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Notiziario Marketpress di
Venerdì 16 Aprile 2004
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UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE: IL PRIMO TRIMESTRE 2004 SEGNA UNA STAGNAZIONE DEGLI ORDINI DI MACCHINE UTENSILI |
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Cinisello, 16 aprile 2004 - In base ai dati elaborati dal Centro Studi & Cultura di Impresa di Ucimu-sistemi Per Produrre, nel primo trimestre del 2004 la flessione degli ordini raccolti dai costruttori italiani di macchine utensili per la lavorazione del metallo, che aveva caratterizzato tutto il 2003, ha registrato una battuta d’arresto e l’indice degli ordini si è attestato a 79,1 (base 2000=100), posizionandosi così sugli stessi livelli del primo trimestre 2003, con una variazione di +0,1%. Il risultato complessivo è stato determinato dalla lieve diminuzione degli ordini raccolti sul mercato interno, che sono diminuiti dell’1,8% per un valore dell’indice pari a 67,3, frenando così il calo che, nei tre trimestri precedenti, era sempre risultato superiore al 20%. Sul fronte estero, l’indice ha, invece, registrato un lieve aumento dello 0,9%, per un valore dell’indice di 91,7. Il presidente di Ucimu-sistemi Per Produrre, Andrea Riello, ha commentato: “I risultati ottenuti sui mercati esteri riflettono, ancora una volta, la capacità dei costruttori italiani di reagire alla debolezza della domanda interna muovendosi con flessibilità e successo verso i mercati più attrattivi, tradizionali e emergenti”. In base ai dati Istat relativi al 2003, infatti, tra i mercati di sbocco tradizionali sono risultate in crescita le vendite negli Stati Uniti (+30,8%), nonostante un euro molto forte, mentre tra i mercati emergenti sono aumentate le esportazioni dirette in Cina (+32,1%), Turchia (+26,3%) e Russia (+33,3%). Il momento di difficoltà vissuto, per tutto il 2003, dall’industria italiana della macchina utensile, robot e automazione e la cautela per l’anno in corso sono testimoniati dai dati di consuntivo 2003 e previsioni 2004, elaborati dal Centro Studi & Cultura di Impresa. La produzione italiana di macchine utensili robot e automazione ha, infatti, registrato nel 2003 una diminuzione dell’8%, attestandosi a 4.028 milioni di euro. Tale calo è dipeso dall’andamento complessivamente negativo delle esportazioni (-5,1%) e, in misura maggiore, delle consegne sul mercato interno (-10,3%). Le previsioni per il 2004 indicano una produzione in lieve crescita rispetto al 2003 (+0,5%), grazie soprattutto al recupero delle esportazioni, che dovrebbero registrare un incremento del 5,1%, mentre rimarrà ancora debole la domanda espressa dal mercato domestico (-5,5% rispetto al 2003). “Il settore della macchina utensile, robotica e automazione – ha dichiarato Andrea Riello - è indubbiamente strategico per l’industria manifatturiera italiana: a riconoscerlo, sono i numerosi governi che, nel corso degli anni, hanno preso misure volte a salvaguardarne la competitività”. “La prima leva competitiva, che oggi è necessario favorire, è quella dell’innovazione tecnologica, che sola permette ai costruttori italiani di posizionarsi nella leadership mondiale. La peculiare struttura del settore in Italia, formato da un gran numero di piccole e medie imprese, richiede che le autorità pubbliche pongano particolare attenzione al finanziamento degli incentivi all’attività di ricerca e sviluppo, particolarmente onerosa per questo tipo di realtà”. “Esiste poi un contesto economico nazionale che presenta caratteristiche di stagnazione, o addirittura di crisi, ormai da alcuni anni. Tale contesto, cui corrisponde l’invecchiamento del parco dei mezzi di produzione, porta ad una grave perdita di competitività dell’intera industria italiana, alla quale è necessario porre rimedio”. “Una misura volta a incentivare la sostituzione di macchinari obsoleti con altri tecnologicamente avanzati avrebbe effetti grandemente positivi, sia sul nostro settore, sia sull’economia nel suo complesso. Una proposta più volte avanzata è quella di liberalizzare le quote di ammortamento degli investimenti”. “Tale liberalizzazione potrebbe altresì collegarsi alla sostituzione volontaria, da parte degli utilizzatori, delle macchine utensili che, destinate alla rottamazione, renderebbero disponibile sul mercato un ingente quantitativo di rottame da utilizzare in nuova materia prima per le necessità relative alla generazione di materiali ferrosi, la cui scarsità sul mercato ha, nel recente periodo, procurato notevoli incrementi di prezzo, con grave danno alle industrie italiane tradizionalmente obbligate all’importazione di tali materiali”.
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