conservate, tra l’altro, in Vaticano, nel Duomo di Milano, nella Basilica di S. Ambrogio e nella Galleria d'Arte Sacra Contemporanea, nel Duomo di Novara, nella Pinacoteca Carrara di Bergamo, nel Museo d’Arte Moderna di Basilea e nella Galleria d'Arte Moderna di Hamilton. Intensissima l'attività espositiva in Italia e all'estero. Nel 1999 la Casa del Mantegna di Mantova gli ha dedicato un’antologica. Lo stesso anno ha esposto a Ginevra nel Palazzo delle Nazioni Unite. Nel 2002, antologiche alla Società Promotrice delle Belle Arti di Torino e alla Villa Reale di Monza. Nel 2003 si segnalano mostre al Museo Civico di Treviglio e al Magazzino del Sale a Venezia in contemporanea alla Biennale di pittura.  
     
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