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Notiziario Marketpress di
Lunedì 19 Aprile 2004
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LA SECONDA GIORNATA DI “COLLOQUI DI PACE” CULTURE DIFFERENTI: OSTACOLO O OPPORTUNITA’? LA COSTRUZIONE DELLA CULTURA DELLA PACE PASSA ANCHE ATTRAVERSO L’INCONTRO TRA CULTURE DIFFERENTI |
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Bologna, 19 Aprile 2004 - Nessuna pace è possibile se si limita alla riduzione dei confini territoriali; occorre una vera rivoluzione culturale che va perseguita attraverso i temi dei diritti umani, della mediazione e della negoziazione. Da questa convinzione ha preso il via la seconda sessione della due giorni di “Colloqui di Pace”, l’iniziativa promossa dalla Fondazione Scuola di Pace di Monte Sole al Palazzo dei Congressi e della Cultura di Bologna, con lo scopo di far conoscere i differenti aspetti della crisi mediorientale ed accrescere la consapevolezza riguardo l’esistenza, la genesi e le prospettive dei piani di pace in corso. Nella sessione di questa mattina, che ha visto dialogare influenti esponenti politici e della cultura, in rappresentanza del mondo occidentale ed arabo, quali Nadia Baresi - Direttrice della Scuola di Pace di Monte Sole, Gianni Sofri - Università degli Studi di Bologna, Massimo Cacciari - Preside della Facoltà di Filosofia Università San Raffaele di Milano, Khaled Fouad Allam – Docente Universitario, è emerso con forza che parlare di pace è possibile, ma occorre costruire una cultura della pace che passi anche attraverso un percorso costante e continuo di riflessione sui temi della rielaborazione delle memorie, delle memorie divise e della possibilità di conciliazione profonda che tocca anche il tema delle identità. “Le leadership culturali e politiche occidentali” - ha dichiarato Massimo Cacciari – “hanno scelto una direzione utopistica. È del tutto irrealistico immaginare” – ha continuato Cacciari – “che l’Occidente possa pensare di ottenere in via definitiva una pace globale attraverso un’integrazione omologata che elimina le sue contraddizioni e le sue polarità”. “Pensare ad una integrazione omologata della pace, che abbandona totalmente la via del federalismo e del rispetto delle differenze tra popoli e culture” - ha concluso Cacciari – “significa ottenere delle vittorie impotenti”. “C’è stato un enorme divorzio tra politica e cultura.” – ha dichiarato Khaled Fouad Allam –“I due mondi non comunicano più ed è diventato difficile pensare di creare linguaggi di comunicazione nuovi sulla democrazia e sulla cultura”. “Occorre costruire una comunicazione che passi attraverso l’incontro profondo tra culture differenti e che sappia lavorare sul tema della memoria della storia e delle sue identità.” – ha concluso Allam. L’ultima sessione dei lavori vedrà dialogare il Redattore e Firmatario dell’Accordo di Ginevra Daniel Levy e il Vice Ministro della Pianificazione dell’Autorità Nazionale Palestinese e Firmatario dell’Accordo di Ginevra Samih Abid sul tema “Ginevra: un nuovo approccio sulla via della pace. Il ruolo dell’Unione Europea nelle crisi internazionali.” Ad aprire la discussione sarà Riccardo Franco Levi, Direttore del Gruppo dei Consiglieri Politici della Commissione Europea, mentre il compito di chiudere le due giornate di colloqui spetterà a Vittorio Prodi, Presidente della Provincia di Bologna e Presidente della Fondazione Scuola di Pace di Monte Sole.
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