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Notiziario Marketpress di Mercoledì 21 Aprile 2004
 
   
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  IL TOTALE DEGLI AIUTI DI STATO CONCESSI NELL’UE AI SETTORI MANIFATTURIERO E CARBONIERO, AI SERVIZI, ALL’AGRICOLTURA, ALLA PESCA E AI TRASPORTI È SCESO A 49 MILIARDI DI EURO NEL 2002  
   
  Bruxelles, 21 aprile 2004 - Secondo i dati riportati nell'ultimo quadro di valutazione degli aiuti di Stato compilato dalla Commissione europea, nel 2002 i 15 Stati membri hanno concesso aiuti per un importo totale di 49 miliardi di euro. In termini assoluti, nel 2002, è la Germania ad aver concesso il maggior volume di aiuti (13 miliardi di euro), seguita dalla Francia (10 miliardi di euro) e dall'Italia (6 miliardi di euro). "In linea con le conclusioni adottate da successivi Consigli europei, la Commissione continua a garantire un controllo economicamente valido degli aiuti di Stato in tutta l'Unione europea. La ragione è che gli aiuti di Stato che non si inseriscono in una politica coerente a livello di Unione europea costituiscono un ostacolo alla libera concorrenza ed impediscono una ripartizione efficiente delle risorse. La corsa alle sovvenzioni nazionali rimane una delle più gravi minacce per l'unità del mercato comune" - ha osservato il commissario Mario Monti. "Negli ultimi cinque anni però il controllo degli aiuti di Stato ha rappresentato un valido strumento per attenuare alcune delle conseguenze più gravi di tali aiuti. La nostra azione di vigilanza ha incoraggiato la tendenza ad orientare gli aiuti verso obiettivi orizzontali di interesse comune e in particolare verso obiettivi di coesione. Dagli ultimi dati disponibili risulta che la maggior parte degli Stati membri risponde in maniera positiva all'appello dei capi di Stato e di governo secondo cui ‘una diminuzione e un migliore orientamento degli aiuti di Stato’ rappresentano aspetti essenziali di una concorrenza effettiva” - ha aggiunto il commissario. Il quadro di valutazione degli aiuti di Stato per il 2002 conferma che nella maggioranza dei casi gli Stati membri stanno riducendo i livelli di aiuto in termini di percentuale del Pil. Essi stanno inoltre riorientando gli aiuti con successo verso obiettivi orizzontali di interesse comune, come il rafforzamento della coesione economica e sociale, la tutela dell'ambiente, la promozione della ricerca e sviluppo e le piccole e medie imprese. Alcuni Stati membri, tuttavia, continuano a concedere aiuti particolarmente dannosi per la concorrenza come gli aiuti per il salvataggio e la ristrutturazione. Lo scopo principale dell'aggiornamento del quadro di valutazione è tracciare il quadro generale della situazione degli aiuti di Stato nell'Unione ed esaminare le relative tendenze in base agli ultimi dati disponibili per il 2002. Il quadro di valutazione si articola in tre parti. La prima parte analizza in che misura gli Stati membri stanno riducendo i propri aiuti di Stato in rapporto al Pil. La seconda parte illustra in che misura gli Stati membri sono riusciti a riorientare gli aiuti di Stato concessi in precedenza a settori specifici verso obiettivi orizzontali, incentrandosi in particolare sulle misure di sostegno pubblico a favore dell'occupazione e della formazione. La terza parte, infine, si occupa delle procedure per il controllo degli aiuti di Stato, del loro recupero e delle attività in corso per modernizzare il controllo degli aiuti di Stato. Principali conclusioni del quadro di valutazione per il 2002 Il livello complessivo degli aiuti di Stato nell'Unione continua a diminuire anche se meno nettamente rispetto alla fine degli anni 90 Si calcola che il livello complessivo degli aiuti di Stato[1] concessi dai 15 Stati membri nel 2002 sia stato di 49 miliardi di euro, con una diminuzione di poco meno di un miliardo rispetto all'anno precedente. In termini assoluti è la Germania ad aver concesso il maggior volume di aiuti (13 miliardi di euro), seguita dalla Francia (10 miliardi di euro) e