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Notiziario Marketpress di Martedì 13 Aprile 2004
 
   
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  L’ENTE DI GESTIONE DELLE RISERVE NATURALI SPECIALI DEL SACRO MONTE DI ORTA, MONTE MESMA E COLLE DELLA TORRE DI BUCCIONE COMUNICANO L’ATTIVAZIONE IN RETE DEL PROPRIO SITO UFFICIALE SACROMONTEORTA.IT  
   
  Ameno, Monte Mesma, 13 aprile 2004 – In occasione dell’attivazione del nuovo sito sacromonte.It l’ e nell’ ambito di “Incontri del Parco 2004” l’ Ente di Gestione della Riserve Naturali Speciali del Sacro Monte di Orta, Monte Mesma e Torre di Buccione organizza un evento per Giovedì 22 aprile 2004 ore 2, presso il Convento Francescano di Monte Mesma. In particolare Andrea Del Duca Archeologo - Direttore Ecomuseo “Cusius” si soffermerà sulle figure di “Pietro Barocelli, Giulio Decio e i ritrovamenti archeologici di Ameno (1915-1943)” Giulio Decio, nacque a Milano il 14 gennaio 1865, da Innocente e Luisa Gabrini. Laureatosi in ingegneria fu amenese di adozione e ad Ameno profuse le sue doti di intelligenza, di governo ed affetto, acquisendo particolari benemerenze nell'amministrazione comunale. Sebbene fosse interessato alle discipline storiche e archeologiche fin da giovane, il suo primo contatto con l’archeologia ufficiale avvenne solo nel 1915 in seguito al ritrovamento casuale di alcune tombe durante la costruzione della strada per Bolzano Novarese. L’incontro tra l’ingegnere cinquantenne e Pietro Barocelli, allora Ispettore della Soprintendenza Archeologica del Piemonte, fu uno dei più proficui della storia della paletnologia italiana e segnò l’inizio di una collaborazione che solo la nomina del Barocelli a direttore del museo Pigorini di Roma interruppe, senza peraltro porre fine all’attività di ricerca e segnalazione da parte del Decio, che continuò sino al secondo conflitto mondiale. Il Barocelli, che può essere considerato il padre della moderna paletnologia italiana, si trovò fresco di studi e in un momento critico per la nazione (si era ormai alle soglie della guerra), a dover svolgere con pochissimi mezzi un compito quasi impossibile: sovrintendere alle ricerche archeologiche dell’Italia nord occidentale. Forgiato dagli insegnamenti di quel monumento dell’egittologia italiana che fu il piemontese Ernesto Schiaparelli (che fu direttore dei musei egizi di Firenze e Torino, autore di famose pubblicazioni scientifiche, scopritore della tomba della regina Nefertiti, senatore del regno), Soprintendente alle antichità per il Piemonte, il Barocelli aveva compreso che per salvare le antichità che si andavano scoprendo col procedere delle attività edili, era necessario costituire una rete di “informatori” volontari in grado di segnalare le scoperte e fornire un supporto logistico in loco. Barocelli seppe costruire dal nulla questa rete grazie alle sue speciali doti umane, ad una dedizione totale alla ricerca archeologica, alle sue doti di studioso e ad un’energia non comune. Il Decio, insignito del titolo di Ispettore Onorario agli scavi per la Riviera di San Giulio nel settembre del 1916, collaborò attivamente alle ricerche, raccogliendo segnalazioni, fornendo i supporti tecnici indispensabili e seguendo gli scavi sul posto in assenza del Barocelli, informandolo tramite lettera di tutte le novità. Parallelamente all’attività sul campo, il Decio intensificò i suoi contatti col mondo dell’archeologia ufficiale. Diventato Socio Corrispondente della Società Piemontese di Archeologia e Belle Arti nel 1921, prese parte al Ii Congresso Piemontese, organizzato ad Asti nel 1933 dalla medesima società, leggendovi una comunicazione dal titolo “Il Monte Mesma nella preistoria”. Pubblicò anche numerosi articoli dedicati ai ritrovamenti archeologici di Ameno ed alla storia del paese. Si spense a 87 anni, il 25 settembre 1952 e fu sepolto a Milano nella tomba di famiglia. In seguito i suoi resti vennero traslati in quella Ameno che tanto aveva amato. L’azione congiunta di Barocelli e Decio portò alla scoperta e alla pubblicazione di quasi 150 tombe dell’età del Ferro a Lortallo di Ameno. Dal 1915 al secondo conflitto mondiale il Decio non cessò mai di segnalare, prima al Barocelli, quindi ai suoi successori dopo il trasferimento del Barocelli al Museo Pigorini di Roma, ogni ritrovamento archeologico di cui avesse notizia. Gli scavi misero in luce vari nuclei di una necropoli estesa a tutta l’area di Lortallo riferibile ad un abitato collocato sulla sommità del Monte Mesma. Tra le molte urne ad incinerazione rinvenute si trovano alcune delle più antiche della Cultura di Golasecca (risalenti al Ix sec. A.c.), caratterizzate da enigmatiche figure di quadrupedi stilizzate, interpretate da molti autori come equini. Un’altra caratteristica delle necropoli di Ameno è la presenza di una forma di monumentalizzazione dell’area funeraria mediante la costruzione di recinti, percorsi e lastricati in pietra a coprire e delimitare le sepolture. Infolink: Www.sacromonteorta.it  
     
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