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Notiziario Marketpress di Venerdì 13 Febbraio 2004
 
   
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  UN PROGETTO INTEGRATO PER FAR AVANZARE LA COMPRENSIONE DEI DISORDINI NEURODEGENERATIVI  
   
  Bruxelles, 13 febbraio 2004 - Un Progetto integrato sostenuto dalla Commissione europea, a cui prendono parte 40 strutture di ricerca internazionali, spera di poter identificare nuove strategie per la lotta ai disordini neurodegenerativi come la malattia di Alzheimer. Il progetto Apopis (abnormal proteins in the pathogenesis of neurodegenerative disorders, proteine anomale nella patogenesi di disordini neurodegenerativi) verrà creato grazie al finanziamento comunitario di 9 milioni di euro erogato al titolo della priorità 'scienze della vita, genomica e biotecnologia per la salute' del sesto programma quadro (6Pq). Il coordinatore del progetto, Dr Franz Adlkofer della Fondazione Verum per il comportamento e l'ambiente, ha spiegato al Notiziario Cordis che le radici di Apopis affondano in un precedente progetto del 5Pq: 'La nuova iniziativa vuole estendere il progetto Diadem, che si occupava della malattia d'Alzheimer, a patologie come il morbo di Parkinson, quello di Huntingdon e le malattie causate da prione, come la malattia di Creutzfeldt-jakob'. Ma secondo il Dr Adlkofer la portata scientifica del progetto è molto più vasta. L'obiettivo principale di Diadem era la diagnosi precoce della malattia d'Alzheimer e della demenza che la accompagna, e anche se la diagnosi tempestiva resta sempre uno degli obiettivi di Apopis, il consorzio intende sviluppare inoltre l'approccio patogenetico, per poter identificare le funzioni biologiche responsabili dei disordini neurodegenerativi. 'La nostra teoria è che vi sia una causa unica di tutti i disordini neurodegenerativi, ossia la deposizione nel cervello umano di certi composti [noti come aggregati di proteine]', ha spiegato. Un elemento del progetto sarà l'analisi dei diversi tipi di proteina che si formano nel cervello degli ammalati, mentre un altro suo aspetto porterà più oltre questa ricerca cercando di identificare i fattori genetici che portano alla formazione di tali aggregati. Di questo elemento del progetto Apopis si occuperà il Prof. Mick Tuite e il suo team, all'università del Kent nel Regno Unito. 'Stiamo lavorando ad una delle estremità basilari del problema', ha spiegato il Prof. Tuite al Notiziario Cordis. La sfida è cercare d'identificare quali mutazioni genetiche inducano le proteine ad aggregarsi in modo errato e a formare nel cervello quegli insolubili grappoli che sono stati incolpati di tali disordini. Invece di usare modelli umani o animali per condurre l'analisi, cosa che potrebbe richiedere anche due anni per la formazione degli aggregati, il team del Prof. Tuite ha messo punto un nuovo metodo per lo studio di queste proteine. Il team userà un metodo basato sul lievito artificiale, in cui sono in grado di formarsi le stesse proteine target, chiamate beta-proteine amiloidi. Inoltre esse si formano in appena due giorni, permettendo una valutazione ed una portata di risultati molto più veloci. Si può giungere a tanto quando si riescono a realizzare progetti integrati di natura pluridisciplinare come Apopis. 'Mentre il lievito artificiale non può dirci molto sulle funzioni del cervello umano, quello che impariamo su questi aggregati di beta-proteine amiloidi può servire alle società farmaceutiche che lavorano nel progetto per identificare possibili farmaci', ha spiegato il prof. Tuite. Grazie a questa cooperazione, il Dr Adlkofer spera che Apopis identifichi nuovi approcci clinici alla cura di questi disordini. 'Il fatto che queste diverse discipline collaborino nel progetto in questo modo è un vantaggio assoluto. I medici possono fornire campioni biologici agli istituti di ricerca di base, che a loro volta daranno alle società farmaceutiche nuove idee di possibili trattamenti, che potranno essere testati dai medici', ha spiegato Adlkofer. Adlkofer è anche certo che Apopis abbia riunito i migliori gruppi di ricerca europei e, come indicazione di questa qualità, ha spiegato che in origine erano 85 i team che volevano partecipare, ma il finanziamento a disposizione ha ristretto il numero a 40. In effetti il consorzio sta già studiando i mezzi per reperire altri finanziamenti nel settore privato, in modo da massimizzare l'impatto del progetto. Tutti i partecipanti sperano che il progetto possa dare un significativo contributo alla lotta contro le più complicate affezioni che deve affrontare la società occidentale, ma il Dr Adlkofer è chiaro quanto al suo scopo principale: 'Apopis farà innanzitutto progredire la nostra comprensione di questi disordini e getterà le basi per future scoperte e progetti'. Dobbiamo sperare che un giorno tali scoperte conducano infine a cure efficaci.  
     
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