dall'Italia (6 miliardi di euro). Circa 28 miliardi di euro di aiuti sono stati destinati al settore manifatturiero e ai servizi, 14 miliardi di euro all'agricoltura e alla pesca, più di 5 miliardi al settore carboniero e 1 miliardo ai trasporti (escluse le ferrovie). Rispetto ai livelli di aiuti di Stato relativamente elevati registrati all'inizio e alla metà degli anni 90, il volume complessivo degli aiuti è sceso drasticamente passando dai 67 miliardi di euro del 1997 ai 52 miliardi del 1999. Tale diminuzione è dovuta principalmente alla riduzione degli aiuti alle regioni assistite in Germania e Italia. Tra il 1999 e il 2002 il volume totale degli aiuti ha continuato a scendere, anche se meno nettamente rispetto agli anni precedenti, registrando una diminuzione annua di circa un miliardo di euro. Esistono ancora disparità tra gli Stati membri per i livelli di aiuto… In termini relativi l'importo totale1 degli aiuti di Stato è stato pari allo 0,56% del Pil dell’Ue nel 2002 o allo 0,39% se si escludono i settori dell'agricoltura e della pesca. Dietro a questo valore medio (0,39%) si nascondono considerevoli disparità tra gli Stati membri: la percentuale degli aiuti rispetto al Pil va da meno dello 0,20% di Paesi Bassi, Finlandia, Svezia e Regno Unito allo 0,55% di Germania, Spagna e Portogallo e allo 0,72% della Danimarca. … anche se sono in diminuzione, poiché gli aiuti di Stato in percentuale del Pil continuano a scendere nella maggior parte degli Stati membri. Se si escludono gli aiuti all'agricoltura, alla pesca ed ai trasporti, gli aiuti complessivi sono scesi da una media dello 0,49% del Pil nel periodo 1998-2000 allo 0,41% per il periodo 2000-2002. La tendenza è decrescente in 14 Stati membri. Portogallo e Irlanda hanno registrato le diminuzioni più significative (circa 20-25 punti percentuali) tra i due periodi in esame. Per l’Irlanda la diminuzione è soprattutto il risultato di una riduzione dell'imposta sulle imprese unita ad aumento sensibile del Pil, per il Portogallo invece la diminuzione è da ricondursi principalmente alla riduzione consistente di un regime fiscale di aiuti regionali a Madera che sostiene principalmente i servizi finanziari. Al contrario la percentuale degli aiuti rispetto al Pil è aumentata in Danimarca e ciò si spiega principalmente con la crescita considerevole degli aiuti per due obiettivi orizzontali, ossia la creazione di posti di lavoro e la tutela dell'ambiente. In tutta l'Unione gli aiuti sono riorientati verso obiettivi orizzontali… In tutta l’Ue circa il 73% del totale degli aiuti nel 2002 è stato erogato per obiettivi orizzontali, compresi la ricerca e sviluppo, le piccole e medie imprese, l'ambiente e lo sviluppo economico regionale. Il rimanente 27% è rappresentato dagli aiuti destinati a settori specifici (soprattutto il settore manifatturiero, carboniero e i servizi finanziari) compresi gli aiuti per il salvataggio e la ristrutturazione. In molti Stati membri praticamente tutti gli aiuti concessi nel 2002 erano destinati ad obiettivi orizzontali La quota di aiuti concessi per obiettivi orizzontali è aumentata di sette punti percentuali negli anni dal 1998-2000 al 2000-2002. Ciò è da ricondursi principalmente ai considerevoli aumenti degli aiuti all'ambiente (+ 7 punti) e alla ricerca e sviluppo (+ 4 punti). Questa tendenza positiva è stata osservata, in misura variabile, nella maggioranza degli Stati membri. In molti Stati membri come Belgio, Danimarca, Grecia, Italia, Paesi Bassi, Austria e Finlandia, praticamente tutti gli aiuti concessi nel 2002 erano destinati ad obiettivi orizzontali. Un approccio favorevole verso gli aiuti di Stato per la creazione di posti di lavoro e la promozione della formazione Quando l'intervento della Comunità o degli Stati è destinato a correggere carenze del mercato la Commissione riconosce che esso è giustificato. L’esclusione dei lavoratori ritenuti (a torto o a ragione) meno produttivi ai livelli salariali normali e la mancanza di opportunità di formazione rappresentano