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Notiziario Marketpress di Giovedì 08 Aprile 2004
 
   
  Web alimentazione e benessere  
  NELLA COLLANA “GRANDI VINI, GRANDI CHEF” DELL’EDITORE PIEMONTESE GRIBAUDO IL NUOVO PRESTIGIOSO TITOLO “IL DESCO” DEDICATO AL RAFFINATO RISTORANTE DI VERONA  
   
  Dopo i volumi “Guido da Costigliole – Tra Langa e Monferrato ” e “Arnolfo – L’arte del gusto in Toscana“, la collana “Grandi Vini, Grandi Chef” dell’editore Piemontese Gribaudo, si arricchisce di un nuovo prestigioso titolo: Il Desco. Ricco di immagini, piacevolissimo nella grafica dai tratti essenziali ed eleganti, Il Desco è un volume riccamente illustrato dalla fotografa milanese Francesca Brambilla. Il Desco rappresenta la più piacevole e raffinata esperienza gastronomica che sia possibile sperimentare a Verona. Il ristorante si trova in una casa patrizia del 1400, a pochi passi dalla medievale Piazza delle Erbe, sede di uno dei più antichi e tradizionali mercati italiani dove frutta e ortaggi fanno ancora bella mostra di sé ogni mattina. All’interno dell’antica dimora, due eleganti sale realizzano un compiuto equilibrio fra gli elementi antichi della struttura originaria e lo stile piacevolmente moderno dell’arredamento. I piatti di Elia Rizzo, chef patron premiato con due stelle dalla guida Michelin, producono emozioni. Insieme alla innovazione e alla creatività, raccontano una tradizione che non fa a meno dell’anima e dei sentimenti per potersi esprimere. Nella città di Romeo e Giulietta, lo chef elabora e propone ogni giorno la propria visione della gastronomia celebrando quella che è stata definita “la cucina dell’anima”. Elia è un personaggio di poche parole difficile da intervistare. Solo all’ora di pranzo, quando la sala si riempie e lui comincia a proporre i suoi piatti e a girare per i tavoli, solo allora Elia si scioglie, si ferma a raccontare il suo baccalà, una zuppa particolare, il perché di una cottura, di un abbinamento: “Mai più di tre ingredienti, altrimenti non si capisce più nulla”. E solo attraverso i suoi piatti prende forma la sua idea di cucina: chiara, netta, ma anche talmente intima da non poter essere facilmente descritta. Ama sottolineare di essere un autodidatta ma c’è un incontro che ha segnato una tappa fondamentale nella sua crescita professionale: tre mesi al lavoro con Gualtiero Marchesi il “gran maestro” della cucina italiana. Con Marchesi Elia ha imparato a tradurre la complessità in semplicità, a raggiungere l’equilibrio nel piatto attraverso il concorso misurato degli ingredienti, a comprendere che la rivisitazione del proprio stile doveva passare attraverso l’essenzialità e la leggerezza senza snaturare la personalità e il gusto. Da non perdere fra le proposte suggerite dalla carta il baccalà in quattro modi (marinato, in tempura su insalatina di finocchi, mantecato con riduzione d’’astice, classico alla vicentina), la torta di luccio con sarde in saor, le aringhe e polenta croccante, gli scampi e fegato d’oca in brodetto di cipolle con caramello di vino. Molto curata la selezione dei formaggi e la carta dei dolci tra cui, per i più golosi, svetta la sinfonia di cioccolato.  
     
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