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Notiziario Marketpress di
Giovedì 15 Aprile 2004
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PRESENTATA O A MILANO LA RICERCA PROMOSSA DA ADECCO E REALIZZATA DALL'ISTITUTO IARD FRANCO BRAMBILLA E DALL'UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO-BICOCCA I GIOVANI E IL LAVORO: ESPERIENZE, BISOGNI, ASPETTATIVE DI FRONTE AL LAVORO CHE CAMBIA |
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Milano, 15 aprile 2004 — Sono quasi 8 milioni i giovani italiani fra i 18 e i 30 (pari al 77% della popolazione giovanile nazionale) che hanno già avuto un contatto con il mondo del lavoro: di questi il 48% ha o ha avuto un contratto a tempo indeterminato, mentre il restante 52% ha sperimentato almeno una volta un lavoro occasionale o saltuario, un'attività spesso secondaria rispetto alla condizione di studente. Queste le stime di una ricerca promossa da Adecco, realizzata dall'Istituto Iard Franco Brambilla e patrocinata dall'Università degli Studi di Milano-bicocca. L'indagine ha coinvolto 1.400 giovani tra i 18 e i 30 anni sull'intero territorio nazionale, con l'obiettivo di dare risposta alle seguenti domande: cosa pensano i giovani intervistati del mondo del lavoro? come vivono le trasformazioni in atto? E il lavoro che ruolo gioca nei loro sistemi di valore? Si sentono preparati per svolgere un mestiere? Che immagine hanno delle diverse professioni? "Con questa indagine abbiamo voluto analizzare - afferma Antonio de Lillo, Presidente dell'Istituto lard Franco Brambilla e Preside della Facoltà di Sociologia dell'Università degli Studi di Milano-bicocca - due questioni classiche della riflessione sociologica, strettamente connesse tra loro. L'ingresso dei giovani nel mercato del lavoro si accompagna a una continua mediazione tra le aspettative dei primi e quanto offre il secondo: si avvia così un processo in cui gli atteggiamenti verso il lavoro, i valori attribuiti all'esercizio di una professione o di un mestiere e la definizione e messa alla prova delle proprie potenzialità sono a più riprese definiti e riformulati, man mano che le esperienze dei singoli evolvono e maturano. Le riforme del mercato del lavoro, l'emergere di nuove professioni, nonché il mutare dei contenuti e dei modi di esercizio di quelle più tradizionali, rende l'esplorazione di questi temi di particolare interesse" Il mondo del lavoro. Quando si esce dal sistema educativo si fa fatica a trovare lavoro, soprattutto nel Sud e soprattutto per i più giovani: hanno un contratto a tempo indeterminato, infatti, il 54% dei giovani nel Nord-ovest, il 44% nel Nord-est, il 35% nell'Italia Centrale e il 24% nel Sud e solo il 17% dei 18/20enni, e il 36% dei 21/24enni. Ma i giovani come vivono la loro condizione lavorativa? In una scala da 1 a 10 (indifferentemente dal genere, dall'età o dalla zona di provenienza) il 60% degli intervistati si dichiara molto soddisfatto (voti da 8 a 10), dimostrando un elevato gradimento per il tipo di occupazione svolta. Il 61% degli intervistati ritiene stabile la propria condizione lavorativa: solo 1 su 10 è sicuro che in futuro cambierà professione o posto di lavoro. Trovare lavoro, però resta un'impresa difficile, lo dice il 64% degli intervistati e per il 42%, tra 10 anni lo sarà ancor di più. Ma per trovare lavoro quali sono i fattori fondamentali? "Questione di merito", afferma il 71 % dell'intero campione. La formazione. In generale è poco sentita la necessità di aggiornamento delle proprie competenze professionali e conoscenze. Solo un giovane occupato su due (51%) è disponibile a seguire dei corsi di formazione in orario di lavoro, ma questa quota scende al 24%, nel caso in cui il giovane occupato debba pagarli di tasca propria. Migliora la situazione, invece, tra disoccupati e studenti, che più spesso li frequenterebbero (rispettivamente 69% e 76%), anche dovendo pagare (rispettivamente 47% e 62%). Se si chiede, poi, di quali competenze avvertono maggiormente il bisogno, riscontriamo che l'esigenza più urgente è l'apprendimento della lingua straniera (ritenuta utile per il 44% degli occupati e per il 58% dei non occupati); seguono le competenze tecniche (utile per il 32% degli intervistati occupati e per il 53% degli inattivi) e l'uso del pc (utile per il 29 % degli occupati e il 42% degli inattivi). Sono decisamente sottovalutate le capacità cosiddette trasversali, soprattutto per coloro che già lavorano: è utile acquisire capacità quali lavorare in gruppo solo per il 19% degli occupati, organizzare il proprio lavoro e comunicare solo per il 16%. L'8% degli occupati, infine, dichiara di non aver bisogno di corsi di formazione per migliorare o acquisire competenze di base. Pare convinzione diffusa, insomma, che le competenze vincenti siano quelle di tipo tecnico, informatico e linguistico, piuttosto che le abilità organizzative o di tipo relazionale. La flessibilità. I cambiamenti apportati alla legislazione che regola il mondo del lavoro hanno coinvolto in modo particolare proprio le giovani generazioni. Cosa ne pensano gli intervistati? I giovani si dimostrano aperti ad alcune forme di lavoro non standard, quali il part-time (82%) o il lavoro a tempo determinato (69%); si presenta, invece, una spaccatura del campione a proposito delle misure volte a facilitare i licenziamenti (il 46% è "d'accordo" o "abbastanza d'accordo" e il 54% "poco o per nulla d'accordo"); mentre si riscontra un generale disaccordo (3 giovani su 4) sulla flessibilità salariale (riduzione degli stipendi in caso di crisi e stipendi ridotti per i giovani in ingresso nel mercato del lavoro). I giovani si dimostrano, dunque, disponibili a fare sacrifici per entrare nel mercato del lavoro ma, una volta occupati, vogliono sicurezza lavorativa e buona retribuzione, come confermano i dati sui valori più importanti connessi al lavoro: 1. Sicurezza e stipendio, 2. Relazioni e possibilità di esprimere se stessi, 3. Possibilità di fare carriera e di diventare influenti. "l giovani dimostrano consapevolezza e concretezza, hanno imparato a muoversi tra i diversi strumenti che permettono l'accesso al mondo del lavoro, sanno che in un periodo come questo può non essere facile ma non si danno per vinti. Da qui un ottimismo diffuso nei confronti del futuro che non può che farci piacere — sintetizza Carlo Scatturin, direttore generale di Adecco Spa - Partendo proprio da questa fiducia, riaffermo la volontà di Adecco di essere al fianco delle persone in cerca di occupazione per offrire tutto il supporto e la guida necessari per raggiungere gli obiettivi di successo e soddisfazione a cui ciascuno aspira" Le professioni più ambite dagli Italiani - Ecco la classifica emersa dal questionario pubblicato sui siti di Corriere Lavoro, Adecco e Istituto lard: 1° Direttore di quotidiano nazionale; 2° Giudice; 3° Medico di pronto soccorso; 4 °Imprenditore (settore abbigliamento); 5° Attore; 6° Commercialista laureato; 7° Progettista siti internet; 8° Cassiere di banca; 9° Elettricista; 10° Commesso; 11° Operaio metalmeccanico; 12° Portiere di abitazione.
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