esempi di carenze del mercato ampiamente riconosciuti. La Commissione adotta un approccio favorevole nei confronti degli aiuti di Stato aventi tali obiettivi: lo dimostrano il numero estremamente limitato di decisioni negative adottate in casi relativi ad aiuti di Stato e la recente revisione delle norme in materia di aiuti di Stato volta a facilitare la concessione di aiuti per la creazione di posti di lavoro, per l'assunzione di lavoratori svantaggiati e disabili e per varie misure di formazione. Gli aiuti di Stato rappresentano una componente relativamente ridotta del totale del sostegno finanziario alle imprese per l'occupazione e la formazione La maggior parte delle misure di sostegno pubbliche fornite alle imprese private aventi come obiettivo l'occupazione e la formazione non costituiscono aiuti di Stato perché non soddisfano le quattro condizioni previste all’articolo 87, paragrafo 1 del trattato. Tuttavia se tali interventi assumono la forma di aiuti di Stato il controllo degli aiuti di Stato continuerà a garantire che gli effetti distorsivi per la concorrenza prodotti da ciascuna proposta di aiuto individuale siano ridotti al minimo. Il livello complessivo degli aiuti alle regioni meno sviluppate è diminuito anche se meno nettamente rispetto al passato e si è registrato un leggero aumento in alcuni Stati membri Per l'Unione nel suo complesso, si stima che nel 2002 gli aiuti riservati esclusivamente alle regioni meno sviluppate, le cosiddette regioni assistite ex lettera a), siano ammontati a 8 miliardi di euro. Tale valore rappresenta poco meno di un quarto degli aiuti complessivi (esclusi agricoltura, pesca e trasporti). Gli aiuti alle regioni assistite ex lettera a), che sono quasi identiche alle regioni “Obiettivo 1” dei Fondi strutturali dell’Ue, sono diminuiti drasticamente passando da un picco di 28 miliardi di euro nel 1993 a 9 miliardi di euro nel 2000 soprattutto a causa della riduzione degli aiuti concessi in Germania e Italia. Mentre in Germania l'aiuto alle regioni meno sviluppate continua a diminuire, si è registrato un leggero aumento in Spagna, Francia e Italia nel periodo 2000 - 2002. La maggior parte degli Stati membri concede aiuti ai settori manifatturiero e dei servizi sotto forma di sovvenzioni Per quanto riguarda gli strumenti cui si ricorre per concedere aiuti ai settori manifatturiero e dei servizi, la forma di gran lunga più utilizzata è quella delle sovvenzioni che è pari al 60% del totale Ue. Oltre agli aiuti concessi con stanziamenti di bilancio, altri aiuti vengono concessi attraverso il sistema fiscale o di previdenza sociale. Nell'intera Ue le esenzioni fiscali corrispondono al 24% del totale. Mentre Belgio, Danimarca, Spagna, Lussemburgo, Austria e Svezia concedono più dell'80% dei loro aiuti sotto forma di sovvenzioni, altri Stati membri ricorrono più spesso alle esenzioni fiscali, in particolare la Germania (38%), l'Irlanda (67%) e il Portogallo (74%). La Commissione autorizza la concessione di aiuti di Stato nel 95% dei casi che esamina Nel 2003 la Commissione ha registrato circa 1 000 casi. Se si escludono le 200 schede di informazione trasmesse conformemente ai regolamenti di esenzione per categoria, circa il 49% dei casi registrati riguardavano il settore manifatturiero e dei servizi, il 39% l'agricoltura, il 6% la pesca e il 6% i trasporti e l'energia. In base al trattato, gli Stati membri devono notificare tutti gli aiuti di Stato alla Commissione. In circa il 15% dei casi di aiuto esaminati, tuttavia, non sono stati gli Stati membri ma la Commissione a dover avviare un procedimento dopo aver appreso l'esistenza dell'aiuto, ad esempio a seguito di una denuncia. Nel periodo 20012003 il 5% di tutte le decisioni finali adottate dalla Commissione è rappresentato da decisioni negative. Un quadro di valutazione permanente online può essere consultato al seguente indirizzo: http://europa.Eu.int/comm/competition/state_aid/scoreboard/index_it.html
 
     
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